TUTTI UGUALI
26-06-2011
Per un giornale come il nostro talvolta sembra più facile interessarsi a quello che avviene in Giappone o in Afganistan che a quanto accade in territori a noi confinanti. Mi riferisco all’Agro Aversano ed al Litorale Domitio. Come ho già osservato in altre occasioni questi territori pur essendo contigui ai nostri hanno una conformazione socio culturale molto diversa. Se per tutto l’interland di Aversa questo differenza affonda le radici molto lontano nella storia, il distacco con il nostro litorale è invece il frutto più recente di scelte politiche sbagliate. Sta di fatto che la nostra provincia vive al suo interno una frammentazione che rende l’osservazione dei fenomeni e gli interventi più complessi e discontinui. Il fenomeno che meglio di tutti rappresenta questa frammentazione è quello della malavita organizzata e la sua diversa presenza nella vita quotidiana delle comunità. E’ evidente, infatti, che essa, pur estendendo le sue ramificazioni dovunque, in alcune comunità agisce in maniera più pervasiva inquinando di paura e sospetto ogni aspetto della vita sociale. In queste realtà anche una coincidenza o una fatalità può apparire come il frutto di un disegno occulto. Una conferma di ciò ci viene dagli episodi che si sono verificati negli ultimi giorni a danno di persone e cose che rappresentano il meglio della nostra società. Da un lato la minaccia di morte a Renato Natale ed il sabotaggio del sistema idrico di una casa confiscata adibita ad azienda agricola, da parte di ignoti criminali, dall’altro la revoca a due benemerite associazioni del comodato d’uso di due beni confiscati alla camorra da parte delle amministrazioni comunali. Una contemporaneità di fatti criminosi e atti amministrativi discutibili che ha messo in allarme il mondo dell’associazionismo e del volontariato impegnato nel sociale e nella lotta alla criminalità. Qualcuno, infatti, ha adombrato l’esistenza di una vera e propria strategia. Il presidente della Commissione regionale beni confiscati Antonio Amato ha dichiarato: “La camorra in questi territori torna a minacciare simboli ed esperienze di legalità per ripristinare il proprio potere. Il tutto mentre molte amministrazioni locali stanno mettendo in discussione l’intero modello di riutilizzo dei beni confiscati in provincia di Caserta.” A lui ha fatto eco Valerio Taglione, coordinatore provinciale di Libera: «Non sappiamo se l’atto intimidatorio ai danni della cooperativa Eureka sia legato anche alla manifestazione dell’altro ieri a sostegno di Renato Natale, ma i gesti in terra di camorra sono anche fortemente simbolici. Perciò invitiamo tutti a non abbassare la guardia nei confronti della camorra e a respingere questo attacco concentrico contro le esperienze migliori di gestione dei beni confiscati». Tutte queste affermazioni confermano il clima inquinato che si respira in questi territori a noi così vicini. C’è il rischio di perdere fiducia in tutti e veder relegata la lotta alla illegalità a poche persone o realtà eroiche. E’ un rischio che non dobbiamo correre per evitare di scivolare verso quel qualunquismo stigmatizzato da Roberto Saviano nella ormai famosa espressione: “loro non sono, e noi non siamo tutti uguali.” Così mentre è nostro dovere ribadire certe differenze fra i territori è altrettanto doveroso ….