La protesta dei “3mila immigrati di Castel Volturno a Roma”
Partiti in migliaia a bordo di 4 autobus e un treno speciale, gli immigrati di Castel Volturno si saranno contraddistinti per la vivacità e l’entusiasmo con i quali hanno partecipato al serpentone umano del 17 ottobre nelle arterie capitoline. Un po’ perché la loro situazione è delle più drammatiche rispetto al resto d’Italia: senza titolo di soggiorno, spesso senza lavoro se non quello in nero- sporadico- effimero- mal pagato, senza tetto, senza prospettiva. Provvisti solamente di quel nulla e tutto rappresentato dalla speranza in un po’ di attenzione al loro dramma di richiedenti asilo.
Alla fine, gli immigrati di Castel Volturno sono riusciti ad attirare su di loro l’attenzione. Dopo il corteo conclusosi in Piazza del Popolo, per due giorni si è dato corso a un sit-in a Piazza Santi Apostoli. Una protesta finalizzata, da una parte all’allargamento della sanatoria a coloro che ne sono stati esclusi perché non adibiti a mansioni di collaborazione domestica, ma che invece si spezzano ogni giorno la schiena nei campi a raccogliere agrumi, ortaggi o verdura o nei cantieri edili per paghe anoressiche; e dall’altra alla velocizzazione dei tempi per il disbrigo delle pratiche di asilo politiche che spesso s’impantanano nella pachidermica macchina burocratica delle Commissioni Territoriali. La “protesta dei 3mila immigrati della Campania” era capeggiato dai Centri Sociali- capostipite l’ex Canapificio di Caserta, i Radicali, i Missionari Comboniani e varie sigle associazionistiche cattoliche e laiche.