BIAGIO SALVATI Santa Maria Capua Vetere. Sono 328, a oggi, i detenuti che hanno lasciato la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere grazie al provvedimento di indulto firmato quasi un mese fa dal Guardasigilli Clemente Mastella. Varia la tipologia di reclusi che hanno beneficiato dell’atto di clemenza applicato anche a chi si è macchiato di reati finanziari, ai reati contro la pubblica amministrazione e ai reati di scambio elettorale mafioso. Esclusi, invece, i destinatari di reati di terrorismo, strage, sequestro di persona, associazione a delinquere e di stampo mafioso, prostituzione minorile, pedopornografia, tratta di persone, acquisto e alienazione di schiavi, violenza sessuale, riciclaggio, produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti e usura. Le scarcerazioni hanno tenuto impegnati per tutta l’estate gli uffici giudiziari della Procura, del Magistrato di Sorveglianza e avvocati. Dunque, è più che raddoppiato, rispetto alle iniziali previsioni di 150 unità, il numero delle scarcerazioni che hanno riguardato anche reclusi non residenti nella provincia di Caserta ma che si trovavano dislocati per varie ragioni nella struttura alle porte della città del Foro. Un provvedimento che ha fatto scattare un notevole decremento dei reclusi scesi alle attuali 600 unità. Ma il numero dei beneficiari potrebbe continuare man mano a salire (nel frattempo, è però rientrato qualche detenuto, si tratta di alcuni extracomunitari, nuovamente arrestati) considerando anche chi non è recluso ma è stato destinatario di una condanna non definitiva dai a tre ai cinque anni e chi si trovava agli arresti domiciliari. Anche nei prossimi giorni, dunque, all’ufficio matricola del carcere sammaritano potrebbero arrivare ulteriori notifiche di scarcerazione. Sul fronte del sovraffollamento, nel nuovo penitenziario di Santa Maria Capua Vetere si sfioravano, poco prima del provvedimento di indulto, quasi le 900 unità, con diversi disagi anche per la polizia penitenziaria in sottorganico che comunque reclama attenzione. Nel carcere sammaritano, visitato in passato anche da una delegazione della Commissione Giustizia del Senato, la ricettività ottimale sarebbe di 450 unità. Ma spesso è stata superata anche quella cosiddetta «tollerabile». Una buona parte dei reclusi è rappresentato da extracomunitari mentre circa sfiorano le duecento unità, i detenuti tossicodipendenti. L’organico degli agenti penitenziari si attesta sulle 350 unità e, a fronte dei turni e degli impegni nei vari quadranti si arriva ad un rapporto di un agente ogni sessanta detenuti sulla base di circa 900 detenuti. Un rapporto variato – a beneficio della polizia penitenziaria, almeno per il momento – con il notevole decremento dei reclusi che hanno lasciato la casa circondariale grazie all’indulto.