Ass. Jerry Essan Masslo, Ass.Amici della Musica e Ass. Sinistra 2000 onlus

Teatro della legalità

Casal di Principe Caserta

Lunedì 1 Novembre 2010 ore 19.30

La ballata delle anime perse

di Salvatore Nappa e Luigi Sica

(riferimenti letterari tratti da opere di Saviano-Lanzetta-Sardo)

 

con:
Agostino Chiummariello

Marianita Carfora

Antimo Casertano

Luca Ippolito

Franco Melone

Raffaele Parisi

 

Extravideo Peppe Lanzetta

 

Regia Salvatore Nappa

 

 

E’ uno spettacolo teatrale inserito in un progetto più ampio dal titolo “ LA BELLEZZA CHE LIBERA DALL’INFERNO. IL DIRITTO ALLA RICERCA DELLA FELICITA’ ” in cui l’impronta dello scrittore Roberto Saviano ci accompagna fin dalle prime scene.  Progetto voluto dall’Ass. Jerry Essan Masslo e finanziato attraverso i bandi di idee 2009 del CSV Asso.Vo.Ce.                                                                                           

Liberarci dall’inferno della malavita è l’auspicio e la speranza a cui dobbiamo tendere per costruire una società aliena da certi meccanismi esclusivi. Uno spettacolo inteso a mostrare la mortificante realtà in cui vivono tante persone, in un paese dove il fenomeno dell’usura rappresenta uno dei modi, con cui le criminalità organizzate si sono adeguate alle moderne attività imprenditoriali.

In questa globalizzazione, la malavita coinvolge  soggetti che, nella gran parte dei casi, non ha un precedente criminale, ingaggia poveri cristi che non ce la fanno a campare, imprese legali, uomini d’affari, funzionari pubblici.

Sin dall’inizio della rappresentazione lo schema cronistico incasella fatti e personaggi di una via crucis gli uni accanto agli altri.

Sei attori, che raccontano il loro vissuto le proprie esperienze di vita e malavita. Personaggi che si incontrano e si scontrano sul palcoscenico del teatro e della vita. Ognuno è portatore delle proprie ansie, paure, sogni, speranze e disperazioni.

La prima scena, che si potrebbe  definire propedeutica, ci  presenta il luogo dell’azione e i personaggi della pièce le cui esistenze estreme li portano ad essere ostaggio nelle mani della malavita. Un uomo  gaudente, viziato, ricco e tirchio fa l’usuraio ed ogni giorno deve risolvere i problemi di  tante anime perse che s’incontrano nel suo banco dei pegni, non casualmente ma per un preciso scopo: chiedere soldi, ovvero sopravvivere un altro giorno. Impegnare un’intera vita per vivere un solo giorno.

Don Gennaro, l’usuraio, insieme al Narratore, Carmine un imprenditore, Tonino detto Maria, un killer, un Sindacalista, Yoara una ragazza africana, un onorevole, e tanti altri, a loro modo sono tutti naufraghi della vita che tentano ciascuno, di avere denaro per trovare certezze, amore, stabilità e serenità di vita, ma si smarriscono nell’ineluttabile incomunicabilità dello loro vite.

Di fronte alla mancata esazione del credito, don Gennaro non esita a pretendere in cambio, un rene, un occhio, un polmone, quanto basta a saldare un debito o soddisfare una richiesta. Una umanità di dispersi ridotta a cloni mutilati, e quando lo strozzino richiede un possibile amore, riceverà l’amore solo dalle sue vittime da quelle anime perse che credono ancora nella redenzione.

Il finale inatteso, inaspettato che vuole significare non solo la rinascita di un personaggio abbietto ma acquista un valore sociale perché: Cambiare si può..

In altri termini, questo banco dei pegni è la nostra società delle banche, delle multinazionali, che per i loro colossali profitti, hanno cancellato le persone riducendole a numeri, a semplici pezzi di carne, che s’intrecciano con poteri occulti, con forze eversive, con la malavita, pronte a sostituire il prodotto della domanda crescente alla domanda calante. Non più sigarette, droga, ma organi umani.

 

La prima fase del lavoro è stata dedicata principalmente alla raccolta di materiale informativo, scritti, lettere, articoli di giornali che raccontavano questa realtà.

I libri di Saviano  e di altri scrittori, che sul tema si sono espressi in maniera inconfondibile, mi hanno aiutato a capire meglio il fenomeno e raccogliere spunti per l’elaborazione del testo finale. Testo che ingloba in sé  frasi e scritti di questi autori, adattati per rispondere  a quella che era l’idea del plot originale della storia.

Per questo lavoro ho pensato ad una messa in scena che contempli il quadro apocalittico di questa vicenda. Utilizzando simboli, segni ed elementi di scenografia si andrà a configurare il luogo infernale dove si intrecciano i destini dei personaggi.

La colonna sonora fatta di canzoni e ballate è stata pensata mescolando diversi tipi di linguaggi nel segno della massima contaminazione.

Questo lavoro vedrà in scena  6 attori, Agostino Chiummariello nella parte di Don Gennaro, Marianita Canfora, Franco Melone, Luca Ippolito, Antimo Casertano e Raffaele Parisi  che con grande entusiasmo hanno condiviso con me il progetto voluto dall’Ass. Jerry Masslo.

 

 

                                                                                     Salvatore Nappa