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Nuovo progetto
dell’Arcidiocesi di Capua,
Caritas Italiana e di Migrantes
UN CENTRO
STUDI INTERNAZIONALE
A CASTEL VOLTURNO
una casa per
studenti stranieri
presso il Centro Fernandes
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“Squarciare quel velo di solitudine e isolamento in cui spesso
si ritrova chi studia all’estero” è la sfida che la Diocesi di Capua ha
raccolto per contribuire al progetto della Fondazione Migrantes di creare
“una
Rete per gli studenti internazionali”.
Cuore dell’iniziativa il Centro Fernandes ed il territorio di
Castel Volturno, laboratorio di nuova umanità, come amava definirlo il compianto
arcivescovo Schettino. Al terzo piano della grande struttura, lasciato finora
incompiuto, sorge un Casa per studenti universitari stranieri ai quali oltre
all’alloggio verrà offerta una borsa di studio richiesta ad enti privati, banche
o fondazioni, alcune delle quali hanno già aderito all’iniziativa.
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Il
progetto è stato incoraggiato dai vertici di Caritas Italiana e di Migrantes, ma
la sua approvazione definitiva l’ha ricevuta da Mons. Galantino, segretario
della CEI, che visitando il Centro Fernandes ha espresso il suo compiacimento
per la capacità della Diocesi di puntare sempre più in alto nel campo
dell’accoglienza e della promozione umana e culturale di tutto il territorio.
Per questo motivo una gran parte delle spese di ristrutturazione
è stata finanziata
dalla CEI, mentre la gestione è a carico della diocesi e dei benefattori che la
Provvidenza continuerà ad inviare per sostenere un’opera che è attiva dal 1996.
Una realizzazione che segnerà finalmente
il completamento di un continuo e difficile lavoro di ristrutturazione
materiale e funzionale dell’intera Donazione Fernandes. Ad un numero così
elevato di immigrati, che forma quasi una città nella città, non bastava più
dare esclusivamente un’assistenza primaria, era urgente creare occasioni di
emancipazione, offrire strumenti in grado di promuovere intelligenze e
professionalità capaci di gestire il proprio futuro in un territorio che offre
poche chances a chi ha voglia di progredire. Primi fra tutti gli studenti
universitari che sono oggetto di grande cura e attenzione da parte di Migrantes
per quanto possono dare a noi restando in Italia o allo sviluppo dei loro paesi
tornado a casa con un ricco bagaglio di competenze e di fiducia.
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YAGUINE E FODE’:
DUE EROI DEL NOSTRO TEMPO
Yaguine e Fodé sono due ragazzini africani
di 15 anni. Scavalcata la recinzione dell’aeroporto di
Conakry si infilano nel carrello delle ruote del Boeing 747
della compagnia belga Sabena in partenza per Bruxelles. Con
loro hanno una lettera per le loro eccellenze i signori
membri e responsabili dell’Europa. È un grido di aiuto,
in nome di un intero continente stanco di guerre, dittature,
carestie e povertà. Yaguine e Fodé furono trovati morti.
Abbracciati. Vestiti con diversi paia di pantaloni,
maglioni, cappelli e con semplici sandali ai piedi. Morti di
freddo per i -50 gradi che si raggiungono in altitudine
durante il volo, o di anossia per all’assenza di
pressurizzazione del vano delle ruote.
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LETTERA SCRITTA
AI
RESPONSABILI DELL'EUROPA
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La loro storia
è raccontata nello splendido
film di Paolo Bianchini
Il sole dentro
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PROMUOVERE LA CRESCITA UMANA E CULTURALE DEI
MIGRANTI
PERCHE' IL SOGNO DI YAGUINE E FODE' SI REALIZZI
UNA RESPONSABILITA' PER TUTTA L'EUROPA |
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Era il 1999,
Yaguine e Fodè erano due ragazzi di 15 e 14 anni,
che volevano lasciare la Guinea per andare a
studiare in Europa.
Per questo si sono nascosti nel carrello di
atterraggio di un aereo e sono morti durante il
viaggio per il freddo. I due giovani avevano con sé
una lettera. Parlavano dei loro problemi, anche
della scuola: "Aiutateci, soffriamo enormemente in
Africa, aiutateci, abbiamo dei problemi e i bambini
non hanno diritti. Al livello dei problemi abbiamo
la guerra, la malattia, il cibo. Quanto ai diritti
dei bambini, in Africa e soprattutto in Guinea,
abbiamo molte scuole ma una grande mancanza
d'istruzione e d'insegnamento, salvo nelle scuole
private dove si può avere una buona istruzione e un
buon insegnamento. Ma ci vogliono molti soldi e i
nostri genitori sono poveri, anche se fanno di tutto
per darci da mangiare". Yaguine diceva sempre: "Il
giorno in cui me ne andrò in Francia vi aiuterò
tutti a studiare". La classe di Fodè era di 107
persone; questa è la descrizione della scuola: "Fodè
si dirigeva allora verso una costruzione a un piano,
ricoperta da un tetto di tegole sconnesse, per
sedersi nella sua classe, la 6° B. L'arredamento è
povero: una lavagna, alcune aperture nei muri per
lasciar passar la luce, dal momento che non c'è
elettricità, e pochi banchi dove si stringevano gli
studenti". Ora la madre di Yaguine racconta:" La
sola cosa che desiderava era quella di studiare, a
qualsiasi costo". |
OBIETTIVI
Sostenere gli studenti immigrati durante il
periodo di formazione scolastica universitaria o professionale con
la realizzazione di mini appartamenti e l’assegnazione di borse di
studio annuali. Promuovere la formazione culturale e professionale delle nuove
generazioni di immigrati per favorire la loro emancipazione e
integrazione rendendoli protagonisti attivi del cambiamento e dello
sviluppo della nostra realtà multietnica. favorire la conoscenza delle diverse culture e lo scambio di idee
tra giovani di tutto il mondo, proponendo l'idea della cittadinanza
planetaria e della pace e promuovendo atteggiamenti positivi di
amicizia, di apertura, di reciproco apprendimento e di dialogo. Attivare una vasta rete di rapporti di collaborazione, con
analoghe associazioni di volontariato diffuse sul territorio
nazionale e con altri enti privati e pubblici, realizzando una vera
casa dei popoli
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