Fanno appello al codice deontologico, invitano a praticare il dissenso,
chiamano all'obiezione di coscienza. Un fronte ampio e trasversale di camici
bianchi si è schierato contro la norma votata al Senato che prevede la denuncia
da parte dei medici degli stranieri irregolari. Non è un dissenso formale,
quello che esprimono, è una preoccupazione che assedia i luoghi della salute e
le coscienze. Si rischia, dicono, una catastrofe sanitaria, una sanità
clandestina gestita da gruppi etnici e religiosi, una deriva giuridica.
Spiega preoccupato Amedeo Bianco, presidente della Fnomceo, Federazione degli
ordini dei medici: "È una norma che va contro l'etica e la deontologia e va
contro il principio base della tutela della salute pubblica". Gli irregolari,
temendo la denuncia, potrebbero "non curarsi più in strutture riconosciute,
creando fenomeni clandestini di cura molto rischiosi". Di "grave rischio" parla
anche il segretario della Federazione dei medici di famiglia, Giacomo Milillo:
"Un clandestino potrebbe non rivolgersi alla struttura sanitaria per paura di
essere denunciato". Con la possibilità che si diffondano malattie come scabbia,
tbc, malaria. No anche dal fronte dei medici cattolici, sostenuti dalla Cei:
"Alla Chiesa competerà sempre di aiutare le persone in pericolo di vita e non
sono obbligato a denunciare nessuno", ha detto Domenico Segalini, segretario
della commissione Cei per le migrazioni.
Circola tra le file dell'opposizione e dei sindacati un invito ad esercitare
l'obiezione di coscienza. Carlo Podda, segretario generale della Fp Cgil,
annuncia che "verranno valutate le iniziative più efficaci per scongiurare
l'applicazione di questa norma, prime tra tutte la disobbedienza civile e
l'obiezione di coscienza". Anche Vittorio Agnoletto e Giusto Catania,
eurodeputati del Prc, propongono "all'Ordine dei medici di avviare una campagna
per l'obiezione di coscienza". E l'immunologo Fernando Aiuti, del Partito della
Libertà, presidente della Commissione Speciale Politiche Sanitarie del Comune di
Roma dice chiaramente: "Mi auguro che i medici disobbediscano". Dicono no alla
norma voluta dalla Lega anche i medici che da sempre combattono in prima linea.
"Siamo sconcertati - dichiara Kostas Moschochoritis, direttore generale di
Medici senza frontiere Italia - È una scelta che sancisce la caduta del
principio del segreto professionale".
"Delusi e preoccupati" i pediatri. Inuna nota la Società italiana di pediatria
ricorda che "la denuncia da parte del medico degli immigrati clandestini mette
in pericolo soprattutto i bambini". Che rischiano di diventare invisibili. Ed è
stata una pediatra di Modena, Maria Catellani, a diffondere, già da dicembre, un
appello su internet contro la norma. "Abbiamo raccolto 78 mila firme, c'è
veramente una differenza di sentire tra la cosiddetta società civile e la
politica". Anche su Facebook è stato aperto un gruppo che in pochissimo tempo ha
raccolto centinaia di adesioni.