IL NUMERO VERDE ANTICLANDESTINI

Un'ottima idea anche per Castel Volturno

03-09-2008

Il sindaco di Cantù ha istituito un numero verde a disposizione di chi volesse segnalare la presenza di un clandestino. E’ un’ottima idea. Non mi meraviglierei se il sindaco di Castel Volturno volesse imitarlo. Ripulito il territorio dalle prostitute con la fatidica multa di 5oo euro, il prossimo passo potrebbe sicuramente essere quello di eliminare i clandestini con questo sistema originale. Certo, la situazione di Cantù è un po’ diversa da quella di Castel Volturno. Qui è un po’ più difficile distinguere un immigrato clandestino da uno regolare. Si correrebbe il rischio di trovarsi migliaia di segnalazioni riguardanti poveri ragazzi colti in flagrante mentre sono seduti a terra lungo la domitiana o distesi a dormicchiare su una panchina ( in verità molto rare su questa strada) in chiaro atteggiamento da clandestino. Si, perché il Sindaco di Cantù non mi pare abbia spiegato come si fa a riconoscere un clandestino senza chiedergli i documenti (cosa che un comune cittadino normalmente non dovrebbe fare). Probabilmente anche in questo caso come per i clienti e le prostitute fanno testo gli atteggiamenti, il modo di vestirsi o quello di sostare con la macchina. E’ ovvio, dunque, che devono esistere dei segni inequivocabili che distinguono chiaramente i clandestini dai regolari. Il regolare, per esempio, è sempre pulito, vestito in modo impeccabile, non frequenta luoghi sconvenienti e soprattutto raramente accetta di lavorare in campagna per 20 euro, o come badante, notte e giorno, per 600 euro. In tutti questi casi ci si trova inequivocabilmente di fronte ad un clandestino. Se, invece si vede un nigeriano in una BMV, con camicia di marca sbottonata e catena d’oro al collo siamo sicuramente di fronte a un regolare, anche se un po’ chic. In ogni caso al cittadino modello non servono troppe indicazioni per riconoscere un poco di buono da una persona perbene. Egli, erede della polis greca e figlio del diritto romano, ha sviluppato nei secoli un darwiniano sesto senso ed un istintivo disgusto per tutto ciò che è irregolare. E’ la stessa cosa che capita nei confronti dei camorristi o degli amministratori disonesti. Tutte queste persone, infatti, per non essere riconosciute dalla gente perbene sono costrette a nascondersi continuamente e a vivere nelle caverne in totale clandestinità, cibandosi di locuste. Ad ogni minima distrazione o leggerezza il camorrista e l’ amministratore disonesto vengono scoperti e denunciati alla pubblica autorità senza nessuna possibilità di sfuggire alle maglie della giustizia. E’ giusto, dunque, che anche il clandestino segua la stessa sorte visto che si macchia di una colpa tanto più grave e insopportabile.