“Ibrahim, mi racconti di quando sei salito sul barcone?’’
“quando sono salito sul barcone ho pensato che sarebbe finita e che almeno avrei avuto una morte dignitosa. Stavamo tutti stretti: uomini, donne, donne incinte, bambini. Sono stato molto fortunato: sono morte due persone. Appena mi hanno preso, la barca si è spezzata in due, tutti in acqua. Ci ha salvati un’organizzazione olandese”.
“che effetto ti fa adesso il mare?”
“nessun effetto. Mi fa paura prendere una barca o una nave”
“Ibrahim, molto spesso le persone dicono: ‘aiutiamoli a casa loro’. Tu cosa ne pensi?’’
“sinceramente? Non so proprio cosa risponderti. Ma mi sento di dirti che noi veniamo qua per aiutare noi stessi, capisci? Non vogliamo la carità. La carità può esserci utile quando siamo all’inizio, non sappiamo niente e grazie a dio ci sono persone già pronte ad aiutarci e non posso che ringraziare”.
Ibrahim mi ha parlato di come, dopo appena aver messo piede sulla terra ferma, ha provato un senso di libertà: “mi sentivo già libero con la mente”.
È sbarcato a Napoli e il giorno dopo era nella casa famiglia di Capua. Lì ha avuto modo di incontrare persone meravigliose. Mi ha raccontato di una donna che lui chiamava Mamma. Mi ha raccontato dei momenti felici in casa famiglia che non aveva mai vissuto con la sua famiglia in Costa D’Avorio, di come in un solo anno ha imparato l’italiano. Mi ha parlato dell’educazione trasmessa dalla casa famiglia che viene fuori soprattutto quando vive ‘’avventure negative’’. A 18 anni, Ibrahim lascia la sua nuova famiglia. Ha una casa e un lavoro. Poco dopo, a causa di problemi fisici, perde tutto. Va in un centro accoglienza di Capua che lo manda nel centro immigrati di Castel Volturno. Ibrahim, oggi ha 20 anni ma il suo animo e il suo corpo ne hanno di più.
“non è una cosa sopportabile da ricordare” e lo dice stringendo gli occhi con le dita delle sue mani. Grazie a quel viaggio però, Ibrahim ha trovato se stesso e l’ha fatto riflettendo su tutto, anche sulla religione. La sua famiglia è mussulmana ma lui non crede più. È ateo. Crede solo nel bene e nel male. “Sai cos’è il bene? Praticalo. Sai cos’è il male? Evitalo.’’
Ibrahim, grazie per la fiducia che hai riposto in me e grazie per avermi rigirato la domanda sull’essere uomini. È stato un momento toccante e profondo per me.