ESTA ES LA JOVENTUD DEL PAPA
Editoriale di kairosnews del 11- 09- 2011
“Esta es la joventùd del papa”! Anch’io ho gridato a squarciagola questo ritornello girando tutto il giorno sotto il sole per le vie di Madrid, nascondendo la mia età sotto il cappellone. Ma il disagio di non essere più tanto giovane mi è passato completamente quando nell’ultimo grande raduno ai “cuatro vientos” una voce dal microfono ha lanciato un appello per una signora di 83 anni che si era smarrita. In quel momento mi sono sentito un ragazzino ed ho ringraziato il papa per questa meravigliosa festa della gioventù che non esclude nessuno. La giornata mondiale infatti non è un raduno di scanzonati ragazzotti, ma un inno alla giovinezza della Chiesa: questa vecchia signora che ha duemila anni ma non li dimostra. Una giovinezza dello spirito che da senso e valore a quella anagrafica. Senza di essa anche un ventenne sarebbe fuori luogo ad un appuntamento come quello di Madrid. La spensieratezza e l’allegria, unite alla contemplazione ed alla serietà, sono una caratteristica dei giovani cattolici. Solo grazie a queste virtù è possibile mantenere ordine e compostezza in un incontro di dimensioni oceaniche, fatto anche di stenti e sacrificio, senza perdere mai l’entusiasmo e la partecipazione convinta e appassionata. Ma “esta es la joventù del papa” a dispetto della massa confusa e arrabbiata dei contestatori che hanno cercato di turbare la serenità dell’evento con slogan e manifesti contro Benedetto XVI. Un attacco rivolto prevalentemente alla sua persona come se lui non fosse il capo di tutto un corpo che vive, soffre e spera unito e solidale. Ma il goffo tentativo di distinguere e separare le scelte del papa dalla sua Chiesa assimilandolo ad un dittatore nazista e adulando i giovani con slogan del tipo: “ benvenuti i giovani, Via il papa”, è naufragato miseramente nel mare della gioventù di Madrid. I contestatori sono stati sommersi dallo tzunami di affetto e fiducia sincera nel “grande vecchio” della Chiesa di Roma, che senza fronzoli ed eccessi sa dire parole di speranza. In verità i “vecchi” sono loro, con le solite rivendicazioni ottocentesche di un mondo senza riferimenti e senza regole. Ed anche anagraficamente mi ha piacevolmente sorpreso vedere come nello schieramento dei contestatori non vi fossero tanti giovani o giovanissimi, ma soprattutto persone di mezza età. E’ proprio vero che per credere in Gesù e innamorarsi di lui bisogna essere giovani. E’ stato sempre così e così sarà sempre. Ecco perché la Giornata mondiale della Gioventù è il dono più grande che ci ha lasciato papa Giovanni Paolo II il cui solo nome scatena sempre un’ondata di entusiasmo e di amore.