Malaria, nuova speranza
"Un vaccino entro 5 anni"
L'annuncio dal Kenya, alla V
Conferenza dedicata alla malattia. Ricerche voloci e
promettenti, incoraggianti i risultati dei test. Ma i problemi
restano i finanziamenti e l'accesso alle cure
di CRISTINA NADOTTI
VIRUS Hiv, tubercolosi e malaria: sono
queste le tre malattie che mietono più vittime in Africa
ogni anno. Contro la parassitosi trasmessa dalle zanzare
potrebbe però essere disponibile entro cinque anni un
vaccino, capace di limitare la diffusione delle febbri che
uccidono oltre 800 mila persone all'anno, la maggior parte
bambini sotto ai cinque anni. L'annuncio è stato fatto
durante la V Conferenza sulla malaria che si chiuderà a
Nairobi venerdì 6 novembre, alla quale partecipano oltre
mille tra ricercatori, soci finanziatori ed esponenti
politici.
Le relazioni di apertura della conferenza hanno sottolineato
come negli ultimi anni i progressi verso la realizzazione di
un vaccino siano stati più veloci. Alcuni test giunti alla
fase finale di sperimentazione, in particolare, sono molto
promettenti e fanno ritenere che, insieme a una
distribuzione più capillare di zanzariere, potranno portare
a debellare la malattia in tempi brevi.
Christian Loucq, direttore dell'organizzazione non
governativa PATH Malaria Vaccine Initiative (MVI),
finanziata dalla fondazione di Bill e Melinda Gates, ha
dichiarato al settimanale Jeune Afrique: "Siamo nella
fase tre di valutazione clinica del vaccino RTS, S, che ha
già mostrato un tasso di efficacia del 53% negli ultimi test
fatti in Kenya e Tanzania. Si tratta di un risultato
eccellente, con il quale entriamo nell'ultima fase di
sperimentazione, che durerà 35 mesi, con ottime possibilità
di riuscita. Ritengo che fra cinque anni avremo a
disposizione un vaccino per la commercializzazione".
La ricerca, intanto, va ancora avanti e si stanno mettendo a
punto vaccini di seconda generazione. "Insieme ai test sul
vaccino RTS, S, che blocca lo sviluppo della malattia - ha
detto ancora Loucq - stiamo studiando un vaccino che
impedisca la trasmissione del parassita dall'uomo alla
zanzara. Queste nuove strategie sono entusiasmanti e ci
porteranno ad avere in dieci anni un tasso di efficacia
dell'80% nella lotta alla malaria". Loucq ha comunque
ribadito che il vaccino da solo non basterà a debellare la
malaria e che zanzariere e insetticidi sono comunque
indispensabili.
Molto è però legato ai finanziamenti per la ricerca e la
lotta alla diffusione del parassita, che nel caso dell'ong
di Loucq provengono soprattutto dai Gates e da Usaid. Il
problema dei finanziamenti non riguarda poi soltanto la
ricerca e i test di sperimentazione, perché una volta che il
vaccino diventerà una realtà bisognerà vedere in quanti
potranno permetterselo. A questo proposito, la casa
farmaceutica britannica che lo produce, la GlaxoSmithKline,
ha annunciato che se la sperimentazione darà buoni frutti
non farà difficoltà sul prezzo. Il colosso britannico ha
avviato un progetto pilota per i test in collaborazione con
l'Oms in sette paesi dell'Africa sub-sahariana (Burkina Faso,
Gabon, Ghana, Kenya, Malawi, Mozambico e Tanzania) e prevede
di coinvolgere fino a 16mila bambini.