DA REPUBBLICA DEL 9 GENNAIO 2010
numeri del ministero indicano che il problema esiste soprattutto nel
Settentrione
Una ricerca della Moratti dimostrava che gli italiani vanno meglio in classi
multietniche
Tetto del 30% agli studenti "stranieri"
in ballo 500 scuole, quasi tutte al Nord
di SALVO INTRAVAIA
Una classe multietnica in una scuola materna ed elementare milanese
ROMA - Il tetto al numero di stranieri in classe è una partita quasi tutta
padana. I dati sulla presenza nelle aule scolastiche degli oltre 629mila alunni
con cittadinanza non italiana lo indicavano già: nelle otto regioni più
settentrionali ce ne sono quasi 411 mila, il 65 per cento del totale.
E a confermarlo arrivano anche i numeri diffusi ieri sera da viale Trastevere
sulle scuole con una presenza di allievi stranieri superiore al 20 per cento e
su quelle che superano addirittura il 30 per cento. E a conti fatti, si può
affermare che al Nord una scuola su tre ha più del 20 per cento di alunni
stranieri.
Nello scorso anno scolastico, comunicano da Palazzo della Minerva, "490 sono
state le istituzioni scolastiche, concentrate soprattutto al Nord, che hanno
avuto una presenza di alunni con cittadinanza non italiana superiore al 30 per
cento, mentre 1.103 sono state quelle, sempre in prevalenza al Nord, con
presenza di allievi stranieri pari al 20/30 per cento".
In totale, dunque, si tratta di 1.593 istituzioni scolastiche quasi tutte nel
settentrione d'Italia, dove in totale si contano 3.686 scuole. Le cifre
ufficiali del ministero sono contenute nella circolare sulle "Indicazioni e
raccomandazioni per l'integrazione di alunni con cittadinanza non italiana", che
ha riportato la scuola al centro del dibattito politico. Questa volta per il
tetto del 30 per cento al numero di alunni stranieri introdotto, a partire dal
prossimo anno scolastico, dal ministro Mariastella Gelmini. "Non certo per un
problema di razzismo ma per un problema soprattutto didattico", ha dichiarato la
stessa Gelmini che, con questo provvedimento, intende "favorire l'integrazione",
evitando "la formazione di classi ghetto con soli alunni stranieri".
Ma un documento elaborato nel 2005 dal ministero dell'Istruzione ai tempi di
Letizia Moratti sembra confutare questa tesi. Quel documento affermava che
l'aumento della percentuale degli studenti stranieri in classe non incideva sul
tasso di promozione. Anzi la presenza di alunni stranieri nelle scuole italiane
migliora anche i risultati degli alunni italiani. Nelle scuole elementari di
medie dimensioni (con oltre 300 alunni), pur essendo inferiore a quello dei
compagni italiani, il tasso di promozione degli alunni stranieri aumenta man
mano che cresce la presenza degli stranieri stessi in classe.
Alle medie le cose vanno diversamente. Ma la percentuale di alunni italiani
promossi a fine anno è maggiore nelle scuole elementari e medie con almeno un
alunno straniero rispetto alle scuole dove non ci sono alunni di altre
nazionalità. E, di nuovo, la variazione sul tasso di promozione al crescere
della percentuale di stranieri in classe è poco significativa, quando non
aumenta addirittura.