CITTA' DEL VATICANO, venerdì, 27 novembre 2009
Pubblichiamo il testo del messaggio di Benedetto XVI per la prossima Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato sul tema I migranti e i rifugiati minorenni,
che si svolgerà domenica 17 gennaio 2010.
(Santa Messa in diretta Rai dalla
Cattedrale di Capua)
* * *
Cari fratelli e sorelle,
la celebrazione della Giornata del Migrante e del Rifugiato mi offre nuovamente
l'occasione di manifestare la costante sollecitudine che la Chiesa nutre verso
coloro che vivono, in vari modi, l'esperienza dell'emigrazione. Si tratta di un
fenomeno che, come ho scritto nell'Enciclica Caritas in veritate, impressiona
per il numero di persone coinvolte, per le problematiche sociali, economiche,
politiche, culturali e religiose che solleva, per le sfide drammatiche che pone
alle comunità nazionali e a quella internazionale. Il migrante è una persona
umana con diritti fondamentali inalienabili da rispettare sempre e da tutti (cfr
n. 62). Il tema di quest'anno - "I migranti e i rifugiati minorenni" tocca un
aspetto che i cristiani valutano con grande attenzione, memori del monito di
Cristo, il quale nel giudizio finale considererà riferito a Lui stesso tutto ciò
che è stato fatto o negato "a uno solo di questi più piccoli" (cfr Mt 25,
40.45). E come non considerare tra "i più piccoli" anche i minori migranti e
rifugiati? Gesù stesso da bambino ha vissuto l'esperienza del migrante perché,
come narra il Vangelo, per sfuggire alle minacce di Erode dovette rifugiarsi in
Egitto insieme a Giuseppe e Maria (cfr Mt 2,14).
Se la Convenzione dei Diritti del Bambino afferma con chiarezza che va sempre
salvaguardato l'interesse del minore (cfr art. 3), al quale vanno riconosciuti i
diritti fondamentali della persona al pari dell'adulto, purtroppo nella realtà
questo non sempre avviene. Infatti, mentre cresce nell'opinione pubblica la
consapevolezza della necessità di un'azione puntuale e incisiva a protezione dei
minori, di fatto tanti sono lasciati in abbandono e, in vari modi, si ritrovano
a rischio di sfruttamento. Della drammatica condizione in cui essi versano, si è
fatto interprete il mio venerato Predecessore Giovanni Paolo II nel messaggio
inviato il 22 settembre del 1990 al Segretario Generale delle Nazioni Unite, in
occasione del Vertice Mondiale per i Bambini. "Sono testimone egli scrisse -
della straziante condizione di milioni di bambini di ogni continente. Essi sono
più vulnerabili perché meno capaci di far sentire la loro voce" (Insegnamenti
XIII, 2, 1990, p. 672). Auspico di cuore che si riservi la giusta attenzione ai
migranti minorenni, bisognosi di un ambiente sociale che consenta e favorisca il
loro sviluppo fisico, culturale, spirituale e morale. Vivere in un paese
straniero senza effettivi punti di riferimento crea ad essi, specialmente a
quelli privi dell'appoggio della famiglia, innumerevoli e talora gravi disagi e
difficoltà.
Un aspetto tipico della migrazione minorile è costituito dalla situazione dei
ragazzi nati nei paesi ospitanti oppure da quella dei figli che non vivono con i
genitori emigrati dopo la loro nascita, ma li raggiungono successivamente.
Questi adolescenti fanno parte di due culture con i vantaggi e le problematiche
connesse alla loro duplice appartenenza, condizione questa che tuttavia può
offrire l'opportunità di sperimentare la ricchezza dell'incontro tra differenti
tradizioni culturali. È importante che ad essi sia data la possibilità della
frequenza scolastica e del successivo inserimento nel mondo del lavoro e che ne
vada facilitata l'integrazione sociale grazie a opportune strutture formative e
sociali. Non si dimentichi mai che l'adolescenza rappresenta una tappa
fondamentale per la formazione dell'essere umano.
Una particolare categoria di minori è quella dei rifugiati che chiedono asilo,
fuggendo per varie ragioni dal proprio paese, dove non ricevono adeguata
protezione. Le statistiche rivelano che il loro numero è in aumento. Si tratta
dunque di un fenomeno da valutare con attenzione e da affrontare con azioni
coordinate, con misure di prevenzione, di protezione e di accoglienza adatte,
secondo quanto prevede anche la stessa Convenzione dei Diritti del Bambino (cfr
art. 22).
Mi rivolgo ora particolarmente alle parrocchie e alle molte associazioni
cattoliche che, animate da spirito di fede e di carità, compiono grandi sforzi
per venire incontro alle necessità di questi nostri fratelli e sorelle. Mentre
esprimo gratitudine per quanto si sta facendo con grande generosità, vorrei
invitare tutti i cristiani a prendere consapevolezza della sfida sociale e
pastorale che pone la condizione dei minori migranti e rifugiati. Risuonano nel
nostro cuore le parole di Gesù: "Ero forestiero e mi avete ospitato" (Mt 25,35),
come pure il comandamento centrale che Egli ci ha lasciato: amare Dio con tutto
il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente, ma unito all'amore al prossimo
(cfr Mt 22,37-39). Questo ci porta a considerare che ogni nostro concreto
intervento deve nutrirsi prima di tutto di fede nell'azione della grazia e della
Provvidenza divina. In tal modo anche l'accoglienza e la solidarietà verso lo
straniero, specialmente se si tratta di bambini, diviene annuncio del Vangelo
della solidarietà. La Chiesa Io proclama quando apre le sue braccia e opera
perché siano rispettati i diritti dei migranti e dei rifugiati, stimolando i
responsabili delle Nazioni, degli Organismi e delle istituzioni internazionali
perché promuovano opportune iniziative a loro sostegno. Vegli su tutti materna
la Beata Vergine Maria e ci aiuti a comprendere le difficoltà di quanti sono
lontani dalla propria patria. A quanti sono coinvolti ne vasto mondo dei
migranti e rifugiati assicuro la mia preghiera e imparto di cuore la Benedizione
Apostolica.
Dal Vaticano, 16 ottobre 2009
BENEDICTUS PP. XVI