Le voci di un sogno è uno spettacolo di teatro, musica e danza che omaggia le figure di Nelson Mandela e Miriam Makeba e si fa portavoce dei loro messaggi di attivismo pacifista, rispetto dei diritti umani, diffusione dei valori della solidarietà e dell’accoglienza.
Lo spettacolo s’inserisce tra le attività di un progetto più ampio MA.MA. – Tributo a Nelson Mandela a 100 anni dalla nascita e Miriam Makeba a 10 anni dalla morte, unico vincitore del bando MigrArti 2018 in Campania promosso dal MIBACT.
Lo spettacolo per la regia di Gigi Di Luca prodotto da La Bazzarra, andrà in scena nel Cortile del Maschio Angioino il prossimo 18 luglio nella programmazione di Estate a Napoli 2018.
Ripercorrendo momenti di vita di Nelson Mandela e Miriam Makeba, lo spettacolo tocca i temi della partenza, dell’abbandono forzato della propria terra, dell’esilio, della separazione dai propri cari, della paura del diverso, del razzismo, ma anche dell’impegno civile, della cittadinanza attiva per costruire una nuova “comunità”, facendosi portavoce degli insegnamenti di figure emblematiche della lotta per i diritti umani quali sono Nelson Mandela e Miriam Makeba.
MA.MA. è un progetto artistico dalla forte valenza sociale che si propone l’ambizioso obiettivo di ripercorrere la strada dei due leader sudafricani e rinforzare il loro messaggio in questo particolare momento storico e intende far questo attraverso la musica, il teatro, l’arte i valori del dialogo e della diversità intesa come ricchezza e crescita . Il progetto ha ricevuto il patrocinio morale e il sostegno dell’Ambasciata del Sudafrica in Italia.

Regia Gigi Di Luca
Drammaturgia: Davide Sacco e Gigi Di Luca
Con la partecipazione di: Sonia Aimy, Ashai Lombardo Arop, Ibrahim Drabo , Afro Dream
E: Jennifer Omigie, John Paul Anichukwu, Mamadou Khadzaly Sylla, Francesca Murru, Ana Nikolic ,Matteo Dentella, Virginia Maresca, Tessy Igiba Akiado, Daniel Izuchukwu Ukanwa, Saad – Alaa Eldin Mohamed Osman, Cisse Namory, Hosameldinne Mohamed Abdelaziz Abdelwahab, Misolas Lily Diana Tolentino, Monica Cipriano, Sabira Francesca Ibrahim.

Questo percorso artistico ha avuto inizio lo scorso febbraio con la scrittura del progetto ad opera di Viviana Agretti e la ricerca di un partenariato che include inoltre il Centro Fernandes e l’Associazione Black and White di Castelvolturno, il Centro Dedalus di Napoli, la Onlus Maestri di Strada, l’Associazione Senegalesi di Napoli. Ha raccolto 20 artisti sui territori di Napoli e Castelvolturno, immigrati di seconda generazione. Comprende un percorso laboratoriale multidisciplinare iniziato a marzo che porterà alla performance del 18 luglio per omaggiare i 100 anni della nascita di Mandela. La tematica di partenza è senza dubbio la “nuova terra”, quel luogo in cui gli immigrati si trovano a vivere in un senso di sospensione e di abbandono. La separazione è il primo atto in cui si consuma l’immigrazione, quell’apartheid che porta via dalla casa, dalla terra di appartenenza, dai figli. Hugh Masekela parlava di un treno, mentre oggi le migrazioni seguono rotte navali, incrociando naufragi o sbarcando da quei barconi della morte su navi di ong che completeranno lo sbarco nel primo paese vicino.
Alcune scene dello spettacolo sono state create ritornando con la mente ai temi cari a Mandela e Makeba quali la separazione dalla libertà e dai cari quando si è costretti nella gabbia di un carcere o dalle sbarre invisibili dell’esilio.
L’intero format proseguirà oltre luglio nel suo percorso artistico per giungere in novembre alla seconda replica dello spettacolo che avrà luogo proprio a Castelvolturno per omaggiare simbolicamente e spiritualmente Mama Africa.

“MA.MA. racconta attraverso le voci di questi immigrati, la storia di due leader costretti per anni a non avere rapporti con il proprio popolo. Quel popolo, oggi come ieri ai vertici della discussione pubblica sui temi del razzismo e dell’accoglienza, li celebra attraverso le vie dell’arte. MA.MA. vuole essere anche qualcosa di più, vuole parlare della gabbia mentale del razzismo, del problema sociologico che questo comporta, della paura del diverso, tutte tematiche assolutamente contemporanee ed ancora irrisolte” (Gigi Di Luca).