Cenone, canti e liturgie: vince la solidarietà

SILVESTRO MONTANARO Ci sono i cattolici di casa nostra e quelli che giungono da altre parti del mondo. Questi ultimi sono di casa e si sentono letteralmente a casa nella parrocchia «ad personam» intitolata a Santa Maria dell’Aiuto a Castelvolturno nell’arcidiocesi di Capua. Che vuole essere una sorta di ponte verso l’integrazione piena nelle comunità cattoliche in cui si arriva. Non c’è un territorio ma si fa riferimento diretto alle persone. In stile missionario. Il Natale è festa solenne per tutti e anche la Santa Messa nei suoi caratteri dogmatici è la stessa: sono le modalità del rito a essere differenti: «La nostra messa di mezzanotte - afferma il parroco Giorgio Poletti, comboniano - è in stile africano perché la maggior parte dei fedeli appartiene a quella terra: quindi tempi notevolmente più lunghi, intorno alle due ore, canti, balli, strumenti etnici in particolare a percussione, un numero solitamente maggiore di intenzioni per la preghiera dei fedeli che risulta solitamente più lunga e spontanea». Santa Maria dell’Aiuto è stata la prima parrocchia di questo tipo in Italia e ancor oggi nel nostro Paese i casi analoghi, nonostante il flusso dei migranti sia considerevole, si contano sulle dita di una mano. «Celebrerò una messa di mezzanotte di Natale bilingue - precisa padre Poletti - parte in polacco e parte in inglese». L’arcivescovo di Capua Bruno Schettino dedica grande attenzione a questa realtà con visite pastorali piuttosto frequenti per un popolo di Dio che esprime in modo significativo anche la realtà di fede del litorale domizio. Nella domenica successiva al Capodanno è prevista la cresima di due cattolici di nazionalità polacca. Anche il cenone della vigilia presso il Centro Fernandes (che ospita fisicamente la parrocchia) è particolare rispetto alla tradizione marinara che è un «must» della Campania. «Nel rispetto delle diverse culture - afferma Antonio Casale, direttore del Fernandes - che siedono al nostro desco (una sorta di Onu: indiani induisti, cattolici di vari Paesi, ortodossi, musulmani, pentecostali) non serviamo carne macellata secondo i modi in uso nell’Occidente perché induisti e musulmani riterrebbero le pietanze impure e inconsumabili». Vale la pena di dare uno sguardo al menù: prima portata è il «fried rice», riso farcito con piselli e carne di pollo; poi si prosegue con il «meat pie», pastafrolla ripiena di carne macinata, carote, ricotta, piselli e patate; si può gustare inoltre «egg roll» un panettone tipico africano e, da bere succhi di frutta e «vita malt», birra d’orzo. Prima di cominciare a mangiare si recita una preghiera interconfessionale. Torniamo in Occidente. La Tenda di Abramo struttura di accoglienza della Caritas diocesana di Caserta accoglierà 80 persone. «La buona volontà non manca - riferisce il responsabile del vettovagliamento Michele Luongo - ma è il risultato della solidarietà, in una difficile contingenza economica, a mostrare limiti. Complici i prezzi più onerosi di tutti i generi alimentari. In perfetta logica euro».