L'atteso intervento del Pontefice davanti all'Assemblea generale
"Sono garanzie contro la violenza e per la sicurezza".

Ratzinger parla in francese
Il Papa all'Onu: "Rispetto dei diritti e libertà di religione"
Discorso di circa mezz'ora terminato tra gli applausi
 


NEW YORK - "Rispetto dei diritti unica vera via per la sicurezza"; "libertà di religione anche nella sfera politica"; "il diritto dell'Onu ad intervenire a tutela delle popolazioni", una missione che l'accomuna con il ruolo della Chiesa cattolica nel mondo e "il diritto a vivere pubblicamente la propria fede". E poi il duro monito contro una ricerca scientifica che rischia di mettere in discussione "l'ordine della creazione", minacciando il "carattere sacro della vita" e arrivando a "derubare la persona umana e la famiglia della loro identità naturale". Sono i passaggi fondamentali dell'intervento di papa Benedetto XVI davanti all'Assemblea generale delle Nazioni Unite in occasione del 60 anniversario della Dichiarazione dei diritti dell'uomo.

Il Pontefice è seduto su una poltrona bianca accanto al banco della Presidenza, parla ad un' aula gremita che lo ha lungamente applaudito al suo ingresso. Indossa il tradizionale abito bianco e ha deciso di parlare in francese. La traduzione è simultanea in decine di lingue. Il Pontefice ha parlato per circa mezz'ora e alla fine i 192 rappresentanti dell'assemblea delle Nazioni Unite si sono alzati in piedi per un lungo applauso. I passaggi chiave del discorso, il riconoscimento dell'azione umanitaria dell'Onu, mette fine alla guerra fredda tra Vaticano e palazzo di Vetro scoppiata a dicembre scorso quando Ratzinger attaccò durante l'Onu e "il relativismo morale che domina gli organismi internazionalie e dimentica la dignità dell'uomo".


Prima dell'intervento all'Assemblea generale il Pontefice è stato a colloquio con il segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon che lo aveva atteso e ricevuto fuori dal palazzo di Vetro, lungo la Seconda avenue, cuore di Manhattan al suo arrivo da Washington a bordo di un elicottero militare. "L'Onu è un'istituzione laica ma il lavoro dei suoi uomini è motivato dalla fede" è stato il saluto del Segretario Generale. Dopo Paolo VI e Wojtyla, Ratzinger è il terzo Pontefice che interviene alle Nazioni Unite. Papa Wojtyla era intervenuto in ben due occasioni.

"No al relativismo". La dignità dell'uomo, "creato
ad immagine di Dio", deve essere al centro dell'azione della comunità internazionale e le Nazioni Unite sono nate proprio per difendere quei diritti umani che le tragedie del Novecento avevano "massicciamente violato". Quindi, di fronte alle nuove sfide ed emergenze, guai ad adottare "un approccio pragmatico", cedendo ad un relativismo, secondo cui "il senso e l'interpretazione dei diritti" potrebbe variare e la loro universalità potrebbe essere negata "in nome di differenti concezioni culturali, politiche, sociali e persino religiose".

Il diritto di vivere pubblicamente la fede. Si può essere credenti e si può, al tempo stesso, anche essere politici, "partecipare cioè alla costruzione dell'ordine sociale". Lo ha detto Benedetto XVI all'Assemblea delle Nazioni Unite. "Non si puo' limitare la piena garanzia della libertà religiosa al libero esercizio del culto; al contrario, deve esser tenuta in giusta considerazione la dimensione pubblica della religione e quindi la possibilità dei credenti di fare la loro parte nella costruzione dell'ordine sociale". Per il Papa
"inconcepibile che dei credenti debbano sopprimere una parte di se stessi, la loro fede, per essere cittadini attivi; non dovrebbe mai essere necessario rinnegare Dio per poter godere dei propri diritti". Per questo è positivo il "coinvolgimento influente e generoso" di esponenti delle religioni "nelle università, nelle istituzioni scientifiche, nelle scuole, nelle agenzie di cure mediche e nelle organizzazioni caritative al servizio dei più poveri ed emarginati".

Il dovere di intervenire negli stati che violano i diritti umani. Il Pontefice giustifica certe forme di interventismo. "Ogni Stato - dice - ha il dovere primario di proteggere la propria popolazione da violazioni gravi e continue dei diritti umani, come pure dalle conseguenze delle crisi umanitarie, provocate sia dalla natura che dall'uomo''. Il principio della "responsabilità di proteggere", sottolinea Ratzinger, è la ragion d'essere delle Nazioni Unite.

(18 aprile 2008)