INQUINAMENTO DA “SURPLUS DI IMMIGRATI”
editoriale del 15-10-2011
Nei giorni scorsi sul litorale domitio si è abbattuto uno
tzunami fiscale. Dai quattro Comuni costieri (Castel Volturno, Mondragone,
Celole e Sessa Aurunca) sono piovute sui 250 stabilimenti di balneazione le
ingiunzioni di pagamento arretrate per i canoni di concessione in vigore dal
2007. A conti fatti, si tratterebbe di un debito medio di 100.000 euro a
stabilimento. Dal 2007, infatti, con l’entrata in vigore della finanziaria che
aveva quasi raddoppiato i canoni di concessione, gli imprenditori hanno attuato
una sorta di “obiezione di coscienza” astenendosi dal pagamento. Come dargli
torto? Pur frequentando il litorale anche d’estate per motivi di lavoro non ho
mai provato invidia per i bagnanti ed i gestori dei lidi, piuttosto una sorta di
ammirazione per il loro coraggio ad immergersi nelle acque nostrane e tenere in
piedi un’attività così poco redditizia. Basti pensare che gli stessi Comuni,
mentre esigono il pagamento del canone, ogni anno ritualmente notificano il
divieto assoluto di balneazione a causa del gravissimo problema
dell'inquinamento. E’ quanto fa notare Il presidente provinciale del Sindacato
imprenditori balneari, che ha inoltre dichiarato: “E’ Colpa nostra se nei Regi
Lagni e poi a mare ci hanno riversato veleni, se i responsabili sono rimasti
impuniti nonostante le nostre denunce, se la pubblicità negativa che da tanto
derivava ha tenuto lontani i turisti? Non siamo né a Viareggio né a Rimini né a
Lignano, località che non sono penalizzate da criminalità, surplus d'immigrati e
dal richiamato inquinamento con annessi vermi sulla battigia, eruzioni cutanee
fra i bagnanti». Stando così i fatti verrebbe voglia di proporre il premio Nobel
alla resistenza per questi eroici imprenditori. Peccato, però, che anch’essi non
sfuggono alle contraddizioni ed ai pregiudizi del nostro sistema. Innanzitutto
occorre notare che nella foga di dimostrare la invivibilità del litorale il
presidente ha inserito anche il “surplus di immigrati” che non c’entrano proprio
nulla con l’inquinamento del mare, né tantomeno con il degrado del territorio.
In secondo luogo dovrebbe mettersi d’accordo con il presidente dell’ASSO
Balneari che nelle scorse estati si affannava a dimostrare la perfetta
balneabilità di tutto il litorale da Pozzuoli a Sessa Aurunca confutando le
dolose campagne di stampa che invece parlavano di vermi in acqua e gravi danni
alla salute dei bagnanti. Insomma non si può invocare l’inquinamento per non
pagare le concessioni e poi deprecare le allarmistiche campagne di stampa che
allontanano i turisti dal litorale. Il problema dell’inquinamento è reale e non
riguarda solo il mare. Ne è prova l’ultimo ritrovamento di sacchetti con
materiale pericoloso sepolti nell’Ippocampos di Castel Volturno. Gli
imprenditori balneari hanno ragioni da vendere sulla difficoltà del loro lavoro
nelle condizioni attuali. Tuttavia non si può procedere sempre a compartimenti
stagni senza andare all’origine ed al fondo dei problemi. La nostra cara
Domitiana, con il suo splendido mare, la lussureggiante pineta e soprattutto la
ricchezza dei suoi abitanti italiani e stranieri è tutto un mondo che va
valorizzato e sostenuto con politiche nuove e lungimiranti. La tecnica di
portare in luce ora un problema ora un altro, a seconda delle convenienze, non
risolve nulla, ma crea solo una guerra tra poveri che alimenta le speculazioni e
l’indifferenza. Ci auguriamo, perciò, che presto si possa risolvere la vertenza
dei balneari a cui va la nostra solidarietà, ma soprattutto che presto sul
nostro litorale possano vivere tutti in pace ed in salute senza che nessuno si
senti un “surplus”.