LA PROVINCIA DEI “CASERTANI”

l’amministrazione provinciale di Caserta, per illustrare l’ attività del primo anno di governo, ha pubblicato un opuscolo dal titolo apparentemente originale e accattivante: “la provincia dei casertani”.  Chi ha pensato questo titolo sicuramente intendeva far percepire ai lettori un senso di appartenenza al territorio. In me, invece, ha sortito l’effetto esattamente contrario. Ad un capuano, infatti, fieramente orgoglioso delle sue origini, l’idea di essere “casertano” non lo affascina affatto. Lo stesso penso possa valere per i sammaritani, gli aversani, i pedemontani e così via. Non per disprezzare la città di Caserta, capoluogo di tutto rispetto, ma per difendere la propria originalità. Una cosa, infatti, è la provincia come entità sovraordinata, altra cosa è la città di Caserta, con la sua storia e le sue caratteristiche. Non basta una semplice unità amministrativa per farci diventare tutti “casertani”. Sarebbe la stessa cosa che definire l’Italia la nazione dei romani. Non oso nemmeno pensare a quale sarebbe la reazione dei leghisti di fronte ad una simile affermazione.  Per questo motivo appare quantomeno strano che la nostra amministrazione provinciale, la cui maggioranza è composta da un partito che ha fatto del Federalismo la sua bandiera, possa aver commesso una simile leggerezza. In verità forse non proprio di leggerezza si tratta. Se, infatti, si guarda bene l’elenco delle pur numerose e lodevoli iniziative messe in campo dall’amministrazione  si scopre che vi sono alcune lacune che tradiscono una scarsa attenzione ad alcuni bisogni locali. Uno di questi è sicuramente il problema dell’immigrazione.  In nessun punto del programma appare questo tema così decisivo. Eppure la nostra provincia è al secondo posto in Campania per presenza di stranieri con alcune località che rappresentano un caso unico a livello nazionale. Parlo evidentemente soprattutto di Castel Volturno che con i suoi 10.000 immigrati, di cui la maggioranza di paesi africani, viene ormai definita la “Black Italy”. Una presenza così significativa e imbarazzante che più volte è balzata alla ribalta nazionale per episodi di intolleranza, di degrado, ma anche di efferata violenza come  la strage di 6 ghanesi nel settembre del 2008. Come è possibile che l’amministrazione provinciale si sia dimenticata di tutto ciò. Se invece della  “provincia dei casertani” ci trovassimo nella provincia dei “castellani” questo sarebbe sicuramente  il primo punto all’ordine del giorno. Così come se ci trovassimo nella “provincia dei capuani” non si sarebbe potuto ignorare il problema dei rom e dell’ex campo profughi.  Il problema, dunque, non è solo di forma o di leggerezza, ma di vera e propria distrazione. Abbiamo fiducia che negli anni a venire l’Amministrazione possa correggere il tiro e mettere a fuoco alcuni problemi che per troppo tempo sono stati ignorati o sottovalutati in nome della “Casertanità”. Una realtà molto bella e per certi versi “felice”dove spesso, però, non riescono ad arrivare gli echi delle sofferenze e del degrado di alcune lontane periferie dell’impero.