ROMA - Otto milioni di
persone l'anno muoiono a causa della siccità e delle
malattie legate alla mancanza di servizi igienico-sanitari e
di acqua potabile e secondo le stime dell'Onu nel 2030 fino
a tre miliardi di persone potrebbero rimanere senz'acqua.
L'allarme viene lanciato in occasione della Giornata
Mondiale dell'Acqua. Inquinamento, cambiamenti climatici,
sprechi, renderanno infatti ancora più difficile il
reperimento dell'acqua potabile. Nel mondo si passa da una
disponibilità media di 425 litri al giorno per ogni abitante
degli Stati Uniti ai 10 di un abitante del Madagscar, dai
237 litri a persona disponibili in Italia ai 150 in Francia.
La stima del consumo medio di una famiglia occidentale è di
oltre 300 litri al giorno, ma scende drasticamente sotto i
20 litri per una famiglia africana.
Secondo l'Onu 3.900 bambini muoiono ogni giorno per mancanza
d'acqua. La zona più esposta rimane l'Africa: fino a 250
milioni di persone coinvolte e seri rischi per l'area
sub-sahariana. Poi, il Medio Oriente dove sono presenti meno
dell'1% delle risorse idriche a livello mondiale, mentre il
5% dei Paesi arabi - la regione più arida al mondo - già
sono al limite delle risorse idriche. Stando alle
previsioni, la popolazione mondiale, ora a 6,6 miliardi di
persone, crescerà di 2,5 miliardi entro il 2050 comportando
un aumento della domanda di acqua dolce di 64 miliardi di
metri cubi all'anno.
La ricerca dei mezzi più efficaci per diffondere e
interpretare le notizie sul clima e l'acqua nel continente
sarà al centro di una conferenza panafricana a livello
ministeriale, che si svolgerà a Nairobi dal 12 al 16 aprile.
Promossa dall'Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) in
partenariato con l'Unione africana, la riunione sarà la
prima del genere a svolgersi nel continente. Nella riunione,
i ministri africani responsabili della meteorologia
affronteranno temi relativi alle questioni legate al clima e
alle risorse idriche in Africa, dove "numerosi Paesi", ha
rilevato l'0mm, "sono molto vulnerabili davanti ai
disastrosi effetti dei cambiamenti climatici".
L'Europa è naturalmente in condizioni migliori, eppure,
secondo dati diffusi da Bruxelles, tra il 1976 e il 2006
almeno l'11% degli europei ha sofferto di carenza d'acqua,
con un danno per l'economia di almeno 100 miliardi di euro.
Storicamente, il problema è più serio nell'Europa
meridionale. I Paesi del Mediterraneo ricorrono sempre di
più alla desalinizzazione per la fornitura di acqua dolce.
Si stima che la Spagna nei prossimi 50 anni raddoppierà il
numero dei suoi impianti, che attualmente coprono il
fabbisogno di otto milioni di persone al giorno. Anche
l'Inghilterra comincia ad affrontare lo stesso problema.
L'indice di stress idrico, che mostra le risorse disponibili
in un Paese o in una regione rispetto alla quantità d'acqua
utilizzata, vede l'Italia tra i Paesi alle prese con
carenze, oltre a Belgio, Bulgaria, Cipro, Germania, Malta,
Spagna e Regno Unito. Il Mediterraneo poi vede un forte
impatto dei turisti sul prelievo di acqua, nel periodo di
picco, fra maggio e settembre.
Ma in Italia "si assiste a uno spreco assurdo: le reti sono
un colabrodo. Disperdono in alcuni casi anche un terzo della
risorsa, mentre sono 8,5 milioni gli italiani che vivono in
zone ove l'acqua ha difficoltà ad essere erogata con
continuità'', ricorda il presidente della Cia-Confederazione
italiana agricoltori Giuseppe Politi. Infatti su 383 litri
di acqua erogati mediamente per ogni cittadino, solo 278
litri arrivano realmente a destinazione. Secondo la Cia le
zone dell'Europa soggette a forte stress idrico "dovrebbero
passare dal 19 per cento odierno al 35 per cento nel
decennio 2070''.
L'Italia è anche il Paese dell'acqua minerale: secondo una
ricerca di Legambiente nel 2008 sono stati imbottigliati
12,5 miliardi di litri di acqua, per un consumo pro capite
di 194 litri, più del doppio della media europea e
americana. Acqua di sorgente prelevata da 189 fonti da cui
attingono 321 aziende imbottigliatrici "che pagano spesso
cifre irrisorie per realizzare poi enormi profitti, come
dimostra il giro di affari di 2,3 miliardi di euro raggiunto
nel 2008".