Permesso di soggiorno per
motivi umanitari agli immigrati dal Nord Africa: il testo del decreto 5
aprile 2011.
Possono richiederlo gli immigrati dal Nord Africa entrati in Italia
dal 1 gennaio al 5 aprile 2011.
Con DPCM firmato il 5 aprile, in attesa di pubblicazione nella GU, il
Governo ha stabilito le condizioni del rilascio ed i contenuti del
permesso di soggiorno umanitario agli immigrati dal Nord Africa. In
particolare:
- la protezione umanitaria è concessa ai cittadini appartenenti ai Paesi
del Nord Africa giunti in Italia dal 1 gennaio alla mezzanotte del 5
aprile di quest'anno;
- il permesso di soggiorno deve essere richiesto entro otto giorni dalla
data di pubblicazione del decreto in GU ed è rilasciato dai questori con
procedure d'urgenza;
- il permesso di soggiorno ha una validità di sei mesi;
- il permesso di soggiorno, esibito insieme ad un documento di viaggio,
consente la circolazione nell'area Schengen fino a tre mesi (nel
rispetto delle condizioni stabilite dalla Convenzione, ndr);
- chi ha già presentato domanda di protezione internazionale può
rinunciare alla richiesta e chiedere il permesso per motivi umanitari;
- il permesso di soggiorno non può essere rilasciato: a chi ha subito un
provvedimento di espulsione notificato prima del 1 gennaio 2011; a chi è
stato denunciato o condannato per reati previsti dagli artt. 380 e 381
del cpp, con esclusione dei reati concernenti la violazione del divieto
di ingresso imposto agli espulsi o dell'ordine di allontanamento del
questore; a chi è ritenuto socialmente pericoloso.
Leggi il decreto.
(Red.)
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08 aprile 2011
Maroni: “sulla carta l’accordo con la Tunisia c’è, si
tratta di farlo applicare”.
In un’informativa alla Camera il Ministro dell’interno ha illustrato la
strategia del Governo per la gestione dei flussi migratori. “Un permesso di
soggiorno temporaneo ai migranti che hanno rappresentato l’intenzione di
andare in un altro Paese europeo”.
“Un permesso di soggiorno temporaneo ai migranti che hanno rappresentato
l’intenzione di andare in un altro Paese europeo, e sono la stragrande
maggioranza”. È quanto ha dichiarato ieri il ministro dell’Interno, Roberto
Maroni, nel corso di un’informativa urgente alla Camera dei deputati sulle
misure adottate in relazione all’eccezionale flusso di immigrazione verso
l’isola di Lampedusa.
In riferimento all’accordo siglato a Tunisi, Maroni ha precisato che “tutti
i tunisini che arriveranno dal momento della firma dell’intesa in avanti
saranno rimpatriati. Sulla carta l’accordo c’è: si tratta ora di farlo
applicare”. Ha poi annunciato che “un gruppo di contatto istituito dal
Governo seguirà passo passo le procedure”.
Quattro i punti, illustrati dal Ministro, in cui si articola la strategia
messa a punto dal Governo per fronteggiare l’emergenza e programmare futuri
interventi di gestione dei flussi migratori: confronto con le Regioni e le
autonomie locali, attività diplomatiche con i Paesi d’origine, rafforzamento
della collaborazione con quei Paesi, in particolare l’Egitto, il Marocco e
l’Algeria, iniziative presso l’Unione europea.
Dati alla mano, Maroni ha ricordato che dall’inizio del 2011 sono stati
registrati 390 sbarchi in Italia per complessivi 25.867 arrivi, di cui
23.352 sulle isole Pelagie: circa 21 mila i “sedicenti tunisini provenienti
dall’area sud, nei porti di Djerba e Zarzis”.
Dalla Libia, inoltre, sono giunti 10 natanti e 2.300 migranti, quasi tutti
somali o eritrei con un’intensificazione degli arrivi negli ultimi giorni.
“Ci sono segnali di ripresa – ha detto il Ministro – che ci fanno pensare
che possa intensificarsi il flusso di persone provenienti da Paesi
sub-sahariani, che fuggono da guerre e terribili condizioni umane e possono
esser ricomprese nella categoria dei profughi”.
Il titolare del Viminale ha, infine, annunciato l’incontro che ci sarà oggi
con il Ministro dell’interno francese per definire un sistema comune in
materia di immigrazione, riferendo, inoltre, che lunedì 11 aprile, volerà a
Bruxelles per partecipare al consiglio GAI, nel corso del quale
proporrà l’adozione di un sistema di accordi globali per la gestione dei
flussi migratori secondo una strategia condivisa che coinvolga tutti i Paesi
membri.
(Red.)