nell'articolo "Il Nordest e la giustizia fai da te"
(Corriere della sera, 8 dicembre), Antonio Stella affronta il problema dei
livelli di criminalita' effettivamente misurati nel nostro paese (e nel
Nordest in particolare) e di come tali livelli siano percepiti dalla
popolazione. L'articolo di Stella e' discutibile, come tutti gli articoli,
ma chiaro ed argomentato. Fuorviante e' invece la presentazione grafica di
alcuni dati (di per se' corretti) forniti da Marzio Barbagli. Quei dati sono
contenuti nel Rapporto sulla Criminalita' in Italia, curato dal Ministero
dell'interno in collaborazione con un gruppo di lavoro presieduto dallo
stesso Barbagli, e il rapporto puo' essere scaricato dal link
http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/notizie/sicurezza/0993_20_06_2007_Rapporto_Sicurezza_2006.html
Perche' la presentazione e' fuorviante? I dati sugli omicidi sono riportati
nella forma (legittima, sia chiaro!) di "un omicidio per n abitanti".
Al dato di ogni anno viene affiancata una striscia colorata di lunghezza
proporzionale a... n. In questo modo la striscia piu' lunga (che il
lettore frettoloso immagina associata alla situazione con maggior numero di
omicidi) e', in realta', quella che corrisponde alla situazione piu'
tranquilla. Per completare l'inganno, questa striscia e' riportata in colore
rosso-pericolo, mentre le altre sono riportate in un celestino pallido e
angelico. Si noti che la striscia incriminata e' proprio quella dell'ultimo
anno considerato (il 2005). In questo modo, il lettore frettoloso si indigna
per il pericolo che assedia ormai in modo intollerabile lui e i suoi cari, e
non si accorge che il numero di omicidi per abitante e' diminuito, rispetto
ai bei tempi andati (fine '800), di un fattore 16, e rispetto all'inizio
degli anni 80, di un fattore 4.
Per quanto riguarda i borseggi, il grafico riporta
accidentalmente i soli dati per il 1984 (circa 67 mila), per il 1996
(circa 115 mila) e per il 206 (circa 156 mila), uniti da una bella retta.
(Per inciso: si tratta di una larga striscia rossa; si sa che per due punti,
comunque collocati, passa una e una sola retta; i fisici sanno anche che per
tre punti, comunque collocati, si puo' far passare qualunque retta, purche'
abbastanza grossa...). Con quei dati, la retta e' impennata, ovviamente,
verso l'alto, e il lettore frettoloso comincia a sentirsi le mani di un
borseggiatore (probabilmente straniero) in tasca. Se e' meno frettoloso, e
legge l'articolo, trova un po' di conforto, perche' scopre che, almeno a
Padova, i borseggi sono calati, dal 2004 al 2005, del 19 per cento. Gli vien
voglia di trasferirsi a Padova, infischiandosene del frignare dei sindaci
del Nordest, pur di preservare l'esclusiva sulle proprie tasche. Se pero'
andasse a leggersi i dati riportati nel Rapporto del Ministero dell'interno,
troverebbe che i borseggi erano gia' 146 mila nel 1990 (a dispetto della
modestissima presenza di immigrati in Italia) e piu' di 165 mila nel 1999.
Il numero di borseggi, quindi, al di la' delle percezioni degli avventori
del Bar Sport, non si sta affatto impennando. A dispetto, questa volta,
della crescente presenza di immigrati.
Per quanto riguarda, infine, le rapine, vengono considerati, con la stessa
parsimonia, i valori delle denunce presentate nel 1996 e nel 2006
(approssimativamente 31 mila, contro 50 mila: un aumento, in dieci anni, di
oltre il 60 per cento). Si sorvola pero' sul fatto che nel 1991 (pochissimi
immigrati presenti) le denunce per rapina erano state circa 40 mila. Qui un
aumento c'e', e gli immigrati la loro parte la fanno, ma, insomma, dal '91
le rapine sono aumentate del 25 per cento; il numero di immigrati, di circa
il 500 per cento...
E ancora: una tabella mostra che la frequenza di rapine agli sportelli
(bancari e postali) e' in Italia spaventosamente piu' alta che negli altri
paesi europei. Qui si tace il fatto che - lo dice il solito Rapporto -
l'apporto della criminalita' straniera per questo specifico reato e'
evanescente: nel 2006, il 3 per cento del totale per le rapine in banca; il
6 per cento per quelle negli uffici postali. Si tace anche che, tra gli
stranieri denunciati per rapine in banca, prevalgono i tedeschi; tra quelli
denunciati per rapine agli uffici postali prevalgono gli irlandesi (ancora
dal Rapporto del Mininterno).
La criminalita', in Italia, e' un problema. Lo e' da sempre. Lo e',
certamente, anche quella dovuta agli stranieri che vivono in Italia. La
percezione comune dei problemi va tenuta nel debito conto per avviare
l'analisi di quei problemi e per individuare le contromisure. Ma
a) la percezione spesso e' guidata ad arte da come la realta' viene cucinata
da stampa e TV;
b) non si puo' far passare la percezione per analisi. Ne' ci si puo' far
guidare dalla percezione per determinare le terapie. Nello stesso modo in
cui, se un passeggero di un aereo di linea ha una crisi di panico e grida
"non respiro piu', voglio uscire", merita tutta l'attenzione, ma non che gli
si apra il portellone a diecimila metri da terra.