Religioni: firmata ieri la “Carta dei musulmani d’Europa”.
400 organizzazioni islamiche sottoscrivono una dichiarazione per l’integrazione, il riconoscimento della libertà religiosa e per affermare la laicità dello Stato.


Sono state oltre 400 le organizzazioni islamiche dei Paesi europei e della confederazione russa a firmare la “Carta dei musulmani d’Europa” promossa dalla Federazione delle organizzazioni islamiche in Europa.
Il vicepresidente del Parlamento europeo, Mario Mauro, che ha aperto i lavori dell’assise a Bruxelles ha dichiarato “Questa carta costituisce un codice islamico di buona condotta, impegna la comunità musulmana europea a partecipare alla costruzione di un'Europa comune e di una società unita, a partecipare altresì allo sviluppo dell'armonia e del benessere nelle nostre società e a svolgere pienamente il ruolo di cittadini nel rispetto della giustizia, dell'uguaglianza di diritti e della differenza”.
La Carta, presentata in anteprima dal quotidiano La Repubblica, è una dichiarazione di sei pagine in cui si parla alle persone di fede islamica e al mondo esterno con l'obiettivo di rimuovere "i pregiudizi e l'immagine negativa che si frappongono tra Islam e Occidente".
La Carta chiede "il riconoscimento dei musulmani come comunità religiosa europea", ricordando che una mutua accettazione fondata sul dialogo e la conoscenza reciproca giova alla pace, al benessere delle nostre società e aiuta a rimuovere "estremismo ed esclusione".
I fedeli islamici inoltre credono nella "neutralità dello Stato". Con un corollario non da poco: "Ciò significa agire in modo imparziale con tutte le religioni e permettere loro di esprimere i loro valori e il loro credo: per questo i musulmani hanno il diritto di costruire moschee e istituti religiosi, di praticare all'interno delle attività di ogni giorno la loro religione, anche nell'alimentazione e nel vestire". Un principio inviolabile bilanciato dall'esortazione ad essere "cittadini attivi e produttivi" e ad "integrarsi positivamente". Il tutto, però, preservando "l'identità musulmana", in quanto qualsiasi forma di integrazione che nega questo postulato "non serve l'interesse dei musulmani e della società".
(Al. Col.)