Il caso alla scuola elementare Valeri di Padova dopo una foto
ricordo
Un muro per dividere alunni e stranieri
la protesta dei genitori vince sulla preside
La preside fa costruire un divisorio. La decisione per evitare che
gli studenti già adulti del Centro territoriale permanente siano a
contatto con i bambini delle elementari. Il fatto: un cingalese di
18 anni fotografa in cortile un bimbo di seconda per mandare a casa
un'immagine della scuola dove sta imparando l'italiano e l’episodio
scatena la paura dei genitori
Padova. Dai muri tristemente famosi in altri quartieri
della città, a nuovi muretti, in questo caso addobbati con fiori e
piante per renderli meno appariscenti e segreganti, ma pur sempre pareti
divisorie innalzate per separare gli italiani dagli stranieri. Non si
può giudicare altrimenti quanto è stato deciso, suo malgrado, con il
pieno assenso dei genitori-rappresentanti di classe, dalla dirigente
dell'11esimo Istituto Comprensivo, Ignazia Nespolo. La settimana
prossima farà costruire una muretta nell'atrio della Diego Valeri, la
scuola primaria di Via Monte Santo. In questa scuola un gruppo di mamme
ha montato una dura protesta dopo che un cingalese di 18 anni, studente
dell'annesso Ctp, aveva fotografato a scuola un bambino della seconda
elementare.
Una rovente polemica cresciuta ulteriormente ieri alle 12.30 quando gli
agenti della Polizia di Stato, con due cani, sono andati a controllare
la scuola. Scena che ha colpito alcuni bambini. All'episodio ha
assistito la bidella Manuela Cortinovis: «Non è stato un bel gesto
educativo. Che bisogno c'era di arrivare a scuola con i cani antidroga?
I poliziotti, per verificare come funziona la promiscuità tra gli adulti
del Centro Territoriale Permanente ed i bambini della Valeri, potevano
benissimo venire in abiti borghesi».
Intanto la preside Ignazia Nespolo precisa i motivi che l'hanno spinta
ad innalzare il muretto nell'atrio: «Le decisioni prese nella riunione
del consiglio interclassi assieme a docenti e genitori, sono tre. Le due
seconde classi, che oggi si trovano al piano terra, saranno trasferite
al primo piano. Nell'atrio sarà innalzato un separè che non permetterà
contatti tra studenti adulti, quasi tutti stranieri, e bambini della
primaria; gli allievi del Ctp saranno fatti entrare da un cancello
diverso da quello utilizzato dagli alunni della Valeri». Sempre la
preside ammette di avere preso tale decisione con amarezza e solo per
venire incontro alle richieste dei genitori: «Ho preso una scelta così
diversa dai miei principi educativi solo per dare serenità a tutti. La
ricostruzione dei fatti ha accertato che s'è trattato solo
dell'ingenuità di un ragazzo del Ctp, che voleva mandare a casa dei
genitori lontani una foto della scuola dove sta imparando l'italiano. Mi
hanno riferito che il ragazzo straniero ha pianto quando la sua
insegnante gli ha riferito che quella foto non avrebbe dovuta farla.
Sono ben 14 anni che il Ctp e la primaria Valeri convivono. I docenti
delle due scuole hanno sempre collaborato tra di loro».
Nonostante la buona volontà della dirigente, una parte dei genitori
continua a chiedere soluzioni forti: «La preside ci deve capire-
sostiene la mamma Stefania Verdini i-. Di questi tempi, dopo il brutto
episodio della fotografia, non ci fidiamo. Per noi genitori la
separazione tra adulti e piccoli deve essere netta. I grandi dovrebbero
entrare da un accesso esterno o fare scuola dopo le 17, come avviene in
altri Ctp di Padova».
(15 marzo 2008)