La Giunta regionale della Campania ha approvato, lo scorso 15 maggio, il disegno di legge per l'inclusione sociale, economica e culturale degli stranieri presenti in Campania. Adesso il provvedimento passa in Consiglio regionale per il voto finale. Il disegno di legge viene a modificare l'ultima legge regionale in materia, la n. 33 del 1994.

Tra le novità introdotte, il diritto di voto attivo e passivo degli stranieri legalmente residenti in Campania per le elezioni del Consiglio regionale e del presidente della Giunta regionale e per quelle amministrative, esercitato secondo le modalità previste dalla legge regionale stessa, ai sensi dell'articolo 122 della Costituzione. Inoltre, la nuova legge definisce i ruoli delle province e dei comuni, sostiene il diritto di istruzione obbligatoria per tutti i minori stranieri e prevede la possibilità di accesso a corsi di riqualificazione professionale.

Criteri di modernità. "Per quanto riguarda il diritto di voto, essendo di competenza statale, si tratta solo di una dichiarazione di intenti". Questo è il parere di Giancamillo Trani, responsabile del settore Immigrazione delle delegazione Caritas Campania, su uno degli aspetti più innovativi del disegno regionale, licenziato dalla Giunta campana. Tra gli elementi interessanti di questo disegno di legge "ispirato a criteri di modernità", "la possibilità di adottare misure straordinarie per far fronte a situazioni di grave emergenza: sarebbe importante chiarire se queste misure straordinarie possano essere utilizzate anche per i rom". Bene per Trani "anche ridisegnare i ruoli di provincia e comuni, con una pianificazione territoriale volta a favorire, probabilmente, quei comuni che hanno insediamenti più vistosi"

Sul fronte dell'istruzione e riqualificazione professionale l'esperto ha idee ben precise: "Quando si parla di istruzione obbligatoria per tutti i minori, si dovrebbe contemplare un patto di cittadinanza con i rom, attraverso il quale, mentre si offre accoglienza, si chiede che i bambini vadano a scuola e non più per le strade ad accattonare". Per il secondo aspetto, "occorre prendere le mosse dalle qualifiche di cui sono in possesso gli immigrati. Non si può chiedere a una donna ucraina, laureata in medicina nel suo Paese, di fare un corso per operatori socio-assistenziali. La disoccupazione tra gli immigrati è causata, tante volte, da una mancata aderenza tra quello che richiede il mercato del lavoro e i titoli di cui spesso sono in possesso gli immigrati".

Casi di discriminazione. Importante, secondo Trani, anche la promozione, prevista nel disegno di legge, delle azioni di monitoraggio, assistenza e tutela legale per le vittime di ogni forma di discriminazione diretta o indiretta rivolta a immigrati. "Negli ultimi tempi - racconta l'esperto - si è registrata una recrudescenza di atti di violenza nei confronti degli immigrati, che vanno dall'aggressione all'omicidio, alle morti bianche. Su questo le istituzioni devono impegnarsi di più, anche alla luce del rapporto dell'Unione europea, pubblicato la scorsa settimana, che ci taccia di essere uno dei Paesi nei quali si fa più discriminazione razziale".

Capovolgere il luogo comune. Per Trani, "si dovrebbe intervenire, innanzitutto, monitorando a fondo queste azioni, anche al fine di capovolgere il luogo comune per il quale l'immigrato è visto come attore della devianza piuttosto che come vittima. Sarebbero, poi, necessari percorsi educativi rivolti alla sensibilizzazione della cittadinanza e campagne all'interno delle scuole. Il ruolo della scuola, infatti, resta centrale, in questa fase della storia migratoria del nostro Paese, perché è lì che si forgiano le coscienze del domani". Sullo stanziamento di 3 milioni di euro annui per il Fondo regionale per l'immigrazione, l'esperto ritiene che "il problema non sia finanziare progetti, ma verificare le ricadute in termini di servizi resi agli immigrati".

Il ruolo dei comuni. Il direttore del Centro immigrati Campania Fernandes di Castelvolturno (Ce), Antonio Casale giudica "il diritto di voto l'aspetto più significativo di questo disegno di legge, il passo più importante per la vera integrazione" perché "solo così si accresce la partecipazione e il senso di responsabilità negli immigrati". Per Casale, un altro elemento da sottolineare è il coinvolgimento dei comuni.

"L'anello debole nelle politiche sociali per gli immigrati - dice - è sempre stato il comune. Dal livello regionale gli stimoli arrivano; qualche volta anche nella provincia si manifesta un grande interesse, basti pensare a quella di Caserta che ha istituito la consulta degli immigrati. Nel disegno di legge è previsto, invece, il coinvolgimento degli enti locali ed è positivo perché la vera integrazione avviene lì. È un passo importante anche in vista, a mio giudizio, di una futura riforma legislativa nazionale dell'immigrazione che veda i comuni coinvolti nel rilascio dei permessi di soggiorno". Per Casale, infine, sarebbe necessario "anche avviare un'opera di sensibilizzazione dei cittadini nei confronti degli immigrati per favorire una maggiore integrazione".

a cura di Gigliola Alfaro

(26 maggio 2006)