DAL MATTINO DEL 1 MAGGIO 2010

Fabio Mencocco.

 Da un lato il monito delle organizzazioni internazionali sulle condizioni di lavoro degli immigrati a Castel Volturno. Dall’altro il grido d’allarme del sindaco Antonio Scalzone che chiede interventi urgenti e mirati per «disinnescara» una polveriera pronta ad esplodere sul litorale. Stess problema, visto però da angoli diversi. Proprio Da Ginevra l'Organizzazione internazionale dei migranti ha chiesto ieri alle autorità italiane di indagare sulle condizioni dei lavoratori immigrati a Castelvolturno. «Le condizioni di lavoro sono deplorevoli - ha affermato il portavoce Jean-Philippe Chauzy - cerchiamo di attirare l'attenzione dei nostri partner italiani affinchè possa essere svolta un'inchiesta a Castelvolturno. Anche per fare in modo - continua - che misure possano essere adottate contro i datori di lavori, alcuni dei quali hanno legami con la criminalità organizzata». Agire concretamente per fermare «il fenomeno dell'immigrazione di massa che sfocia nel degrado e nella criminalità prima che si inneschi un'altra Rosarno»: è invece il monito lanciato dal sindaco di Castelvolturno, Antonio Scalzone, che - come ha riferito lui stesso - «a pochi giorni da una aggressione, fisica e verbale, subita da parte di alcuni pusher extracomunitari» ha voluto di porre l'accento su un fenomeno oramai dilagante nel territorio castellano. Una questione a cui le forze dell'ordine cercano costantemente di mettere un freno ma talvolta hanno scarsi mezzi per poter trattenere gli immigrati o espellere gli extracomunitari. Serve dunque l'aiuto del Governo e soprattutto del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, a cui si è rivolto il sindaco e tutta l'amministrazione comunale: «C'è bisogno di un tavolo istituzionale permanente per affrontare il problema dell'immigrazione a Castelvolturno. Questo tavolo dovrà avere il compito di affrontare tutte le problematiche annesse al problema degli extracomunitari e dovrà avere anche il consenso delle autorità ecclesiali». Le proposte del sindaco non si fermano a questa, ma consiglia di suddividere con «gli altri comuni della provincia di Caserta e di Napoli i circa quindicimila immigrati che vivono sul suolo castellano». La proposta è una sorta di provocazione per far capire la vera entità del problema, visto che solo duemila immigrati sono regolarmente iscritti all'anagrafe, un dato che serve da monito per accendere più di una luce su un problema che è di ordine nazionale ed è riconosciuto da tutti ammette Scalzone che aggiunge: «In questo paese bisogna ristabilire la civiltà. Occorre perseguire chi vive nella delinquenza, non è importante di che razza siano ma bisogna farlo. I tanti immigrati presenti sul territorio fanno si che ci siano sempre meno posti di lavoro per i nostri cittadini - evidenza il primo cittadino - ora bisogna capire se i castellani dovranno continuare a vivere nel loro paese o saranno costretti ad andare via». Nonostante i toni duri del sindaco Scalzone c'è comunque l'intenzione di non usare «assolutamente la violenza e di non sparare nel mucchio, perché ci sono persone per bene anche tra gli immigrati» ma l'azione contro chi delinque va attuata in tempi brevi perché la concentrazione di immigrati a Castelvolturno è veramente elevata. Sono circa cinquanta, infatti, le etnie che vivono sul territorio e che godono dell'assistenza «sanitaria, perché la salute va riconosciuta a tutti - fa sapere il primo cittadino - ma è ovvio che tutte queste spese sono insopportabili per un Comune sull'orlo di un dissesto finanziario». © RIPRODUZIONE RISERVATA