LA SALUTE IN JEANS E MAGLIETTA
EDITORIALE DEL 23-10-2011
entrare nel mondo di Gandhi e di Pannella con una semplice telefonata è quello che ho provato mettendomi in contatto con Peppe Pagano, il protagonista di un insolita forma di protesta a cui siamo così poco abituati che facciamo fatica a coglierne l’immenso significato simbolico e culturale. Caro Peppe come stai? “Sto molto bene. Anzi benissimo. Da quando ho iniziato la protesta non mi sono mai sentito solo. Da sabato scorso ho sospeso lo sciopero perché è iniziata la staffetta con tanti altri amici e sostenitori.” Con la sua solita bonomia e sicurezza Peppe Pagano ha risposto così alla mia chiamata di solidarietà, senza ostentare nessun eroismo o compiacenza. Peppe è uno di quelli con i quali bastano pochi scambi di parole o di sguardi per entrare in confidenza e penetrare il suo limpido mondo di passione e di impegno civile. Da lunedì 17 ottobre il fondatore di N.C.O. (Nuova Cucina Organizzata) ha iniziato lo sciopero della fame e della sete per protestare contro lo smantellamento silenzioso dei “Budget di Salute”, una delle eccellenze del sistema socio sanitario campano, introdotto anni fa dall’Azienda Sanitaria Locale CE 2. “Ma chi rappresenta questa Azienda?” E’ la domanda che insistentemente mi ha ripetuto Peppe al telefono senza darsi pace. “Tutti hanno dato segnali di risposta alla mia protesta, la Provincia, i Comuni, i Sindacati, solo l’ASL è rimasta muta. Persino la Regione si è mossa mettendo finalmente in calendario la discussione della legge sui Budget di Cura che giace in commissione da lungo tempo.” Perché solo l’ASL si è chiusa in questa inspiegabile mutismo? E’ come se di fronte al paziente che si lamenta tutti si sforzassero di trovare una soluzione e solo il medico rimanesse muto e impassibile. Forse la risposta sta nel fatto che l’ASL è sempre più “Azienda” e sempre meno “Sanitaria”. Quello che più conta non è come si spendono i soldi, ma la quadratura del bilancio. Poco importa se gli stessi soldi si possono spendere in maniera più efficace e rispondente alle esigenze dell’utenza in una visione più complessiva della salute come benessere. Così facendo si possono mantenere in piedi strutture faraoniche con costi enormi, che riescono anche a guarire un male fisico ma non danno un reale benessere duraturo. Non a caso le più avanzate direttive dell'Unione Europea e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità parlano insistentemente di integrazione sociosanitaria che eviti la tendenza alla istituzionalizzazione del paziente e favorisca invece un processo di restituzione alla cittadinanza e alla contrattualità. Da qui è nato il sistema dei Budget di Salute che consentono di costruire un progetto terapeutico personalizzato, che tiene conto della malattia, delle caratteristiche del paziente e del contesto sociale in cui vive. Essi sono stati per anni il fiore all’occhiello dell’ASL Ce 2 dando ottimi risultati. La sperimentazione effettuata consente di affermare, con certezza di dati, che i Budget, affidati a Cooperative ed Associazioni, hanno garantito la riduzione della spesa sanitaria e il superamento del mero assistenzialismo. E allora perché smantellarli? A mio avviso la riposta è semplice: perché costano troppo poco e coinvolgono il mondo del volontariato. Tutto questo è destabilizzante in un sistema sanitario elefantiaco dove si accentrano interessi economici enormi, in un contesto socio culturale inquinato dalla illegalità e dall’individualismo. Danno molta più sicurezza i “colletti bianchi” con le loro strutture lussuose e perfette che dei modesti operatori in jeans e maglietta che utilizzano vecchie ville confiscate alla camorra. Questi ultimi, insopportabili idioti che possono lavorare anche 12 ore al giorno, sono ancora visti con un sottile velo di scherno e di sospetto. Ma chi glielo fa fare? Quale imbroglio si cela dietro una piccola casetta, riadattata alla meglio, dove vivono non più di 4 0 5 pazienti che spesso non riesci a distinguere dagli operatori, quasi sempre giovanotti o signorine semplici e affabili? E’ lo stesso imbroglio che ha portato Gandhi a liberare il suo popolo con la follia della nonviolenza e Peppe Pagano a darci una lezione di civiltà e di impegno sociale