Il Mattino 7 febbraio 2009
VINCENZO AMMALIATO «Se l'emendamento al pacchetto sicurezza preparato dal
governo che dà la possibilità ai medici di denunciare i propri pazienti
clandestini diventerà legge, per i territori come Castelvolturno sarà la
catastrofe». Il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, ha
affidato a un comunicato stampa il suo pensiero sul provvedimento che sta
facendo discutere l'intero Paese. «Il diritto alla salute - ha detto il
presidente Bassolino - non va assolutamente messo in discussione». E dal
litorale domizio hanno fatto eco al governatore praticamente tutti gli operatori
sanitari della zona, che da almeno venti anni prestano le proprie cure a
numerosi pazienti extracomunitari, per lo più clandestini. «È una vera e propria
idiozia - ha sentenziato il medico Renato Natale, presidente dell'associazione
Jerry Masslo - riferendosi al provvedimento in discussione al parlamento».
Renato Natale, insieme al collega Gianni Grasso, da circa quindici anni si
prende cura di quasi tutti gli immigrati clandestini della Domiziana. «Gli
extracomunitari in possesso di regolare permesso di soggiorno si rivolgono in
maggioranza alla clinica Pineta Grande - dice Natale - al nostro ambulatorio,
invece, si presentano quasi esclusivamente i clandestini e i richiedenti asilo
politico. E non abbiamo mai negato - fa saper con soddisfazione il presidente
Natale - alcun tipo di prestazione sanitaria ad alcun paziente». La Jerry Masso,
i cui ambulatori sono presenti nel Centro Fernandes, si prende cura all'incirca
di sette-ottocento pazienti. Ogni anno le visite prestate superano le
cinquemila. E tutte effettuate in maniera completamente gratuita. «La nostra
unica preoccupazione, pertanto - dice Natale - è che gli immigrati della zona
riducano completamente le visite nelle strutture pubbliche e che si rivolgano
tutti ai volontari, ingolfando gli ambulatori e facendo calare la qualità delle
prestazioni». A Castelvolturno, oltre ai volontari della Masslo, prestano
servizio anche i sanitari dell'associazione «Medici senza frontiere». Visitano
due volte a settimana nell'ambulatorio del distretto sanitario locale. Mentre il
servizio pubblico è garantito dalla clinica Pineta Grande, al cui pronto
soccorso ogni anno sono curati circa 4500 immigrati. «Molti di questi - fa
sapere Francesco Chignoli, direttore sanitario della struttura - sono
irregolari. I nostri medici hanno denunciato di volta in volta la loro presenza
alle forze dell'ordine esclusivamente quando c'era la possibilità che i traumi
che presentavano potevano essere stati causati da atti delittuosi. Con certezza
- chiarisce Chignoli - i nostri medici continueranno a usare questo metro, anche
se l'emendamento diventerà legge. La nostra struttura - conclude il direttore -
in ogni caso non imporrà alcuna indicazione». Ma c'è a Castelvoltuno chi da
molti anni già si scontra con la paura degli immigrati di rivolgersi alle
strutture mediche, anche quando c'è una reale necessità sanitaria. «Capita
spesso - dice Marisa Perone, volontaria che lavora al Centro Fernandes - che si
presentino alla nostra struttura immigrati clandestini con grossi problemi di
salute e con il timore di rivolgersi alle strutture sanitarie. Per questi casi
dobbiamo fare delle vere e proprie opere di convincimento. Con l'entrata in
vigore di quest'ultima legge - dice con amarezza - temo che questo pericoloso
comportamento sia assunto dalla quasi totalità dei clandestini».