TUTTI A SCUOLA DI POLITICA
Il papa nella catechesi di Mercoledi scorso ha additato al mondo la figura di Santa Giovanna D’Arco come “esempio per i laici impegnati in politica”. Sembra una figura lontano mille miglia dalle nostre piccole contese quotidiane e dalla nostra sensibilità. Eppure non vorrei sembrasse azzardato proporla come riflessione in vista delle ormai prossime competizioni elettorali che riguarderanno due grandi città del nostro territorio, Capua e S.Maria C.V.. Si tratta di fare un salto di qualità e sforzarsi di intravedere anche nella nostre elezioni locali un riflesso di taluni aspetti che inquinano la politica dei nostri ultimi tempi. Il primo di questi è concepire la discesa in campo come se si trattasse di ingaggiare una battaglia o uno scontro personale fra due o più contendenti. Vedremo infatti persone che sono state fino a ieri alleate scambiarsi insulti e patenti di immoralità. Vedremo anche opposizioni supine e stanche che improvvisamente ritrovano un insolito vigore e spirito belligerante. Il tutto condito dalla ricerca affannosa di riempire quante più liste possibili con nomi di persone che spesso non hanno nulla a che vedere con l’impegno sociale e politico. Persone e nomi sconosciuti e insospettabili che miracolosamente escono dal cappello magico dei maghi della politica, ma che non hanno mai risposto all’appello degli eroi solitari che ogni anno organizzano il corso di formazione sociopolitica presso l’Istituto di Scienze Religiose di Capua. Ci ritroveremo così a districarci fra una selva di amici e conoscenti ai quali non si può dire di no, ma che dopo l’esito delle elezioni vedremo dolcemente scomparire risucchiati nell’ombra della quotidianità o nella nebbia dei soliti giochetti politici. L’unica cosa che resterà sul campo di battaglia saranno i morti ed i feriti dell’una e l’altra parte sempre più sfiduciati e incattiviti. A questo punto dovremo domandarci: Ma ne vale la pena? Non sarebbe meglio fare poche liste solo con quelli che, per esperienza e vocazione, hanno veramente a cuore il bene comune e si differenziano per serie e motivati istanze di cambiamento? In questo modo non saremmo costretti a decidere tra una persona e l’altra, ma ssolo tra un progetto ed un altro. La persona, infatti, è e deve restare il centro dell’agire pubblico, ma solo se incarna un valore, non quando essa stessa diventa il valore assoluto. La piccola pulzella d’Orleans, armata della sua fede e del suo coraggio ha saputo sfidare da sola tre giganti della sua epoca: la Chiesa, la Francia e l’Inghilterra. Noi, invece, per dar forza alle nostre idee dobbiamo ricorrere ad un numero sempre più elevato di persone capaci di attrarre voti per se stesse e non per l’idea che portano. Lasciamo, dunque, a quelli che hanno deciso di fare della politica la loro vocazione il compito di affrontare da soli l’agone elettorale senza chiamare a raccolta una truppa di brave persone “usa e getta”. Vorrei fare un appello a tutti i cittadini a non improvvisarsi politici o amministratori rischiando di farsi strumentalizzare e deludere. Non è un invito al disimpegno, ma al contrario è un invito alla responsabilità. L’impegno per il “bene comune” non si improvvisa, ne si contratta, ma va di pari passo con la propria crescita umana, morale e sociale. Occorre un lungo periodo di preparazione che si realizza attraverso i citati corsi di formazione oppure con una lunga militanza in qualche partito o associazione di impegno civile. Santa Giovanna D’Arco attingeva tutto questo dalla sua Fede e dalla sue “voci” spirituali. Anche se a noi questo dono non è dato, non siamo autorizzati a pensare che esso non serva a nulla o che possiamo conquistarlo senza merito o sacrificio.