TRAFFICO ESSERI
UMANI
DA ROMA PINO CIOCIOLA - AVVENIRE
U na marea di sofferenza e dolori: quella dei 'piccoli schiavi' del terzo
millennio. Sono infatti stimate in 2 milioni e 700mila le vittime della tratta
di esseri umani nel mondo, l’80 per cento delle quali è fatto di donne e
bambini. Un enorme business con un volume di affari – gestito da reti criminali
trasnazionali – pari almeno a 32 miliardi di dollari l’anno e paragonabile a
quello del traffico di armi o di stupefacenti. E per quanto riguarda l’Italia,
stando ai dati ufficiali sono 54.559 le vittime di tratta che hanno ricevuto una
prima assistenza e protezione fra il 2000 e il 2007: Nigeria e Romania le
nazioni principali di provenienza, ma flussi più o meno consistenti e costanti
interessano anche Moldova, Albania, Ucraina, Russia, Bulgaria. E tutto questo è
raccontato dal nuovo dossier di
Save the Children
'Piccoli schiavi', diffuso ieri alla vigilia della
Giornata internazionale in ricordo della schiavitù e della sua abolizione.
«Un anniversario che è anche un monito a non abbassare la guardia perché lo
sfruttamento fino alla riduzione in schiavitù ancora esiste e coinvolge molti
minori», ha spiegato Carlotta Bellini, coordinatrice dell’'Area protezione' di
Save the Children Italia. «I bambini sono funzionali al business della
tratta perché più facilmente ricattabili e assoggettabili di un adulto, o perché
un bambino, magari con handicap fisico e che chiede l’elemosina, desta più
pietà». E poi sotto i 14 anni «i minori non sono imputabili», di qui «il loro
impiego in attività come furti o scippi o come corrieri della droga, per non
parlare della richiesta di minori nel mercato della prostituzione».
Fra le 54.559 vittime di tratta di cui si diceva quelle che poi hanno aderito
a progetti di protezione sono state 13.517, 938 delle quali con meno di 18 anni:
«Numeri sottostimati», secondo il dossier, poiché molti minori trafficati e
sfruttati «rimangono invisibili» sia «per le caratteristiche della tratta,
fenomeno criminale e quindi occulto», sia «per le mutevoli e sofisticate
strategie di sfruttamento e assoggettamento messe in atto dagli sfruttatori».
Bambini e adolescenti di entrambi i sessi, anche di 11/12 anni, spesso
provenienti dalla Romania ma anche da altri Paesi dell’Est Europa o di Africa e
Asia come Nigeria, Gabon, Camerun, India, Bangladesh: è questo il profilo dei
minori vittime di tratta in Italia.
Sfruttati non solo nella prostituzione, ma anche nell’accattonaggio, in
attività illegali, nel lavoro agricolo, nell’allevamento di bestiame, in
adozioni internazionali illegali e, si presume, nel traffico di organi.
«Alle varie aree geografiche di provenienza – ha detto Carlotta Bellini –
sembrano corrispondere differenti forme di sfruttamento.
Per esempio dall’Est Europa provengono soprattutto quei minori sfruttati
prevalentemente nella prostituzione, nell’accattonaggio e in attività illegali,
mentre dall’Africa e anche dall’Asia giungono molti degli adolescenti impiegati
nel lavoro forzato». Non solo, ma poi i ci sono i minori migranti non
accompagnati, che arrivano spontaneamente, ma che, «in relazione alla loro
condizione di vulnerabilità, possono cadere in circuiti di sfruttamento, fino
alla riduzione in schiavitù».
Capitolo accattonaggio, infine.
Questo viene praticato soprattutto da minori rumeni Rom o dei Paesi della
ex-Jugoslavia: «Bambini molto poveri e talvolta con problemi fisici, la cui
disabilità viene sfruttata e talora acuita, perché considerata molto redditizia,
dagli sfruttatori che li 'reclutano' anche pagando i loro genitori, o i tutori o
i responsabili degli orfanotrofi». I minori sfruttati nell’accattonaggio
trascorrono «intere giornate su strada», obbligati a stare nello stesso posto,
«in posizioni scomodissime (come in ginocchio)» e «qualsiasi siano le condizioni
meteorologiche».
Alcuni di questi bambini subiscono violenze e percosse.
Arrivano dall’Africa e dall’Est. «Tutti molto poveri, talvolta con disabilità e
altri problemi fisici»
OSSERVATORE ROMANO
«Tragedia
anche oggi»
Alla vigilia della Giornata internazionale del ricordo
della tratta negriera e della sua abolizione, che si celebra oggi sotto l’egida
dell’Unesco, l’Osservatore romano ha sottolineato come si tratta di una
«tragedia non solo del passato». Il quotidiano rileva che «la piaga del traffico
di esseri umani coinvolge infatti ancora nei nostri giorni milioni di donne e
bambini, sradicati dal loro ambiente con la forza». In merito al fenomeno della
schiavitù, l’Osservatore, rileva che oggi esso «prende forme diverse schiavitù
per debiti, servitù della gleba, lavoro coatto, sfruttamento sessuale,
matrimonio forzato precoce, schiavitù per motivi rituali o religiosi; ma hanno
tutte un comune denominatore: si tratta di costrizione al lavoro di esseri
umani».
Donne reclutate spesso da parenti o fidanzati Le nigeriane costrette con la
magia e i ricatti
DA ROMA
a tratta a scopo di sfruttamento sessuale coinvolge soprattutto adolescenti
femmine, nigeriane e dell’Est Europa ( da Romania, Moldova, Bulgaria, Repubblica
Ceca ed Albania), con un aumento delle ragazzine albanesi, spiega il dossier
di Save the children.
Costrette a firmare un contratto e, con particolari riti ' pseudoreligiosi',
ad assumersi un impegno anche verso la comunità, « le piccole nigeriane
vengono ridotte in stato di soggezione, private totalmente della libertà e
costrette a pagare fra i trentamila e i cinquantamila euro per riscattarla,
prostituendosi su strada, sotto il controllo della sfruttatrice o di un’altra
vittima indotta a farlo». Sottoposte ad uguale forme di sfruttamento e
schiavitù sono anche diverse giovanissime provenienti dal Camerun, « convinte a
venire in Italia con la promessa di continuare gli studi o per vacanza e poi
costrette a prostituirsi » . Save the children conferma poi il « cospicuo
coinvolgimento », nel mercato della prostituzione di ragazze dell’Est Europa,
soprattutto dalla Romania e Moldova. « Reclutate nel Paese d’origine da
conoscenti, sempre più frequentemente propri coetanei, o pseudofidanzati o
parenti, a volte rapite, passano il confine terrestre, in auto, in pullman o a
piedi con un 'passeur' ». Poi, una volta arrivate nel nostro Paese, «
sono sfruttate nella prostituzione in strada oppure al chiuso, in appartamenti
o locali » .
Infine, tra le vittime di grave sfruttamento sessuale ci sono anche – sempre
secondo la ricerca di Save the Children – alcuni minori rumeni di origine Rom
« indotti alla prostituzione per soddisfare la richiesta di clienti italiani »
. ( P. Cio.)