AL FERNANDES LA CARNE DEI BUFALINI

DAL MATTINO DEL 13-03-2010

Vincenzo Ammaliato Castelvolturno. «Perché, piuttosto che eliminare i bufalotti e incenerire i loro corpi, non si destina la loro carne in beneficenza?». L'ingenua quanto brillante domanda è venuta ieri al commissario prefettizio del Comune di Castelvolturno, Michele Capomacchia, durante una riunione. Subito dopo la segreteria ha convocato in municipio le parti in causa. E seduti allo stesso tavolo i rappresentati degli allevatori e i dirigenti del centro d'accoglienza Fernades hanno pensato di avviare un processo che preveda il ritiro degli animali nati di sesso maschile dalle aziende zootecniche in maniera gratuita per avviarli a dei centri autorizzati e gestiti dall'ente della curia. «Il progetto è ancora in fase embrionale, ma l'entusiasmo mostrato durante la riunione da parte di tutti i partecipanti, ha detto il direttore del Fernades, Antonio Casale, lascia sperare che possa portare alla sua effettiva realizzazione». Il fenomeno della soppressione dei bufalotti e il loro smaltimento è prassi purtroppo consolidata negli allevamenti del casertano, ma a breve potrebbe cessare. In totale a Castelvolturno ci sono centosettanta allevamenti di bufali, distribuiti omogeneamente da Ischitella a Mazzafarro. Il numero delle aziende zootecniche del centro domizio è particolarmente elevato. Molti sono gli allevamenti che contano poche decine di animali. Ma ci sono anche quelli che superano i cinquecento capi. In totale nel paese costiero sono allevati circa ventimila bufali. E ogni anno nascono all'incirca quattromila bufalotti di sesso maschile, quasi tutti, però, col destino segnato. Il mercato della carne di bufalo, nonostante l'alimento abbia un elevato valore proteico e apporti un bassissimo valore di colesterolo, non è mai decollato. Per queste ragioni gli allevatori sopprimono pochi giorni dopo la nascita gli animali di sesso maschile e affidano le loro carcasse alle aziende di smaltimento specializzate che si occupano dell'incenerimento. Non sempre, o meglio, non tutti gli allevatori della zona, però, seguono il preciso e laborioso protocollo previsto dal servizio veterinario. Spesso capita di trovare sulle sponde dei Regi Lagni e sulla spiaggia alla sua foce decine di carcasse di animali in decomposizione, che appartenevano a bufalotti chiaramente uccisi in maniera brutale e scaricati nel canale fognario. Oppure abbandonati in cave in disuso, proprio come successo nel caso scoperto mercoledì scorso dagli agenti della forestale nella zona dei laghetti. Otto anni fa in un'ex cava nel Comune di Cancello Arnone fu scoperta un altro cimitero simile a quello del laghetto di Castelvolturno. In totale c'erano circa cinquanta animali abbandonati. Tre di questi furono trovati ancora in vita e furono affidati alla Lega Pro Animali, dove sono cresciuti insieme a gatti e cani. © RIPRODUZIONE RISERVATA