Chiese evangeliche africane a Castel Volturno

di Donato Di Sanzo e Maria Antonietta Maggio

 

 

Indice

Premessa ……………………………………………………………..……………….pag.3

1. Analisi di sfondo e di contesto

1.1 Storia dei luoghi

1.1.1 Storia dell’immigrazione nell’area di Castel Volturno……………..pag. 4

BOX 1 La storia di Jerry Masslo

1.1.2 La strage di Castel Volturno o strage di San Gennaro……………..pag. 8

1.2 Sul campo

1.2.1 Le persone………………………………………………………………….…pag.10

1.2.2 I luoghi……………………………………………………………………...…pag.13

1.2.3 Le chiese pentecostali, ipotesi di ricerca……………………………..pag.15

2. Mappatura delle comunità religiose e delle chiese

2.1 I dati……………………………………………………………………...……….pag.18

2.2 La ricerca

2.2.1 Metodologia di ricerca……………………………….…………………….pag.22

BOX 2 Movimento pentecostale e carismatico in Ghana e Nigeria

2.2.2 Le chiese pentecostali a Castel Volturno……………………………..pag.26

3. Conclusioni

3.1 Analisi dei dati………………………………………………………………...pag.45

3.2 Tipologie di chiese……………………………………………………………pag.47

3.3 Discussione delle ipotesi…………………………………………………....pag.49

3.4 Slittamento denominazionale…………………………………………...…pag.56

3.5 Possibili scenari futuri………………….……………………………………pag.57

3.6 Il dialogo con le religioni come fattore di inclusione sociale……...pag.59

Ringraziamenti

 

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1.2 Sul campo

1.2.1 Le persone

Nell‟area di Castel Volturno operano numerose associazioni, soggetti e attori impegnati, a vario titolo, nel lavoro di mediazione culturale e integrazione. Tra aprile e luglio 2010 è risultato necessario intervistare e incontrare, più volte nel prosieguo della ricerca, alcuni di essi; le prime ipotesi in merito all‟attività e alla collocazione delle chiese pentecostali africane, infatti, sono state formulate a partire dalle considerazioni degli attori incontrati.

Il Centro immigrati Campania "Fernandes" è una struttura di prima accoglienza realizzata nel 1996 dall‟Arcidiocesi di Capua, nello stabile donato dalla famiglia Fernandes. Oggi ospita circa cinquanta immigrati e Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 11

venti operatori e sostiene un presidio psico-socio-sanitario, una mensa, corsi periodici di alfabetizzazione alla lingua italiana e progetti di integrazione.

Il centro è collocato al chilometro 33.500 della via Domiziana, nel cuore dell‟agglomerato di abitazioni in cui vive buona parte della popolazione immigrata. Rappresenta un punto di riferimento per la sua attività e la sua posizione.

I primi dati sulla presenza di immigrati sono stati reperiti in occasione di ripetuti incontri con il direttore del "Fernandes", dott. Antonio Casale, e con i suoi collaboratori. Tra questi, Marisa Perone e Suor Anthonia, suora nigeriana impegnata con le ragazze recuperate alla tratta delle prostitute e ospitate nella struttura.

Un‟altra delle presenze religiose organizzate attive sul territorio è la comunità dei Padri Comboniani, operante dal 1994 e che dal 2004 ha dato vita alla "Casa del Bambino", un asilo per i figli degli immigrati aperto per otto ore al giorno. I Padri Comboniani insieme all‟associazione Black&White si dedicano alla pastorale attraverso l‟accoglienza, l‟evangelizzazione e la difesa dei diritti degli immigrati. Uno dei padri, Antonio Bonato, è il parroco della Chiesa Santa Maria dell‟Aiuto, collocata nella struttura del centro "Fernandes" e frequentata da circa 70 africani, con messa in inglese.

Per quanto riguarda il mondo non cattolico, bisogna segnalare che la presenza di chiese evangeliche italiane sul territorio è consistente e non recente: esse originano da una prima opera di evangelizzazione avvenuta fra la fine degli anni ‟70 e gli inizi degli anni ‟80. Si tratta di gruppi religiosi di italiani formatisi a partire dall‟opera di Vittorio Lauretano, che alla fine degli anni ‟70 rientrò dagli Usa nel suo territorio di origine come pastore missionario della Chiesa evangelica americana. La sua predicazione diede vita, nel 1983, alla Chiesa Evangelica di Via Domiziana km 32,200, alla quale si aggregarono momentaneamente alcuni dei primi immigrati provenienti da Nigeria, Costa d‟Avorio, Ghana e Cameroon. Dal 1993, dopo la morte di Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 12

Lauretano, Raffaele Caruso fu scelto come nuovo pastore definitivo della Chiesa Evangelica di Castel Volturno.

La chiesa pentecostale evangelica "Emanuele", nel Villaggio Coppola, è una delle presenze più significative nel panorama religioso dell‟area. Dalle testimonianze di alcuni fedeli della comunità "Emanuele", l‟attività delle chiese pentecostali africane, oggetto della ricerca, risulta essere completamente distinta rispetto a quella delle chiese italiane. Talvolta, esistono esperienze di culto che si alternano negli stessi locali.

La chiesa "Emanuele" fu fondata nel 1990 e aderisce al Movimento Chiese Cristiane Evangeliche Nuova Pentecoste, una federazione con sede nella vicina Aversa, che raggruppa diverse esperienze di appartenenza al movimento pentecostale in Italia. Ad Aversa ha sede anche la Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose, diretta dal preside Carmine Napolitano, che ha costituito un punto di riferimento istituzionale nello svolgimento della ricerca.

E‟ opportuno segnalare l‟opera di numerose organizzazioni non direttamente legate al mondo religioso che lavorano sul tema dell‟immigrazione nell‟area di Castel Volturno e in tutto il casertano.

L‟associazione Jerry Essan Masslo, fondata nel 1989, ha sede a Casal di Principe e Castel Volturno, raccoglie medici e volontari impegnati nell‟assistenza medico-sociale e nella mediazione culturale; uno degli animatori dell‟associazione è Jean René Bilongo, mediatore camerunense che è stato un punto di riferimento costante nel corso della ricerca, per l‟approfondita conoscenza del territorio e degli attori che vi lavorano.

Altri soggetti impegnati nel lavoro di integrazione sono: la casa famiglia "Laila" di Castel Volturno, il centro sociale ex Canapificio di Caserta e la Tenda di Abramo.

L‟opera e l‟impegno di questi attori non riesce a rispondere pienamente alle esigenze delle comunità di immigrati. Dalle testimonianze raccolte viene Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 13

fuori il carattere emergenziale degli interventi in assenza di politiche di integrazione efficaci da parte delle istituzioni e degli enti locali.

Dati aggiornati dell‟anagrafe comunale di Castel Volturno riferiscono, per il 2009, di una presenza di residenti stranieri che conta circa 2450 unità.

Le difficoltà di reperire dati ufficiali, dovute alla mancanza di studi specifici e approfonditi sul fenomeno migratorio nell‟area, non consentono di effettuare facilmente una stima del numero di migranti effettivamente presenti sul territorio.

La consistenza del dato, già importante, non fornisce tuttavia un quadro attendibile della situazione reale. Le stime non ufficiali esistenti, elaborate sulla base delle valutazioni informali degli operatori (e che quindi non hanno valore scientifico), parlano di circa 8000 immigrati, di cui circa 5000 irregolari, prevalentemente provenienti dall‟Africa Sub-Sahariana (soprattutto Nigeria e Ghana).

L‟attenzione che i mezzi di informazione periodicamente rivolgono al fenomeno, è legata a situazioni di particolare emergenza e gravità, come l‟agguato di camorra (la strage di San Gennaro del 18 settembre 2008) in cui furono assassinati i sei cittadini africani. Questo approccio diffonde un‟idea che qualifica il fenomeno migratorio come recente ed estemporaneo. In realtà l‟immigrazione nell‟area domizia, come detto, è un processo trentennale che ha progressivamente modificato la fisionomia del territorio e ne ha ridefinito profondamente i caratteri.

1.2.2 I luoghi

Il comune di Castel Volturno, a metà strada fra Napoli e il litorale domizio, conta 23594 abitanti regolarmente residenti. In alcune zone della cittadina, la via Domiziana in particolare, gli immigrati costituiscono la stragrande maggioranza della popolazione. Il territorio di Castel Volturno, lungo la Domiziana, è visivamente segnato dall‟abusivismo edilizio. La strada è Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 14

dominata da piccoli gruppi di case con giardino, palazzine incomplete con mattoni a vista e condomini di cemento apparentemente abbandonati. Una attenta ricognizione visiva, permette di intuire che si tratta di una zona ad alta densità abitativa. La via Domiziana è continuamente incrociata da piccole strade, spesso non asfaltate, che conducono ad altri complessi residenziali; in questi spazi convivono le abitazioni e le attività di italiani e africani.

Il tratto della statale che collega Pinetamare, Villaggio Coppola e Baia Verde presenta le caratteristiche di un luogo a vocazione turistica, ma mostra come il modello di sviluppo seguito sia evidentemente fallito. La presenza di strutture ricettive in disuso o riconvertite, spesso abusivamente, in appartamenti per più famiglie di immigrati è un segno visivo del fallimento. La zona di Baia Verde, dove si verificò la strage del 2008, è un comprensorio di villette a schiera, inquadrate in un sistema di parchi ad accesso privato. Tra queste, alcune sono in vendita, mentre altre risultano essere tra i beni confiscati alla camorra e gestiti da organizzazioni senza fini di lucro, come Libera.

Salendo sui bus M1 (Napoli-Mondragone) o T51 (Aversa-Pinetamare), i più frequenti e utilizzati dagli immigrati, si fa esperienza di una realtà separata, in cui si chiedono informazioni in italiano e si ottiene una risposta in inglese (stessa cosa che avviene per strada); ugualmente, ad un primo passaggio, si notano numerosi african market, ristoranti africani, western union per il trasferimento di denaro, insegne e locandine di alcune delle chiese africane che annunciano un programma. La via Domiziana è disseminata dalle sedi delle numerose chiese pentecostali, segnalate da cartelloni in inglese che ne riportano il nome e i riferimenti telefonici. La loro visibilità ha costituito il punto di partenza dell‟indagine, proprio per la facilità di stabilire i primi contatti con pastori o responsabili delle comunità religiose.

La presenza di numerosi alberghi di lusso, appartenenti a catene internazionali, o più modeste pensioni, piccole pinete e grossi centri commerciali è ugualmente parte del territorio. Lungo le strade, è comune Bozza in via di perfezionamento Donato Di Sanzo, Maria Antonietta Maggio 15

ritrovare cumuli giacenti di immondizia e residui di piccoli roghi nei pressi dei cassonetti.

Nei dintorni di Castel Volturno, soprattutto nelle campagne della vicina Villa Literno, si trovano coltivazioni estensive di pomodoro e allevamenti di bufale. Il piccolo turismo che si concentra lungo le spiagge della baia domizia costituisce, al pari del lavoro offerto nei campi, una opportunità di occupazione stagionale per gli immigrati.

1.2.3 Le chiese pentecostali, ipotesi di ricerca

Questo lavoro di ricerca si pone lobiettivo di indagare in profondità il fenomeno della proliferazione delle chiese evangeliche e pentecostali africane nellarea di Castel Volturno. A partire dal 2000, si è assistito ad un incremento quasi esponenziale del numero di comunità religiose cristiane di migranti attive sul territorio; se in quellanno, infatti, era possibile contarne da 4 a 6, oggi le esperienze di questo tipo risultano essere circa 40. Lindagine ha cercato di concentrarsi su quattro principali direttive:

 

1. Lelaborazione di un conteggio e di una mappatura attendibile (finora inesistente) delle chiese pentecostali africane a Castel Volturno.

 

2. La comprensione dei meccanismi di natura religiosa, politica o meramente logistica attraverso i quali le chiese si sono moltiplicate.

 

3. La definizione delle modalità di interazione fra le chiese e della loro funzione sociale nel contesto religioso plurale e, più in generale, nella società.

 

4. Lelaborazione di scenari futuri possibili a partire dallattuale contesto.

 

Il lavoro sul campo ha rappresentato la prima e sostanziale dimensione di ricerca, nellesigenza di giungere ad una maggiore comprensione del contesto e del fenomeno di riferimento. Lindagine è proceduta attraverso lelaborazione e la verifica di una serie di ipotesi, formulate sul campo e unite allapprofondimento e alla riflessione teorica:

 

Ipotesi 1 L’incremento del numero delle chiese pentecostali africane nell’area di Castel Volturno risponde a dinamiche di “mercato” religioso.

Con tale definizione ci si riferisce al fatto che la consistente comunità di immigrati provenienti dallAfrica Sub-Sahariana esprime una ampia domanda di spiritualità e religione. Lalto numero di chiese rappresenterebbe lofferta variegata di diverse opzioni religiose nellambito del pentecostalismo. Le varianti nel culto, di ordine pratico o teologico, e lorganizzazione interna delle diverse comunità incontrerebbero le preferenze dei fedeli.

 

Ipotesi 2 La presenza di un numero consistente di chiese è in relazione con l’esistenza sul territorio di una forte criminalità organizzata e si inquadra nella condizione generale di indigenza e disoccupazione in cui vive la maggior parte degli immigrati.

Larea di Castel Volturno è fortemente segnata dalle azioni criminali della camorra. Il mercato della prostituzione e quello della droga possono coinvolgere a più livelli gli immigrati. Nel 2003, a seguito delloperazione “Restore Freedom”, la DIA di Napoli ha contestato per la prima volta il reato di associazione mafiosa ad unorganizzazione criminale straniera operante sul territorio nazionale. Fra gli immigrati arrestati vi era anche il pastore responsabile di una chiesa di Villa Literno. A suo carico furono contestati i reati di favoreggiamento della prostituzione, traffico di stupefacenti, falsificazione di documenti. Nellipotesi, le chiese sarebbero coinvolte, direttamente o indirettamente, nellacquisizione di profitti derivanti da queste attività criminali.

Ipotesi 3 La costituzione di una nuova chiesa rappresenta l’opportunità, per i leader, di intraprendere una vera e propria attività imprenditoriale, di realizzare profitti economici costanti e di acquisire autorità nell’ambito della comunità.

Il modello di sviluppo seguito dalle chiese pentecostali africane, e non solo, prevede successive divisioni che portano alla nascita di nuove comunità religiose. Nel particolare contesto oggetto della ricerca, questo fenomeno rappresenterebbe una opportunità di riscatto e acquisizione di leadership per il nuovo pastore. Ciò porterebbe a immediate conseguenze positive, di ordine economico e sociale, nella vita del leader.

 

Ipotesi 4 La competizione intercomunitaria e fra i leader porta alla divisione e alla creazione di nuove chiese, favorita dalla facilità di reperire fedeli e strutture da adibire al culto.

Nellambito di una stessa comunità religiosa, la formazione di nuovi pastori o la legittimazione di nuovi leader carismatici, a volte giovani, porterebbe alla divisione e alla creazione ex novo di una distinta chiesa. Questo processo rappresenterebbe un freno pregiudiziale alla collaborazione fra i pastori e fra i leader informali. I rapporti fra le varie chiese nel contesto sarebbero guidati da una dialettica competitiva.

 

Ipotesi 5 Le chiese tendono a formarsi intorno all’appartenenza identitaria nazionale o etnica; ciò aumenta i conflitti e le divisioni.

I migranti che partecipano alle attività delle chiese provengono prevalentemente dai Paesi dellAfrica Centro-Occidentale (Ghana, Nigeria, Costa dAvorio, Togo, Gambia, Camerun). Tra di essi sopravvivrebbero le appartenenze nazionali e, nellambito di queste, le divisioni etniche. Queste dinamiche porterebbero allesistenza di comunità religiose formate solo da membri di ununica nazione o etnia; ciò aumenterebbe la competizione fra le chiese.