ROMA (3 giugno) - Serve un summit sulla crisi
alimentare globale per fermare la diffusione della malnutrizione e della fame
che sta minacciando 1 miliardo di persone. Lo chiede l'Onu al vertice della
Fao in corso a Roma, invitando
anche ad abbassare le barriere commerciali e a rimuovere i bandi alle
esportazioni. Al centro del vertice dell'agenzia delle Nazioni unite, che si
chiuderà il 5 giugno e a cui partecipano una trentina di capi di Stato, ci sono
l'emergenza alimentare, i prezzi delle materie prime, i cambiamenti climatici e
l'uso dei biocarburanti.
«Niente è più degrandante della fame», ha detto il segretario generale
dell'Onu Ban Ki-moon. «Alcuni
paesi hanno limitato le esportazioni o imposto controlli - ha proseguito Ban
- Questo distoce i mercti e spinge i prezzi ancora più in alto. Politiche
assistenziali non possono funzionare, creano solo distorsioni di mercato - ha
continuato - invito i Paesi a non mettere in atto queste misure e, invece, a
mettere a disposizione le riserve per destinarle ad aiuti umanitari. Solo agendo
in partenariato - ha aggiunto - saremo in grado di superare questa crisi.
Occorre agire oggi e agire subito perché la popolazione mondiale nel 2015
arriverà a 7,2 miliardi di persone». Ban stima che per superar la crisi servano
15-20 miliardi di dollari l'anno e che le forniture di cibo devon crescere del
50% entro il 2030 per stare dietro alla domanda.
Diouf: basterebbero 30 miliardi di dollari. «Come possiamo spiegare alle
persone di buon senso che non è stato possibile reperire 30 miliardi di dollari
(circa 20 miliardi di euro, ndr) l'anno per consentire a 862 milioni di affamati
di godere di un fondamentale diritto umano: il diritto al cibo e quindi il
diritto alla vita?», ha sottolineato Jacques Diouf, direttore generale della Fao
nel suo intervento. «Sono risorse di questo ordine di grandezza che - ha
spiegato - dovrebbero allontanare definitivamente lo spettro dei conflitti
sull'alimentazione che sono all'orizzonte. Infatti il problema della insicurezza
alimentare è di natura politica è una questione di priorità di fronte alle
necessità umane più fondamentali. E sono le scelte fatte dai governi a
determinare l'allocazione delle risorse».
Diouf ha continuato accusando le nazioni ricche di aver speso miliardi di
dollari in sussidi all'agricoltura, in cibo in eccesso, e in armi. La
Banca mondiale stima che
la crescita dei prezzi del cibo possa spingere alla fame altri 100 milioni di
persone. Circa 850 milioni sono già a rischio fame.
Il vertice si è aperto con il discorso del presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano. «Non può mancare in nessuno il senso della drammaticità
della crisi che è esplosa e delle sue conseguenze soprattutto per le popolazioni
più povere, per quasi un miliardo di persone sottonutrite», ha detto il capo
dello Stato, osservando come ora «emerge l'imperiosa necessità di politiche
coordinate a livello mondiale» per «fronteggiare l'allarmante emergenza. Il
mercato non è la soluzione contro la crisi. Si può e si deve riconoscere la
necessità di politiche e di interventi che abbiano il loro quadro di riferimento
e le loro espressioni operative nel sistema delle Nazioni Unite».
Napolitano ha poi parlato di errori e sottovalutazioni dei governi nelle
politiche agricole e commerciali: «Non si sono sufficentemente considerati gli
effetti derivanti dalla destinazione di superfici coltivate per la produzione di
bio carburanti». «Non possiamo ignorare come appaia oscurato quel diritto al
cibo che fu messo al centro del primo vertice mondiale della Fao
sull'alimentazione» ha aggiunto il presidente della repubblica. «Non possiamo
ignorare che l'attuale crisi alimentare mette a repentaglio i progressi
conseguiti negli ultimi anni nel continente che più soffre, in Africa». Il capo
dello Stato osserva che «l'opinione mondiale è stata colta di sorpresa
dall'esplodere di una impressionante catena di moti per il cibo, a seguito della
rapida e sconvolgente crescita dei prezzi delle derrate alimentari».
Berlusconi: via dai vincoli Ue i fondi per la fame. L'Italia proporrà
all'Unione europea che i fondi destinati agli Stati membri per gli aiuti a
sostegno della fame nel modo «possano non essere conteggiati negli impegni di
bilancio» previsti dai trattati europei. Lo ha annunciato il presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi, assumendo la presidenza del vertice Fao. «Il
presidente della Repubblica - ha detto ancora il premier - ha già indicato la
posizione del nostro Paese su questo problema. Mi riconosco nelle sue parole e
negli interventi che fin qui abbiamo ascoltato». Ci troviamo di fronte a un
problema «difficilissimo che attende indicazioni e risposte. È piuttosto il
tempo delle azioni rispetto a quello delle parole» e occorre quindi «mettere a
disposizione risorse concrete» per dare risposte a questa situazione.
Benedetto XVI: potete contare sul nostro aiuto. «La fame e la
malnutrizione sono inaccettabili in un mondo che, in realtà dispone di livelli
di produzione, di risorse e di conoscenze sufficienti per mettere fine a tali
drammi e alle loro conseguenze». Lo ha ribadito Benedetto XVI nel messaggio
inviato al vertice della Fao, letto dal segretario di Stato Vaticano, cardinale
Tarcisio Bertone. La Chiesa cattolica «desidera unirsi allo sforzo» di tutti i
paesi del mondo per sconfiggere, assumendo «nuovi impegni», il flagello della
fame e della malnutrizione. «Vi assicuro - sono le parole del Papa - che, in
questo cammino, potete contare sull'apporto della Santa Sede. Pur
differenziandosi dagli Stati, essa - ha aggiunto Benedetto XVI - si unisce ai
loro obiettivi più nobili per suggellare un impegno che, per sua natura,
coinvolge l'intera comunità internazionale: incoraggiare ogni popolo a
condividere le necessità degli altri popoli, mettendo in comune i beni della
terra che il Creatore ha destinato all'intera famiglia umana». La sala stampa
vaticana ha comunicato che Benedetto XVI non riceverà in udienza nessun capo di
stato e di governo, in quanto ci sono troppe richieste e poco tempo.
Lula: insulto all'umanità. «Ogni notte più di 800 milioni di persone in
tutto il mondo vanno a dormire senza aver mangiato: ciò è un insulto all'umanita»:
lo ha sottolineato il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva. «Per
capire le vere ragioni della crisi alimentare, ha sottolineato Lula, è
indispensabile allontanare i segnali di fumo prodotti da quelle lobby potenti
che cercano di attribuire alla produzione di etanolo la responsabilità del
recente aumento dei prezzi degli alimenti». L'aumento dei prezzi degli alimenti
ha in realtà «più di una ragione, e dipende da una combinazione di fattori, e
cioè, ha proseguito Lula, l'aumento delle quotazioni del petrolio, la
speculazione nei mercati finanziari, il calo degli stock mondiali, l'aumento del
consumo degli alimenti nei paesi in sviluppo, e soprattutto le assurde politiche
protezionistiche nell'agricoltura dei paesi ricchi».
Legambiente. La crisi alimentare globale e l'impennata dei prezzi dei
prodotti agricoli «non derivano da un problema di quantità ma di distribuzione
ed equità». Lo afferma Maurizio Gubbiotti, coordinatore segreteria nazionale
Legambiente, sottolineando che «il perno della questione è di contrastare le
speculazioni che stanno danneggiando i paesi più poveri».