Napolitano parla alle Camere riunite per le
celebrazioni
La seduta comune presieduta da Bertinotti. Il discorso di Marini
I 60 anni della
Costituzione
"Riferimento unitario per i cittadini"
Napolitano parla alla Camera per i 60 anni della
Costituzione
ROMA - In questo momento di "acuta
crisi e incertezza, la Costituzione resta un grande quadro di
riferimento unitario per i cittadini". Lo ha detto il presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano parlando a Montecitorio
davanti alle Camere riunite per l'inizio delle celebrazioni dei
60 anni della Carta costituzionale.
In piena crisi di governo, a Montecitorio, la piccola politica
di questi giorni s'intreccia con la solennità dei saluti e degli
interventi di Bertinotti, Marini e del capo dello Stato.
L'aula è affollatissima, Bertinotti, in qualità di presidente
della Camera, fa gli onori di casa e presiede la seduta. Nei
saluti iniziali, elencando i presenti, fa il nome anche del
presidente del Consiglio Romano Prodi. Per quest'ultimo hanno
applaudito solo i parlamentari dell'Unione, mentre dai banchi
del centrodestra sono arrivati deboli fischi e qualche buh! buh!.
Il discorso di Napolitano. "Non ha senso imputare alla
Costituzione errori e distorsioni che hanno rappresentato il
frutto di una complessa dialettica politica. Occorre fare bene
attenzione a non confondere indirizzi costituzionali e scelte
politiche, responsabilità politiche". Dopo le brevi introduzioni
di Bertinotti e Marini, il presidente della Repubblica ha svolto
un intervento tutto puntato sull'attualità della Costituzione e
sulla necessità "di porre mano a quel rinnovamento della vita
istituzionale, politica e civile, in assenza del quale la
comunità nazionale, in tutte le sue parti, sarebbe esposta a
crisi gravi".
La Carta non è intoccabile, ha ricordato il capo dello Stato, ma
le riforme vanno affrontate insieme, in un confronto fra le
forze politiche che sia realistico e che prescinda da calcoli
contingenti. La Costituzione "non è intoccabile ma rappresenta
più che mai, nella sua comprovata validità, un patrimonio
comune" ha detto Napolitano. "Nessuna delle forze oggi in campo
può rivendicarne in esclusiva l'eredità, nè farsene strumento
nei confronti di altre. Possono solo tutte insieme richiamarsi
ai valori e alle regole della Costituzione, e insieme affrontare
anche i problemi di ogni sua specifica, possibile revisione".
L'Italia "ha le forze per superare questo cruciale momento
storico", ma "è necessario porre mano a quel rinnovamento della
vita istituzionale, politica e civile, in assenza del quale la
comunità nazionale, in tutte le sue parti, sarebbe esposta a
crisi gravi" ha detto ancora Napolitano. "La condizione del
successo - sottolinea il capo dello Stato a conclusione del suo
intervento - è in un concorso di volontà, che non può, non deve
mancare. Un concorso di volontà più forte di tutte le ragioni di
divisione, pur nello svolgimento di una libera dialettica
politica e sociale".
Nello sforzo necessario di innovazione istituzionale, la
Costituzione è una risorsa vitale, ha sottolineato ancora il
capo dello Stato. "Non c'è terreno comune migliore di quello di
un autentico, profondo, operante patriottismo costituzionale.
E', questa, la nuova, moderna forma di patriottismo nella quale
far vivere il patto che ci lega: il nostro patto di unità
nazionale nella libertà e nella democrazia".
Il discorso di Bertinotti. Aprendo le celebrazioni,
Fausto Bertinotti ha parlato della necessità di colmare la
"preoccupante distanza che separa i cittadini dalla vita
pubblica" determinata dal "momento di acuta crisi della politica
che viviamo", presupposto necessario "per la risoluzione dei
numerosi elementi di criticità con cui si confronta in questa
fase la comunità nazionale, nell'epoca di un grande cambiamento
denso di problemi molto ardui e dolorosi". "Le basi dell'unità
del Paese - sottolinea Bertinotti - e della sua Riforma sono
custodite, infatti, nella Costituzione e nella testimonianza di
civiltà che vi hanno impresso i Costituenti, consegnandola alla
responsabilità nostra e delle generazioni che ci seguiranno".
Il discorso di Marini. Il presidente del Senato, ricordando
come la celebrazione odierna sia uno dei punti più alti della
"nostra vita istituzionale", ha toccato il tema dei "necessari
adeguamenti istituzionali perché la nostra democrazia possa
incidere più efficacemente di fronte ai tanti problemi che la
incalzano". "E questi cambiamenti - ha proseguito Marini - sono
urgenti. Il principio democratico è il cardine del nostro
ordinamento costituzionale".
"In questa Costituzione - ha ricordato il
presidente del Senato - c'è tutta la nostra storia, tutto il
nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre speranze e le
nostre gioie, ma anche il nostro futuro. In essa sono contenuti
i principi e i valori che costituiscono le condizioni
indispensabili di un'Italia democratica".