Pubblicato il regolamento, entrerà in vigore tra quattro mesi.
Riguarderà solo i nuovi arrivati, ecco cosa prevede, con il testo integrale e le tabelle dei punti
DA STRANIERIINITALIA.IT
Imparare l'italiano e l'educazione civica, mandare i
figli a scuola, in generale
“rigare dritto”. Sono gli
impegni che da marzo dovrà
onorare chi viene in Italia,
se vuole continuare a vivere
qui.
Annunciato da oltre due anni
(era previsto dalla legge
sulla sicurezza del 2009), è
arrivato in Gazzetta
Ufficiale il regolamento
"sull'accordo di
integrazione tra lo
straniero e lo Stato" .
Istituisce il cosiddetto
“permesso a punti”, un
sistema di “premi e
punizioni” legati al
comportamento degli
immigrati in base a
parametri scelti dal governo
uscente.
L’accordo dovrà essere
firmato presso lo Sportello
unico per l’immigrazione o
in Questura dai cittadini
stranieri che hanno almeno
sedici anni, ma non è
retroattivo. Scatterà
infatti solo per quelli che
entreranno in Italia dopo
l’entrata in vigore del
regolamento e chiederanno un
permesso di soggiorno della
durata di almeno un anno.
Firmandolo ci si impegna a
conseguire entro due anni
una conoscenza poco più che
elementare (livello A2)
dell’italiano e una
conoscenza “sufficiente” dei
“principi fondamentali della
Costituzione”, delle
”istituzioni pubbliche” e
“della vita civile in
Italia”, in particolar modo
per quanto riguarda sanità,
scuola, servizi sociali,
lavoro e obblighi fiscali.
Ci si impegna poi a far
frequentare ai figli la
scuola dell’obbligo e si
dichiara di aderire alla “Carta
dei valori della
cittadinanza e
dell'integrazione” del
ministero dell’Interno.
Entro tre mesi dalla firma
si deve seguire un
mini-corso gratuito di
“formazione civica e
informazione sulla vita
civile” che dura tra cinque
e dieci ore, svolto nella
propria lingua d'origine o,
se questo non è possibile,
in una lingua a scelta tra:
inglese, francese, spagnolo,
arabo, cinese, albanese,
russo e filippino. In questa
occasione si ricevono anche
informazioni sulle
“iniziative a sostegno del
processo di integrazione”
(come ad esempio corsi
gratuiti di italiano) attive
nella provincia.
L’integrazione si misura con
dei punti (o crediti),
sedici dei quali vengono
assegnati automaticamente
alla firma dell'accordo. I
punti sono associati alle
conoscenze linguistiche, ai
corsi frequentati e ai
titoli di studio di ogni
straniero, così come a
determinati comportamenti,
come la scelta del medico di
base, la registrazione del
contratto d’affitto e le
attività imprenditoriali o
di volontariato. I punti
però si perdono in caso di
condanne penali anche non
definitive, misure di
sicurezza personali e
illeciti amministrativi e
tributari.
A due anni dalla firma, lo
Sportello Unico per
l’Immigrazione esamina la
documentazione presentata
dallo straniero (attestati
di frequenza a corsi, titolo
di studio ecc.) o, se questa
non c’è, lo sottopone a un
test. In entrambi i casi la
verifica si chiude con
l’assegnazione di un
punteggio: da trenta punti
in su, l’accordo si
considera rispettato, da uno
a ventinove si viene
“rimandati”, con l’impegno a
raggiungere quota trenta
entro un anno, ma se i punti
sono zero o meno si perde il
diritto di soggiornare in
Italia e scatta
l’espulsione.
Il Ministero dell’Interno
curerà un’anagrafe dei
firmatari dell’accordo di
integrazione, nel quale
saranno registrati anche
tutti i punteggi, le cui
variazioni verranno di volta
in volta comunicate ai
diretti interessati. Questi
potranno naturalmente
accedere all’anagrafe anche
per controllare la loro
posizione.
Una vera e propria
rivoluzione per
l'immigrazione in Italia, ma
ci sarà tempo per
prepararsi. Il regolamento
sull'accordo di integrante
infatti in vigore
centoventi giorni dopo la
sua pubblicazione: l'
appuntamento è fissato al 10
marzo 2012.