DA MIGRANTI PRESS: bollettino di informazione edito dalla Fondazione Migrantes della CEI

 

497) “MOVIMENTI RELIGIOSI ALTERNATIVI FRA IMMIGRATI”

 

roma (Migranti-press) - La presenza di movimenti religiosi alternativi (è in disuso ormai il nome di “sette”) fra gli immigrati in Italia, in particolare tra i sub-sahariani, è consistente e in espansione, tanto più fra gli zingari. Numerosi sono questi movimenti, ma prevalgono quelli che si denominano evangelisti-pentecostali. Parte degli immigrati già aderiva al movimento nel Paese di origine, parte vi è passata qui in Italia, anche in base al forte proselitismo da parte di immigrati stessi e di italiani. Sta il fatto che diverse comunità etniche cattoliche hanno visto diminuire rapidamente il numero dei loro fedeli, salvo poi il ritorno quando queste comunità cattoliche passano sotto la guida di un sacerdote della medesima lingua ed etnia che imposta un servizio pastorale meglio rispondente all’indole e tradizione di questi immigrati.

 

E’ pressoché impossibile trovare comuni denominatori in questa giungla di aggregazioni che si moltiplicano e si frammentano con grande facilità, spesso non per autentiche esigenze spirituali, ma per impulso e interesse di qualche leaders. Hanno dottrine e comportamenti  molto diversi e talora contrastanti tra loro, anzi è difficile parlare di una dottrina sistematica, prevale infatti  la creatività, la fantasia, il sincretismo, il fascino del leader la cui parola va accolta con scarsa criticità, quasi parola messianica.

 

In questi gruppi è forte l’esigenza di aggregazione, di protagonismo, di coinvolgimento generale nel canto, nella danza, nella declamazione; si dà possibilità di intervento a tutti e le celebrazioni si prolungano anche per diverse ore; emerge l’esigenza di vivere il “qui e ora” con piena espansione e con intensità anche emotiva nonché la voglia incontenibile di parlare anche del proprio mondo interiore. Si crea così un clima gratificante, a confronto del quale si dà facilmente un giudizio negativo e un rifiuto delle forme precedenti di religiosità, che vengono da loro definite fredde e anonime, non autentiche. Forte è la tendenza al proselitismo, con atteggiamenti spesso, ma non sempre polemici, verso le “chiese storiche”.

 

Prevale in genere una certa rigidità morale, molti rifuggono dall’alcool e dal fumo, segnano a dito quei cattolici che indulgono a questi “vizi”; tale rigidità si estende anche all’ambito sessuale.

 

In diverse città esiste un “centro” dal quale si espandono sul territorio molteplici succursali, che hanno un animatore interno sostenuto da qualche “pastore” più preparato presente nel centro stesso. Del resto i pastori e animatori possono essere di modesta cultura religiosa e generale; è importante per loro che riescano ad agganciare col gruppo e guadagnarsi ascolto, prestigio, adesione. Allo scopo serve franchezza vibrante di parola, conoscenza anche elementare della Bibbia, proclamazione anche di luoghi comuni purché fatta con convinzione e con enfasi, capacità nell’animare il canto e nel vivacizzare le celebrazioni.