Dal "mattino" di Caserta del 28 marzo 2006

UN

MONUMENTO

 ALL'ACCOGLIENZA

 

25 marzo 2006 - Celebrazione dei 10 anni presso il Centro

GIAMMICHELE ABBATE Castelvolturno. È un bilancio tutto in chiaro quello dei primi dieci anni di vita del Centro Fernandes, opera dell’arcidiocesi di Capua. Qui sono passate, in questi dieci anni, più di tremila persone, (seimila consulenze mediche con i medici della Masslo e i medici cattolici) molte delle quali, dopo una breve pausa per orientarsi, si sono dirette verso altre mete e luoghi d’Italia. «È proprio questo il valore più grande della nostra opera a favore di questo territorio», dice il direttore Antonio Casale. Per festeggiare l’evento, al Fernandes si sono ritrovati tutti gli artefici (volontari e istituzioni, immigrati e associazioni) dell’attività del Centro, partito nel marzo del 1996 su input dell’arcivescovo allora in carica, monsignor Luigi Diligenza e con l’attiva collaborazione dell’amministrazione locale all’epoca guidata da Mario Luise.

Fra i presenti il prefetto Schilardi, il questore Papa, il sindaco Nuzzo, il dirigente ragionale Angrisani, oltre - naturalmente - all’arcivescovo emerito di Capua monsignor Diligenza e all’arcivescovo di Capua Bruno Schettino (nella foto con alcuni bambini). Dopo l’apertura della mostra fotografica, la Santa Messa, prima del convegno dal titolo «Centro Fernandes: laboratorio permanente di speranza in un mondo globalizzato». Assegnata una «tegola d’oro», elemento basilare per l’accoglienza (creata dai ragazzi ospitati al centro), a monsignor Diligenza, ai coniugi Fernandes-Naldi, al prefetto Schilardi, al questore Papa, al sindaco Nuzzo, ad Alfonso Corsini, un volontario scomparso, nonché al direttore generale dell’Asl Ce 2 Angela Ruggiero e all’assessore regionale alle Pari opportunità Rosetta D’Amelio.

«Proprio con l’Asl, e con il direttore del distretto 40, Pasquale Di Girolamo, il Fernandes - dice il direttore del centro Casale - ha sviluppato sinergie fondamentali come il «Progetto Estrella» per interventi a favore della marginalità e quello per la tutela della salute mentale». Monsignor Diligenza dal canto suo ha ricordato la genesi del Centro, riscoprendo la donazione dei coniugi Fernandes, il ruolo di don Andrea Riccio, quello del sindaco Luise e il messaggio di Giovanni Paolo II a Capua (visita del 24 maggio 1992) che agli immigrati dedicava particolare attenzione. Nel convegno, moderato da Jean Bilongo, aperto dal direttore Casale e da don Riccio, Franco Pittau, coordinatore del dossier statistico immigrazione Caritas ha sostenuto come il Centro rappresenti «un modello per l’integrazione e come questo territorio si vada africanizzando visto che l’etnia africana è decisamente superiore ad altre e che tale è la prospettiva per l’intero Paese, per la pressione migratoria africana».

Evidenziati inoltre altri risvolti sulle dinamiche legate ai minori. Nel bilancio e nelle attività del Fernandes vi sono i progetti «Il mondo in casa», laboratorio di artigianato, «Fratello riconosciuto» per la prevenzione e il trattamento delle tossicodipendenze, oltre al progetto Speranza che ha consentito a 61 ragazze di venire fuori dalla spirale della prostituzione.