BACIATI DALL’AMORE
EDITORIALE DEL 27-11-2011
Martedi 15 è iniziata una serie televisiva dal titolo: “ Baciati dall’Amore”. Essa è dedicata a Pietro Taricone, il giovane casertano prematuramente scomparso il 29 giugno 2010 e diventato famoso nella prima edizione del Grande Fratello. Ricordiamo tutti i fiumi di inchiostro sparsi per deprecare quella nuova moda televisiva, importata dall’America, che metteva in mostra la vita quotidiana di quattro ragazzotti e ragazzotte poco colti e molto disinibiti. Taricone era uno di questi, ma aveva qualcosa in più oltre ai muscoli. A differenza di tutti i partecipanti di quella prima ora, infatti, egli seppe mantenere il successo investendolo in imprese più durature e qualificate, senza dissiparlo in mille rivoli insignificanti. Ma quale era questa cosa in più che lo rendeva diverso dagli altri? No di certo la bellezza o la prestanza fisica, che nel mondo della televisione “spazzatura” si trovano e vendono a buon mercato. Nemmeno la simpatia che è una caratteristica abbastanza comune dei tipi mediterranei. Ancora meno la cultura che, nonostante i suoi accattivanti apologhi, era più frutto della scaltrezza che degli studi. Forse quel quid misterioso, che è stato la chiave del suo successo artistico ed umano, era proprio la sua “casertanità”. Non a caso Taricone non è stato mai compreso nella generica definizione di napoletano, che inesorabilmente inghiotte tutti i campani visti da fuori. Nel suo caso si specificava sempre che era di Caserta. Benché agli occhi di un padano questa differenza non ha nessun valore, essa invece costituisce un elemento discriminante. Non è napoletano Toni Servillo, non lo è Roberto Saviano. Essere casertani è un’altra cosa. Non nel senso di appartenere ad un unicum indistinto di valori e cultura (questa “casertanità” che ogni tanto viene enunciata in realtà non esiste). Ma nel senso opposto di aver al suo interno una diversità ed una pluralità di esperienze sociali e culturali che rendono gli abitanti di Terra di Lavoro “portatori sani” di differenza. Nell’era della globalizzazione e omologazione questa è una vera e propria risorsa. Non a caso Taricone fu cofondatore dell’associazione di paracadutismo denominata “Istinto rapace” che ha per simbolo un artiglio, ispirato all'iconografia dei vecchi indiani d'America. Un riferimento esplicito ad un popolo antico che vive la sua diversità e segregazione con grande fierezza. Una situazione per alcuni aspetti simile a quella degli abitanti di questa nostra provincia tanto fiera della sua storia e diversità, quanto più defraudata e calpestata dai poteri forti e dall’incuria. Taricone a suo modo ha saputo esprimere e sfruttare questa diversità ed è stato “baciato dall’amore” di tanti … e dalla fortuna.