«Non solo Casale, da noi i danni peggiori»

IL MATTINO 28/08/2008

ANTONIO PISANI Undici omicidi dal novembre scorso, dieci dei quali di matrice camorristica, una serie infinita di attentati intimidatori contro attività commerciali, un degrado ambientale che fa scappare i turisti, e un tessuto sociale disarticolato, diviso com’è tra residenti rassegnati ed extracomunitari, più della metà clandestini, molti dei quali dediti al traffico di droga o alla prostituzione. Castelvolturno è ancora e sempre «città di frontiera», come è più di Casal di Principe, ricorda il suo sindaco Francesco Nuzzo (in foto), che ieri, in una lettera dai toni velatamente polemici, ha chiesto al ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini di replicare nella città del litorale la visita che farà in un istituto di Casal di Principe all’apertura dell’anno scolastico; il suo arrivo fa seguito alla visita di Bertinotti nel 2007, e di Lumia e Saviano l’anno prima in occasione sempre dell’inaugurazione dell’anno scolastico. «La necessità di restituire a Casal di Principe, e non solo, la piena dignità che la stragrande maggioranza della popolazione, laboriosa, intelligente, solidale, possiede e difende tutti i giorni dalle generalizzazioni e dai luoghi comuni - scrive l’ex magistrato - è obiettivo di tutti quanti sono impegnati nella lotta per il ripristino pieno della legalità, combattendo la camorra e la zona di grigia delinquenza che le permette di rimanere abbarbicata al territorio e alla sua economia». «Intendo, però - continua - cogliere l’occasione per sottolineare che l’attività del clan dei Casalesi, purtroppo, ha prodotto i danni peggiori sul litorale domitio, e sul territorio del comune di Castelvolturno. Non si tratta di definire - specifica Nuzzo - una macabra graduatoria di chi ha pagato di più, anche in termini di vite umane, a causa della presenza e dell’attività dei clan». Se Casale e i paesi limitrofi sono terra d’origine dei boss e dei loro luogotenenti, killer compresi, Castelvolturno, suggerisce Nuzzo dati alla mano, proprio perché terra di nessuno, e men che mai dello Stato, è teatro dei più vari traffici illeciti e, con il suo vasto territorio, è il porto di mare dei latitanti dei clan, casalesi ma anche napoletani. Una cappa oppressiva che costringe i commercianti ad andarsene e che spegne la passione civile dei cittadini, come dimostra la scarsa partecipazione ai funerali di Domenico Noviello, imprenditore ucciso il 16 maggio scorso dai killer dei Casalesi per aver denunciato il pizzo, o il flop della successiva marcia per la legalità che vide la presenza di poche decine di studenti. «Nonostante tutto - fa notare il sindaco - si lavora, senza timori, a disegnare lo sviluppo e la città futura. La città senza regole ha finalmente un proposta di pianificazione territoriale e delle attività commerciali e turistiche». Alcune importanti opere stanno per essere avviate, «tra esse il porto turistico; mentre il ministero dell’Ambiente ha assunto precisi impegni per bonificare e recuperare il territorio e disinquinare i corsi d’acqua». Occasioni di rilancio importanti per la città ma anche di guadagno per la camorra, a meno che lo Stato non si riappropri di un territorio abbandonato per anni. In un terra così degradata, la scuola rappresenta uno dei pochi presidi di legalità e di speranza. «In questo scenario - evidenzia Nuzzo - tutti abbiamo consapevolezza dell’importanza fondamentale e insostituibile della scuola e dell’istruzione a tutti i livelli; nell’impegno, difficile e stimolante, non vorremmo però rimanere soli». Una eventuale visita della Gelmini sarebbe insomma un segnale per i giovani. «Le chiedo a nome dell’intera città, degli scolari, degli studenti e delle loro famiglie, di programmare una visita anche in città e un incontro con le nostre scuole allo scopo di attestare la vicinanza dello Stato e il concreto aiuto al nostro complesso lavoro di tutti i giorni» conclude Nuzzo.