Passiamo alla votazione dell'emendamento 39.306.
PROCACCI (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PROCACCI (PD). Signor Presidente, desidero intervenire sull'ordine dei lavori,
perché la dichiarazione di voto su questo emendamento la farà il senatore
Bosone.
Vorrei appellarmi alla sua disponibilità all'ascolto per chiedere il voce
segreto su questo emendamento. Il comma 4 dell'articolo 113 del Regolamento del
Senato prevede che l'articolo 32 della Costituzione sia fra quelli che possano
consentire a venti senatori di richiedere il voto segreto. Adesso il Segretario
generale le dirà che questo caso riguarda invece il secondo comma del suddetto
articolo, non è vero? L'avevo capito, infatti.
Faccio appello, però, all'ultimo capoverso del secondo comma dell'articolo 32
della Costituzione, che lei sicuramente manda a memoria, ma che io mi permetto
di rileggere brevemente: «La legge non può in nessuno caso violare i limiti
imposti dal rispetto della persona umana». Lei comprende bene che si tratta, di
fatto, di negare le cure ad alcuni immigrati che potrebbero temere una denunzia
da parte del medico. (Applausi del senatore Perduca).
Mi appello pertanto alla sua saggezza istituzionale per consentire il voto
segreto. Guardi, signor Presidente, non è per una possibile imboscata, ma per
consentire a quest'Aula di esprimersi sulla questione così delicata in pienezza
di libertà di coscienza. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. Senatore Procacci, ho ascoltato con attenzione il suo intervento. È
stato da tempo distribuito ai Gruppi, come saprà, l'elenco degli emendamenti che
sarebbero stati ammessi dalla Presidenza al voto segreto.
Tra questi non vi è l'emendamento 39.306, perché - come ha anticipato lei - la
richiesta di voto segreto è ammissibile, secondo il nostro Regolamento, solo per
la seconda parte dell'articolo 32.
Lei si richiama al rispetto della persona umana, perché sembrerebbe dal suo
intervento che questo emendamento tocchi un aspetto relativo al rispetto per la
persona umana. Queste sono valutazioni che sfuggono alla Presidenza, per il
semplice motivo che è opinabile. Non sta alla Presidenza valutare se questa
norma rispetti o meno la persona umana, perché così facendo anche altre norme e
proposte emendative che possano riguardare i diritti della persona, la capacità
giuridica o di agire, toccherebbero i diritti e il rispetto della persona umana.
Quindi, così come avevamo anticipato, se questo emendamento violasse, inibisse o
impedisse la possibilità di accedere al sistema sanitario nazionale, in capo a
qualunque soggetto che dovesse transitare nel nostro territorio, certamente
creerebbe una limitazione e un mancato rispetto della persona umana. Ma questa
norma non impedisce all'immigrato straniero di accedere al Servizio sanitario
nazionale.
Ecco perché questa Presidenza, pur con il massimo degli sforzi, non può
ammettere il voto segreto.
BOSONE (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BOSONE (PD). Signor Presidente, mi dispiace per l'interpretazione che viene
fornita, perché se c'è un articolo che tocca la dignità e il rispetto dell'uomo
è proprio questo, a meno che non consideriamo che ci siano delle persone di
serie A e altre di serie B. (Applausi dai Gruppi PD e UDC-SVP-Aut). Penso che
questo sia comunque inaccettabile e bisogna assumersene la responsabilità.
Infatti, ci troviamo di fronte ad un emendamento che è forse tra i più
controversi di questa legge e, in particolar modo, tra quelli riferiti
all'articolo 39. È un emendamento proposto dalla Lega Nord che è controverso non
solo in ambito politico, ma anche nella società, e ha visto schierarsi in modo
assolutamente contrario tutta la Federazione nazionale dell'ordine dei medici e
dei chirurghi, proprio perché lede la dignità dell'uomo e la dignità
professionale del medico e cozza con la deontologia medica. (Applausi dai Gruppi
PD e UDC-SVP-Aut e del senatore De Toni). D'altra parte, l'emendamento 39.306 ha
visto schierarsi contro associazioni umanitarie di ogni tendenza culturale,
cattoliche e non cattoliche, perché è chiaro che qui si creano le condizioni
evidenti dell'abbandono di una parte dell'umanità che approda clandestinamente
nel nostro Paese, ma non per questo deve essere trattata come degli oggetti da
posizionare, dimenticare o scotomizzare all'interno del nostro contesto sociale.
Capisco che la Lega Nord, essendo un Gruppo prevalentemente ideologico, agisca
suscitando emozioni nel Paese, ma non è detto che le implicazioni pratiche di
queste emozioni le debbano sopportare tutti, perché talvolta la politica che
procede suscitando emozioni provoca molti danni nell'applicazione pratica. Penso
che ci troviamo in questa fattispecie.
Sappiamo che l'emendamento 39.306 della Lega Nord vuole sopprimere il comma 5
dell'articolo 35 del decreto legislativo n. 286 del 1998 che sollevava il medico
dall'obbligo di denuncia del paziente immigrato illegale, eccetto nei casi in
cui era previsto l'obbligo di referto. Ciò crea una situazione - badate - di
incredibile incertezza, perché chiaramente l'immigrato clandestino non si
rivolgerà più al pronto soccorso (perché non saprà se sarà denunciato o meno) e,
tra l'altro, questo pone anche il medico in una condizione di estremo imbarazzo,
nel momento in cui si troverà di fronte un paziente che ha commesso un reato. È
una situazione assolutamente imbarazzante da tutti i punti di vista.
Inoltre, la soppressione del comma di questo articolo cozza oltretutto
chiaramente anche con il secondo comma dell'articolo 365 del codice penale che
tutela al massimo l'assistito anche se ha commesso reato. Siamo in aperta
contraddizione con il codice penale e per di più anche con la Costituzione. È
stato ricordato che l'articolo 32 della Costituzione garantisce l'universalità
delle cure. Un sistema sanitario come il nostro affonda le sue radici
nell'articolo 32 della Costituzione: le cure devono essere solidali, garantite a
tutti i cittadini, in qualsiasi condizione essi si trovino. Altro che
incostituzionalità, qui siamo veramente contro i principi di umanità, oltre che
di costituzionalità.
Per quanto riguarda poi il problema deontologico cui ho accennato, secondo il
codice di Ippocrate il medico - ed io sono un medico - deve garantire la cura a
tutti i pazienti e i cittadini che a lui si presentano, non deve discriminare un
cittadino di un tipo rispetto ad un altro. Dobbiamo, insomma, garantire la cura.
Oltretutto si rischierebbe di trasformare il medico zelante in una specie di
medico delatore. Ecco, questa è una delle critiche che il Collegio dei medici ha
portato avanti rispetto a questo articolo.
Ma al di là del codice penale, della Costituzione, del codice deontologico,
questo emendamento cozza proprio con il buon senso, colleghi. Rivolgo davvero un
appello a tutti , anche ai colleghi della Lega che, al di là delle posizioni
ideologiche - li conosco - sono persone di buon senso, pratiche. Rischiamo di
creare una sanità parallela, illegale ma questo è evidente a tutti: nel momento
in cui un immigrato ha paura a rivolgersi al pronto soccorso o alla medicina
ufficiale si creerà una medicina illegale, una medicina che determinerà una
nuova forma di criminalità ed illegalità nel nostro Paese. (Applausi dai Gruppi
PD, IdV e UDC-SVP-Aut). Altro che sicurezza, colleghi. Avremo gli egiziani che
andranno dal medico egiziano, sappiamo che si determineranno situazioni di
questo tipo che già parzialmente esistono. Vogliamo incentivarle? E facciamo un
decreto sulla sicurezza?
Per non parlare dei problemi di profilassi igienico-sanitaria. Noi poniamo fuori
dal sistema sanitario una gruppo di persone che potrebbero essere potenzialmente
a rischio, ma non a rischio per se stessi ma per tutta la popolazione. Esiste un
problema di igiene e profilassi nel nostro Paese e lo dobbiamo considerare,
colleghi. (Applausi dal Gruppo PD).
Insomma, penso che questo emendamento tocchi aspetti molto delicati che
riguardano le persone e, in particolare, le persone e il loro diritto alla cura
ed una materia così sensibile avrebbe sicuramente meritato, signor Presidente,
il voto segreto.
Noi voteremo contro, ma facciamo davvero appello alla sensibilità dei colleghi,
alla sensibilità umana ma anche al loro senso di responsabilità pratico rispetto
al Paese perché questo emendamento venga ritirato colleghi della Lega oppure ci
sia un voto contrario perché è chiaramente un emendamento disumano e contrario
al buon senso.
Cari colleghi, non facciamo pagare a questo Paese lo scotto di un populismo fine
a se stesso: qui non può esistere, perché stiamo parlando non di ideologia ma
del bene del Paese. (Vivi, prolungati applausi dai Gruppi PD e IdV.
Congratulazioni).
TOMASSINI (PdL). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TOMASSINI (PdL). Onorevole Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo,
onorevoli colleghi, intendo fare una dichiarazione di voto perché ho sentito
molti interventi e molte dichiarazioni fuorvianti su questo tema che si sono
riferite a precedenti formulazioni, che qualche volta sono apparse nella stampa,
ma che non sono l'oggetto dell'emendamento che noi ci accingiamo a votare.
In questo emendamento non è in discussione il diritto di cura, il diritto alla
salute e le relative tutele che sono sancite dall'articolo 32 della nostra
Costituzione... (Applausi dai Gruppi PdL e LNP).
MARITATI (PD). Che ipocrisia!
TOMASSINI (PdL). ...ribadite nel nostro Servizio sanitario nazionale (che rimane
solidaristico e universalitistico) e contenute nel codice deontologico di
Ippocrate (e che sicuramente nell'ambito di questo emendamento non attengono
neanche all'esenzione di referto, così come previsto e nei casi previsti di chi
è sottoposto ad azione penale) che fanno parte non solo - ovviamente - delle
regole, ma soprattutto, nel mio intimo, della mia essenza di medico.
Qui è in discussione il divieto di denuncia, che è altra cosa. Voglio ricordare
che l'obbligo di denuncia è stato in vigore fino al 1999 ed è stato eliminato,
con l'assoluta contrarietà di tutti quelli che adesso fanno parte del Popolo
della Libertà, perché allora vi era l'assunto teorico che, così protetti, i
cittadini ed i clandestini avrebbero ricevuto cure migliori. All'epoca
sostenevamo e sosteniamo ancora - come d'altra parte è emerso nel precedente
emendamento, testé votato, quando è intervenuta la collega Allegrini - che,
viceversa, il divieto di denuncia provoca molti più problemi di salute: innanzi
tutto, tale divieto espone proprio alla mancanza di cure i soggetti più deboli,
visto che possono andare dal servizio sanitario nazionale come vogliono, con i
neonati e le persone più deboli e meno tutelate; inoltre, caro collega Bosone,
espone ad una difficoltà di continuità di cure e a gravi problemi
igienico-sanitari per tutte le malattie infettive ed epidemiologicamente
diffusive. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP).
Riteniamo dunque importante eliminare il divieto di denuncia e riaffidare alla
scienza e coscienza del medico la decisione. (Vivi applausi dai Gruppi PdL e LNP.
Congratulazioni).
LANNUTTI (IdV). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LANNUTTI (IdV). Signor Presidente, io non sono un medico (Commenti dai banchi
del Gruppo LNP), ma faccio notare agli amici della Lega che si perde il senso
della ragione. Giancarlo Galan, governatore del Veneto, in un'intervista
pubblicata oggi su «la Repubblica», ha affermato: «Medici contro i clandestini?
Rischio di catastrofe sanitaria». Non aggiungo altro! (Applausi dai Gruppi IdV,
PD e UDC-SVP-Aut).
RIZZI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RIZZI (LNP). Signor Presidente, intervengo per dichiarazione di voto, ma
soprattutto per fare un po' di chiarezza sull'emendamento 39.306, che mi vede
cofirmatario insieme al presidente Bricolo e ad altri senatori, e che noi
riteniamo estremamente importante.
Ringraziando il senatore Tomassini per l'accorato intervento, vorrei rafforzare
alcuni concetti contenuti nella proposta emendativa in esame. Innanzi tutto,
l'emendamento 39.306 deve essere interpretato come un atto dovuto. Infatti,
visto che stiamo discutendo dell'introduzione del reato di clandestinità, nel
momento in cui un individuo, a maggior ragione se pubblico ufficiale, viene a
conoscenza dell'esistenza di un reato, ha l'obbligo, non professionale, ma
civile e civico di segnalare il reato all'autorità giudiziaria.
Mi rivolgo direttamente al senatore Bosone per sottolineare che non è logico
avere l'imbarazzo - noi non ne abbiamo alcuno - del rischio di ledere alcuni
diritti dell'uomo o dell'individuo. Infatti, ribadisco quanto evidenziato dal
collega Tomassini perché non viene minimamente negata l'assistenza sanitaria che
individualmente, come medico, ma anche come Lega Nord, interpretando il pensiero
del Gruppo che rappresento, ritengo essere un diritto assoluto di ogni individuo
nel nome del principio indelebile che l'individuo sofferente deve essere
assistito e curato nel migliore dei modi, come normalmente avviene grazie
all'opera dei nostri medici e dei nostri infermieri in tutti gli ospedali
d'Italia. (Applausi dal Gruppo LNP).
MARITATI (PD). Come siete buoni!
RIZZI (LNP). Credo sia veramente doveroso sottolineare che l'emendamento in
esame è finalizzato ad eliminare un vincolo che il medico ha nella propria
coscienza. Come è già stato ricordato, tale vincolo è stato posto a tutela dei
cittadini extracomunitari. Sono d'accordo con i senatori Bosone ed Amato quando
parlano di cittadini di serie A e di serie B: ciò è assolutamente vero, ma noi
vogliamo evitare che, come al solito, vengano considerati di serie A e protetti
in tutti i modi possibili ed immaginabili i clandestini (Applausi dal Gruppo LNP).
Se, però, siamo noi ad andare al pronto soccorso con il sospetto di reato
veniamo subito segnalati! Questa è vera e propria discriminazione e non quella
che proponiamo con l'emendamento 39.306.
Del resto, non dimentichiamo che in tutta Europa, soprattutto nei Paesi più
civilizzati ed avanzati a cui facciamo riferimento, ad esempio la Germania e la
Francia, c'è una disciplina più rigorosa. Con questo emendamento lasciamo ai
medici libertà di coscienza nel decidere se segnalare o meno il reato. I medici
tedeschi invece sono obbligati alla segnalazione. I medici francesi sono
obbligati a non prestare le cure in ospedale ai clandestini. (Applausi dal
Gruppo LNP).
Colleghi, come Lega Nord proponiamo un voto convinto per evitare la
discriminazione nei nostri confronti da parte degli altri. Un emendamento che
non lede minimamente il diritto alla salute, ma libera la coscienza dei medici
che possono, da un lato, compiere il proprio ruolo assistenziale ma, dall'altro,
possono essere considerati cittadini a tutti gli effetti, dando corso al loro
senso civico e denunciando un reato in libertà di coscienza. (Applausi dai
Gruppi LNP e PdL).
MARINO Ignazio (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Su cosa, senatore Marino?
MARINO Ignazio (PD). Vorrei intervenire dopo quello che ha detto il senatore
Rizzi.
PRESIDENTE. No, senatore Marino, è già intervenuto il senatore Bosone in
dichiarazione di voto per il suo Gruppo.
INCOSTANTE (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
INCOSTANTE (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo,
mediante procedimento elettronico.
PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di
votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta
appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.
(La richiesta risulta appoggiata).
Votazione nominale con scrutinio simultaneo
PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo,
mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 39.306, presentato dal
senatore Bricolo e da altri senatori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 733
GARAVAGLIA Mariapia (PD). Mi viene da piangere vedendo che il Paese è così!