Rispunta il reato di immigrazione clandestina Primo ok del Senato: no all’arresto, sì all’espulsione
DA ROMA DANILO PAOLINI
C osì fan tutti, in Europa, e senza scandalo. Il ministro Roberto Maroni è
tornato a difendere l’idea di far pagare agli extracomunitari il permesso di
soggiorno in Italia, norma contenuta nel disegno di legge sulla sicurezza che
l’aula del Senato ha cominciato a esaminare ieri e che dovrebbe approvare il 3
febbraio. Tra gli articoli già votati figura anche una tassa di 200 euro per
ottenere la cittadinanza italiana, da non confondere con il citato contributo
per il permesso di soggiorno, il cui importo dovrebbe essere stabilito dal
ministero dell’Interno e da quello dell’Economia e potrebbe variare tra 10 e
400 euro. Quanto alle critiche espresse da monsignor Gnesotto della Fondazione
Migrantes, Maroni si è detto «francamente meravigliato», tuttavia – ha aggiunto
– «non ci toccano, perché stiamo facendo quello che hanno fatto da tempo i Paesi
europei. In Olanda c’è una tassa di 800 euro e lo stesso avviene in
Inghilterra e in Germania». Il denaro versato per i nuovi permessi di
soggiorno confluirà in un fondo che sarà istituito presso il ministero
dell’Interno per finanziare i reimpatri degli immigrati irregolari. Ma la
polemica politica intorno a questa misura non si placa: tutti i partiti
d’opposizione attaccano il governo e sottoscrivono le parole del direttore
dell’Ufficio della Fondazione Migrantes per la pastorale degli immigrati e dei
profughi. Il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo si è detto «meravigliato
del fatto che Maroni si meravigli» delle critiche ricevute. Analoghi i toni del
segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero e della portavoce dei Verdi
Grazia Francescato. Per Alfonso Benevento e Massimiliano Coltellacci,
dell’Italia dei valori, «ancora una volta questo governo dimostra scarsa
sensibilità verso le fasce più deboli della società». Anche un esponente della
maggioranza come Mario Baccini (Cristiano popolari) ha chiesto al ministro
dell’Interno di spiegare le motivazioni del provvedimento, altrimenti – ha
detto – ha ragione chi ritiene «inammissibili queste imposte». E l’Ugl,
sindacato storicamente vicino alla destra, ha definito «vessatorie e
irricevibili le proposte contenute nel ddl sicurezza nei confronti degli
immigrati».
Tra queste, pure il tanto discusso reato d’immigrazione clandestina (articolo
19), già approvato, che non sarà punito con la reclusione ma con una multa da
5mila a 10mila euro e con la pena accessoria dell’espulsione dal territorio
nazionale. «Una norma ipocrita, odiosa e inutile», si è lamentato Gian Piero D’Alia
dell’Udc.
Il ddl reintroduce inoltre il reato di «oltraggio alle forze di polizia»: 3
anni di carcere a chiunque, in luogo aperto al pubblico e in presenza di più
persone, offenda un ufficiale o un agente di pubblica sicurezza a causa del suo
servizio. Via libera anche alle bombolette spray irritanti per autodifesa,
finora vietate, che però non potranno contenere sostanze chimiche, ma soltanto
«un principio attivo naturale a base di oleoresin capsicum».
Saranno inoltre introdotte nel codice penale nuove aggravanti per reati di
particolare allarme sociale quali l’estorsione, la rapina, la truffa, gli abusi
sessuali, gli atti osceni, il furto e lo scippo, per esempio quando siano
commessi approfittando delle condizioni di debolezza della vittima (anziani,
disabili, bambini) o in luoghi molto frequentati dai cittadini. Accantonata,
invece, la norma che prevede il carcere per chi imbratta i muri: «Il governo sta
studiando una riformulazione migliorativa del testo », ha spiegato il relatore
Carlo Vizzini (Pdl).
Nel ddl sicurezza prevista la norma voluta dalla Lega E Maroni si dice
meravigliato per l’analisi di Migrantes: facciamo ciò che hanno fatto da tempo i
Paesi europei