Da uno studio presentato oggi alla Camera
emerge un quadro desolante dei ragazzi tra i 18 e i 29 anni
Rom, sinti e romeni i meno graditi. Il profilo più estremo riguarda il 10 per
cento e si espande online
Razzismo, quasi la metà dei giovani
chiusa agli stranieri o xenofoba
Da Repubblica del 18-02-2010
ROMA - Quasi la metà dei giovani italiani
è razzista, diffidente nei confronti degli stranieri mentre solo il 40 per cento
si dichiara "aperto" alle novità e alle nuove etnie che popolano il nostro
Paese. E' lo sconfortante ritratto offerto dall'indagine "Io e gli altri: i
giovani italiani nel vortice dei cambiamenti" da cui emerge che il razzismo è un
fenomeno tutt'altro che sradicato tra i ragazzi. Presentato oggi alla Camera,
alla presenza del presidente, Gianfranco Fini, lo studio è promosso dalla
Conferenza delle assemblee delle Regioni nell'ambito delle iniziative
dell'Osservatorio della Camera sui fenomeni di xenofobia e razzismo, ed è stato
realizzato da Swg su duemila giovani.
Chiusure e fobie. L'area tendenzialmente fobica e xenofoba è del 45,8 per cento,
con diverse sfumature al suo interno. Lo studio indica tre agglomerati. Il primo
è quello dei Romeno-rom-albanese fobici, pari al 15,3 per cento del totale degli
interpellati, e manifesta la propria intolleranza soprattutto verso questi
popoli. E' l'unico gruppo la cui maggioranza (56 per cento) è costituita da
donne. Il secondo riunisce soggetti con comportamenti improntati al razzismo. E'
il più esiguo, perché rappresenta il 10,7 per cento dei giovani, ma il più
estremo, perché in sostanza rifiuta e manifesta fastidio per tutti, tranne
europei e italiani. Ci sono poi gli xenofobi per elezione (20 per cento): non
esprime forme di odio violente, quel che conta è che le altre etnie se ne stiano
lontane, possibilmente fuori dall'Italia.
Aperture e tolleranze. La fetta di quanti hanno invece un atteggiamento aperto è
del 39,6 per cento. All'interno si riconoscono gli inclusivi (19,4 per cento)
con un'apertura totale e serena (55,3 per cento); i tolleranti (14,7 per cento),
un po' più freddi rispetto ai precedenti e gli aperturisti tiepidi (5,5 per
cento), ossia giovani decisamente antirazzisti, ma con forme più caute e
trattenute, minore interazione con le altre etnie e un riconoscimento più
ridotto dell'amore omosessuale. Al centro lo studio posiziona i mixofobici (14,5
per cento), giovani che non sono del tutto proiettati verso la chiusura, ma
neppure verso il suo opposto e che vivono un sentimento di fastidio verso ciò
che li allontana dalla loro identità.
Rom, sinti e romeni i meno graditi. I giovani italiani tra i 18 e i 29 anni
giudicano 'simpatici' gli europei in genere con un voto pari a 8,2 su una scala
da 1 a 10, gli italiani del Sud (7,8) e gli americani (7,7), mentre ritengono
antipatici e da tenere a distanza soprattutto Rom e Sinti (4,1), romeni (5,0) e
albanesi (5,2). Attraverso un'indagine è stato chiesto ai giovani di rispondere
come si sarebbero comportati in determinate situazioni. Ecco le risposte.
Scegliere con chi andare a cena. I giovani hanno messo in testa le persone
disagiate economicamente, giudicano "accettabile" una cena con un ebreo, un
omosessuale o con un extra-comunitario. Accettato, ma con freddezza un
musulmano. Impensabile pasteggiare con un tossicodipendente o un rom.
Il vicino di casa. Verrebbero accettati tranquillamente omosessuali, ebrei e
poveri. No invece a zingari e a chi utilizza sostanze stupefacenti e zingari.
Se un figlio si fidanza. I giovani italiani riterrebbero accettabile avere un
figlio che ha un partner o una partner di religione ebraica, ma anche qualcuno
con evidenti disagi economici. Meglio comunque se a ritrovarsi in questa
situazione è il maschio: per la figlia femmina, infatti, c'è qualche resistenza
in più. Scarso entusiasmo se la coppia si formasse con un o una
extra-comunitaria o con una persona musulmana. Assai più difficile convivere con
l'omosessualità di un figlio. Ma l'incubo peggiore è la possibilità che uno dei
propri figli faccia coppia con un tossicodipendente o un rom, situazione
considerata inaccettabile.
Identikit del giovane razzista. Il profilo più estremo del razzismo tra i
giovani, così come emerge dall'indagine presentata alla Camera, descrive una
persona che ostenta superiorità e persistente bisogno di potenza. Ha
atteggiamenti apertamente omofobici, spinte antisemitiche, convinzione
dell'inferiorità delle donne. E non accetta nessuna razza o etnia diversa dalla
propria. Un profilo che riguarda il 10,7 per cento dei giovani, ma estremamente
preoccupante. L'indagine definisce questa tipologia come quella dei soggetti
"improntati al razzismo".
Un clan che si espande online. Questo clan, rileva la ricerca, si distingue non
solo per l'intensità estremizzata delle proprie posizioni, ma anche per la sua
capacità di produrre un vero e proprio modo di essere nella società, per la sua
tendenza a essere una comunità, per quanto chiusa e ristretta. Si tratta di un
agglomerato che sviluppa un forte senso di appartenenza, che ha trovato nella
rete il proprio ambito di espressione e riconoscimento, e il proprio megafono.
Questo clan ha, anche se per ora non in modo uniforme e unificato, una propria
strategia di "espansione", per creare nuovi fan, per sviluppare e far crescere i
propri adepti, di ingrossare le proprie fila.
Su Facebook oltre mille gruppi xenofobi. Dalla ricerca emerge inoltre che sono
oltre un migliaio i gruppi razzisti e xenofobi che si trovano su Facebook. "Nel
nostro studio sul razzismo e i giovani - ha spiegato il direttore di Swg, Enzo
Risso, - abbiamo condotto un'indagine su Facebook, una sorta di censimento sui
gruppi xenofobi, effettuato tra ottobre e novembre. Ne abbiamo contato un
centinaio anti musulmani, 350 anti immigrati alcuni con punte di 7 mila
iscritti, 400 anti terroni e napoletani e 300 anti zingari, anche qui con fino a
7mila iscritti". Risso ha spiegato che questa parte dell'indagine "non può
essere considerata un censimento vero e proprio perché quella di internet è una
realtà che varia continuamente, ma ha un valore indicativo".