DA AVVENIRE DEL 2-1-2007
di Paolo Lambruschi
Il primo problema è capire quanti siano i senza
dimora in Italia. L’unico censimento del 2000 ne aveva contati 17mila. Oggi per
la Fiopsd, la Federazione nazionale degli organismi pubblici e privati che si
occupano degli homeless, sono almeno 100mila tra italiani e stranieri. Il numero
è in crescita costante e il quadro muta velocemente. Nel 2007 il governo
finanzierà un censimento. Il secondo è superare pregiudizi e alibi spesso
accampati dai politici per risparmiare sugli interventi: molti sono
"irriducibili" e stanno in strada per scelta, dicono. Come se un malato
psichiatrico o un etilista cronico fossero in grado di badare a se stessi. Senza
contare i clandestini, per i quali una richiesta d’aiuto per legge può
significare l’espulsione. La strada è diventata un mondo complesso. Per gli
italiani è il fondo di una lunga caduta che il nostro welfare non riesce a
frenare. Ci si arriva magari da una vita normale: una separazione, la
disoccupazione, un banale esaurimento sono spesso la scintilla. Se si resta
soli, è finita. I servizi segnalano l’aumento in particolare di giovani under 20
e anziani. Non solo un problema sociale, dunque.
Poi ci sono gli immigrati irregolari e i rom, che si rivolgono agli stessi
servizi bruciando le poche risorse pubbliche disponibili per la grave
emarginazione. Due le priorità in questo momento: evitare guerre tra poveri e
aumentare le accoglienze femminili.
Nelle città grandi e piccole i piani per l’emergenza freddo sono ormai
funzionanti, ma non sempre sono sufficienti per evitare le tragedie: a Roma, a
fine anno, sono morti due clochard, vittime del gelo; a Venezia un senzatetto, è
affogato in un canale. Siamo andati a vedere come, cercando di capire chi e
perché resta sulla strada tra italiani e stranieri trovando realtà eterogenee.
Oggi il nostro focus riguarda Roma, Venezia, Verona, Genova, Torino e le Marche.
Domani la sarà la volta di Milano. Poi seguiranno altre città. Il terzo settore
gioca ovunque un ruolo strategico, an che nel proporre percorsi di uscita dalla
strada oltre l’emergenza. Ma resta critico. "Nonostante la buona volontà -
commenta Paolo Pezzana, presidente della Fiopsd - non si riesce a superare
l’assistenzialismo. Si stanziano risorse per l’emergenza freddo. Bene, ma in
primavera l’allarme passa e il problema rimane. Purtroppo la grave emarginazione
si sta diffondendo dalle grandi città alla provincia".