DAL MATTINO DI CASERTA DEL 12-05-2011
Vincenzo Ammaliato.
«Avevamo il sentore che le condizioni di vita
generale degli immigrati del litorale domizio fossero complicate, ma non
immaginavamo fossero così estreme. Ho visto situazioni inaccettabili, persone
ammucchiate nelle case, per le quali pagano un fitto, e che si vergognano di far
vedere dove vivono». Il senatore del Pd, Pietro Marcenaro, presidente della
commissione diritti umani, è rimasto particolarmente colpito da quanto ha visto
a Castel Volturno. Nella visita nel centro litoraneo è stato accompagnato dal
senatore della Lega Nord, Sergio Divina. A organizzare l’incontro con gli
immigrati i volontari del centro sociale ex canapificio, della Caritas e
dell’associazione immigrati di Caserta. Gli stessi che lo scorso ottobre
inviarono al Senato un articolato dossier per descrivere le vessazioni cui erano
costretti a subire quotidianamente gli extracomunitari e soprattutto i numerosi
richiedenti asilo politico provenienti dalla regione subsahariana. Si tratta di
circa duemila profughi che si trovano fra il litorale domizio e l’agro aversano
già dal 2007. Da quel periodo vivono tutti in una sorta di limbo giuridico
perché non sono clandestini, ma non possono neanche godere dei diritti acquisiti
grazie al permesso di soggiorno. Soprattutto, non possono essere impiegati
regolarmente, né possono viaggiare. Il loro permesso temporaneo dura tre mesi, e
viene prorogato di volta in volta, fino a quando la commissione per i rifugiati
non valuta la loro pratica. «E quasi sempre – denuncia Mimma D’Amica, del centro
sociale ex Canapificio – i dirigenti della commissione bocciano la richiesta
d’asilo». In questo modo il richiedente si trasforma in clandestino e diventa
particolarmente vulnerabile perché, viene ricordato, pur di sopravvivere in
questa condizione accetta qualsiasi tipo di lavoro. La prima tappa è stata al
quartiere di Varcaturo, la seconda a Destra Volturno. In entrambi i casi sono
stati ricevuti direttamente nelle case degli immigrati: dimore davvero difficile
da accettare come abitazioni. Si tratta di case con l’intonaco delle mura
completamente scrostato e al cui posto c’è solo muffa, con gli infissi corrosi
dal sale, le fogne nei cortili a cielo aperto. I due senatori non si sono
recati, come solitamente capita nelle visite dei politici a Castel Volturno,
nella confortevole sala comunale (il sindaco Antonio Scalzone, peraltro, allo
stesso momento si trovava a Santa Maria Capua Vetere per la visita del ministro
Angelino Alfano), né al centro per immigrati della Caritas, Fernandes, dove gli
immigrati sono assistiti da personale esperto e formato. Hanno preferito toccare
con mano la dura realtà delle «favelas» della domiziana. Gli immigrati hanno
avvertito anche una sorta di disagio. Avrebbero preferito accogliere i
parlamentari italiani in una situazione diversa, ovvero in un’abitazione degna
di essere definita tale. © RIPRODUZIONE RISERVATA