La carovana "Exodus" arriva a CASTEL VOLTURNO

Da lunedi 19 maggio al Centro Fernandes

Una esperienza che la Provincia di Caserta, la Fondazione Exodus ed il Centro Fernandes propongono agli studenti degli Istituti superiori
Protagonisti del progetto sono i ragazzi della Comunità Exodus che  si metteranno in gioco cercando di coinvolgere, in un confronto alla pari, gli studenti. I promotori dell’iniziativa – scelgono di parlare ai giovani attraverso i ragazzi della Comunità Exodus, che comunicano insieme al messaggio la loro testimonianza di vita.
Sono ragazzi che escono dalla dura esperienza della tossicodipendenza ed hanno intrapreso un originale percorso  di recupero mettendosi in viaggio per l'Italia a bordo di una bicicletta. Sperimentano così la fatica fisica del cammino e le gioie  profonde di una vita fatta di condivisione e cose semplici. La permanenza presso il Centro Fernandes a stretto contatto con i problemi del territorio e con i giovani immigrati arricchisce la loro esperienza di nuovi stimoli per comprendere appieno i valori della solidarietà e della legalità.

E' questo il modo migliore per dire agli adolescenti di andare oltre i modelli, gli stereotipi in circolazione; spronarli a non accontentarsi e a non essere superficiali è una cosa importante: perché restituisce alla vita la dimensione della ricerca, dell’avventura, della fatica di crescere.
Questa è la proposta/provocazione rivolta agli studenti degli Istituti cittadini che hanno aderito.

 

 LE MOTIVAZIONI - LE MODALITA' - IL PROGRAMMA

 

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La Fondazione Exodus di Don Antonio Mazzi  è presente sul territorio nazionale da quasi 25 anni nel recupero dei ragazzi provenienti dalla tossicodipendenza e dall’area del disagio. Exodus ha deciso di essere avamposto nei confronti della grave marginalità e basa il proprio progetto educativo centrato nel “divenire persone” capaci di scegliere autonomamente e in modo sano.

Il progetto educativo di Don Mazzi è costituito da quattro idee portanti dette le “quattro ruote”(lo sport, la musica, il teatro, la Parola) il cui significato è quello di rendere possibili i cambiamenti

 e le maturazioni necessarie attraverso esperienze concrete e, nello stesso tempo, di far diventare

 i ragazzi stessi, “protagonisti” del loro cammino.

Cuore centrale del progetto è la metafora del “viaggio” dove ognuno di noi è chiamato ad intraprendere un cammino facendosi testimone e protagonista della propria storia, passata,

presente e futura. La carovana, cioè il momento dell’itineranza è il “luogo” per eccellenza

 dove si esprime la metafora. e dove i ragazzi possono vivere la ricca esperienza dell’avventura. Nella filosofia di Exodus lo sport è uno degli strumenti formativi.

Il disagio sociale è un’area della percezione soggettiva della persona in rapporto alla famiglia e alla società che inficia la crescita. Questi sono gli strumenti di una prevenzione  e recupero con i quali ci si rivolge ai giovani per comunicare opportunità.          

La Fondazione Exodus è impegnata in tutto il territorio nazionale con numerosi progetti sperimentali anche alternativi al carcere. Il tempo della pena non deve essere sprecato, non deve diventare un non tempo. In questo contesto si inserisce la carovana. Per sostenere l’Io adolescenziale, bisogna realizzare un “ambiente sufficientemente buono” (Winnicot) in grado di offrire compiti e spazi da svolgere e da condividere; un luogo sicuro e sano ma soprattutto che il giovane possa riempire di significato. Si viene così a privilegiare quella “terza area” o area transizionale all’interno della quale è possibile prendere conoscenza di se stessi, del proprio Sè, in condizioni ambientali che sostengano le loro capacità di illusione. I punti cardine per realizzare un “ambiente sufficientemente buono” per i ragazzi provenienti dal disagio possono essere:

-          la persona: questi ragazzi non sono in grado di reggere la frustrazione e di costruire una significativa alleanza con l’Altro, non riconoscendolo come soggetto e persona, e spesso disumanizzandolo;

-          il tempo il giovane  vede il tempo come avversario, non  sa aspettare perché non ha la continuità fornita dal passato o del prevedere un’esistenza futura. Inoltre si annoia e si domanda come poter fare per riempire il tempo.

-          Lo spazio: la valutazione dello spazio interno ed esterno dell’adolescente  è di vuoto diffuso, con confini imprecisi, scarsa o nessuna definizione di scopi.

La nostra esperienza e la collaborazione da tempo messa in atto con i diversi servizi istituzionali esistenti, ha dimostrato come la carovana rappresenti appieno questo ambiente sufficientemente buono e lo arredi di notevoli aspetti formativi ed educativi. La carovana ha come obiettivo  educare, saper affrontare il “pericolo” e fornire gli strumenti e le capacità per uscirne. Il viaggio diventa così la metafora della vita, viaggiare in gruppo è poi soprattutto una disciplina: le regole da seguire, il rispetto dei tempi.

La socializzazione è una caratteristica fondamentale della vita in carovana, dove l’impossibilità di isolarsi costringe a condividere ogni situazione pratica ed emotiva: questa si può considerare come “una cassa di risonanza” per le relazioni che si possono incontrare nel quotidiano. Inoltre, l’attrattiva del viaggio e la natura vissuta molto intensamente aiutano a comunicare, a riconoscere l’Altro, facilitando l’inserimento nelle dinamiche di gruppo anche ai ragazzi più problematici. Le regole e i turni di lavoro, la novità delle situazioni e dei problemi da risolvere, la condivisione di spazi ristretti costituiscono l’ambiente ideale per ridare significato al tempo e allo spazio e per sviluppare un efficace percorso educativo e didattico.

Se si realizza questo percorso di appartenenza, la carovana diventa il catalizzatore che  permette di concepire fino in fondo la necessità e il piacere di partecipare ognuno con quello che può all’attività comune. La carovana e i compagni di viaggio diventano più importanti delle proprie esigenze, capricci, paure e si impara a esprimere le proprie capacità e ad accettare i propri limiti.

In questo viaggio vanno rispettate poche regole, magari dure, ma semplici e ben motivate; regole che, se vissute in un ambiente di fiducia e di affetto reciproco, di stima per chi dimostra con evidenza il diritto di esercitare il comando, smontano tutti i meccanismi che giustificano la fuga dalla realtà e dalle sue regole. I ragazzi rimangono spiazzati: o si torna a casa o si entra in gioco e ci si accorge velocemente che ne vale la pena, che ci si può permettere di pensare a una dimensione diversa dei propri problemi e soprattutto si può sperimentare un legame positivo con l’autorità, o meglio “l’autorevolezza” L'ambiente offre una grande opportunità nel "congelare" i ruoli formali e istituzionali e nel portare allo scoperto la personalità dei vari soggetti che fanno parte dell'equipaggio, questo facilita lo sviluppo di relazioni "significative" e non canalizzate in canovacci prestabiliti con le "figure istituzionali" che i ragazzi incontrano nel percorso rieducativo. Ridonando una dimensione "umana" alle figure istituzionali preposte al ruolo rieducativo si agevolano i meccanismi identificatori verso tali figure e si favorisce una spaccatura verso i processi di identificazione con i ruoli devianti. (nelle esperienze che abbiamo fatto in questi anni ci siamo resi conto di quanto questo contesto svolga una funzione di modificazione della percezione di relazioni fortemente canalizzate in ruoli, dinamiche ed aspettative da ambo le parti).

 

La Carovana e la prevenzione

Nell’ambito dell’attuale società complessa, in rapida evoluzione, alla continua ricerca di nuovi punti di riferimento valoriali e culturali, diventa sempre più difficile per gli adolescenti riuscire ad orientarsi per poter arrivare a progettare il proprio percorso di crescita in modo sano e consapevole. Le crisi e i disagi esistenti all’interno dei nuclei familiari e sociali si amplificano rendendo sempre più incerti e frammentati gli interventi educativi. Spesso la comunicazione adulti-giovani diventa difficile, per non dire inesistente: aumentano i ragazzi che si chiudono nella propria camera, si isolano o passano tutto il tempo fuori casa, smettono di studiare o sono troppo ansiosi per lo studio. In questo contesto, nel quale la famiglia frequentemente è divenuta un semplice “rifugio sociale” lacerato da interne tensioni e da incertezze, si rende necessario tentare di comprendere e sostenere i giovani nel loro difficile e incerto percorso di crescita. Per l’adolescente, infatti, crescere significa far fronte al difficile compito di conciliare la spinta coesiva all’unione e alla stabilità del sistema familiare con l’altrettanto forte tendenza all’uscita e all’autonomia. L’adolescente in difficoltà può essere considerato come un soggetto le cui strutture interne e l’aiuto esterno non riescono a tenerlo ad un livello di integrazione personale e sociale tale che possa essere tollerato dall’ambiente di appartenenza e dallo stesso. Queste continue tensioni possono far incorrere il ragazzo in comportamenti cosiddetti devianti.

E proprio partendo dalla constatazione che da oltre venti anni Exodus ha deciso di essere avamposto nei confronti delle nuove e gravi marginalità,  che attraverso le carovane vogliamo offrire una opportunità, una occasione alternativa che coniughi le dimensioni educativo/formativo e culturali con quelle di itineranza/avventura per  agevolare l’acquisizione di capacità relazionali e di strumenti socio-culturali adatti a proteggere il percorso evolutivo di crescita dell’adolescente, salvaguardandone le esigenze educative, risaltandone i “bisogni culturali” e di sviluppo, promuovendo esperienze in cui si apprendano modalità “ricreative” sane ed evolutive e perché no, “avventurose” e quindi più accattivanti per i giovani.

 

Aprire i giovani ad un approccio completo sia come avventura, come svago, sia come strumento di riflessione e di approfondimento è un obiettivo perseguibile e di grande valore aggiunto.

L’esperienza che offriamo ai giovani è un’esperienza di importante contenuto didattico ed educativo, ed è un momento forte di socializzazione, utile a compensare e prevenire i momenti di crisi e sbandamento tipici dell’età critica dell’adolescenza.

Una proposta che, attraverso esperienze concrete e momenti di confronto, permette ai ragazzi di approfondire e di vivere intensamente gli aspetti

·         della socializzazione

·         dei corretti stili di vita: alimentazione, fumo, alcool, droghe, bisogni indotti,…

·         dell’appartenenza al territorio creando in loro la consapevolezza dell’importanza del difendere l’ambiente

 

Premesso tutto ciò vengo a presentarLe il progetto della Carovana di quest’anno che ci vede impegnati in un viaggio di sei mesi sulle strade dell’Italia del Sud.

 “Noi siamo nati come avamposto, non siamo nati come un posto, né come un posto di lavoro, né come un posto dove fermarsi e mettere giù le tende. Noi siamo nati per camminare, non siamo nati per stare fermi”. (Don Antonio Mazzi)

In questo momento della nostra vita è per tutti noi importante riprendere  qualcosa che ci eravamo in parte lasciati alle spalle, torniamo ad essere avamposti, come la nostra storia in Exodus ci ha insegnato, e ripartiamo dalla Carovana. Sempre don Antonio quando partiva la prima carovana nel ormai lontano 1985 diceva: ”Exodus si fonda su poche semplici cose. L’uomo è colui che in parte si è cercato e in parte si va cercando. La parte dell’uomo più sana dell’uomo è quella che cerca.”

Quest’anno il gruppo della sede di Valdidentro partirà per la sua itineranza in bicicletta attraversando il meridione d’Italia.  In questo nostro viaggio lungo le strade  del nostro sofferente sud coniugheremo il nostro camminarci dentro con il nostro testimoniare nelle scuole, nelle parrocchie e con i giovani, nei luoghi che abitualmente frequentano, il nostro cammino alla ricerca della pace, della legalità e soprattutto della libertà dalle schiavitù che questa società ci propone.

La  presenza al sud, dove tra l’altro siamo presenti da anni con le nostre realtà, vuole essere il nostro modo di essere avamposto, di essere presenti andando incontro alle necessità che si palesano e dalle istanze che si levano dal mondo giovanile.

Essere nelle zone più a rischio è sempre stata una prerogativa di Exodus perché significa essere laddove c’è la necessità di una presenza significativa capace di apportare e supportare la speranza di chi è costretto a convivere giornalmente con la sofferenza e le angherie cui viene sottoposto.

In quest’ottica la nostra carovana toccherà in questo suo viaggio dei luoghi significativi, luoghi assurti all’onore delle cronache per essere terre di nessuno dove la povertà e la delinquenza si fondono e diventano la unica e sola speranza di sopravvivenza, dove la cultura della morte e della sopraffazione rappresentano la sola aspettativa di vita.

Noi vogliamo essere lì per stare al fianco di quei giovani che cercano di reagire, speranzosi che una società migliore sia possibile costruirla. Vogliamo esserci per testimoniare con loro, accanto a loro che non sono soli, e soprattutto per ricordarci che  nemmeno noi lo siamo. Vogliamo esserci attraverso dei momenti di riflessione insieme, ma anche con dei momenti di sport, musica e di festa, laddove la dimensione della festa assume un significato profondamente diverso da come l’abbiamo vissuta sin’ora, festa come momento di pace di serenità e di condivisione.

Il nostro camminarci dentro camminerà in sintonia con il camminarsi dentro di questi tanti giovani che hanno sentito il bisogno di spezzare le catene dell’odio dell’indifferenza che  ha oppresso le loro terre, uccidendo le loro speranze e sotterrando i loro sogni.

La nostra Carovana comincerà il 25 di marzo quando dall’Isola d’Elba un gruppo di giovani della Fondazione Exodus della nostra sede di Valdidentro, 13 per l’esattezza, accompagnati dagli educatori partiranno in bicicletta per un giro del sud che si concluderà con l’arrivo il 1 ottobre all’annuale Capitolo della Fondazione.

Faremo tappa nel Lazio e precisamente a :

 

 

Proseguiremo per la Campania dove ci fermeremo:

 

Nel mese di giugno saremo nelle Puglie dove avvalendoci dell’aiuto e della collaborazione di tanti amici conosciuti avvieremo una serie di incontri nelle varie città:

 

Nel mese di luglio invece saremo in Calabria, dove la nostra carovana si incontrerà con quelle che abitualmente organizzano la nostra sede di Caccuri e Reggio Calabria ed organizzeremo un campo della Legalità a Locri contando soprattutto sulla presenza dei giovani che hanno dato vita ad Ammazzateci Tutti.

Poi saremo a Rossano Calabro da  Pax Christi Gianni Novello

Per poi proseguire per Reggio, Africo, e sull’Aspromonte.

 

Il mese di Agosto invece lo dedicheremo alla Sicilia, dove a Palermo in collaborazione con i ragazzi del quartiere Zen organizzeremo momenti di animazione festa e riflessione.

Continueremo il nostro viaggio passando per Catania, Siracusa, Trapani e Messina e Caltanissetta, Termini Imprese.

 

Il mese di settembre prevede il nostro rientro verso Sirmione sul Garda dove si terrà il 19° Capitolo di Exodus, durante questo viaggio di rientro ci fermeremo per un momento di riflessione sulla nostra avventura e di verifica sul nostro esserci camminati dentro, ed anche per preparare il materiale necessario alla presentazione della nostra esperienza ai nostri amici al capitolo.

 

In tutte queste tappe saranno privilegiati momenti di lavoro, di volontariato e soprattutto momenti d’incontro con le realtà giovanili del posto.