Arriva il Natale di Ucraini e Moldavi
Il 7 gennaio si festeggia Rozhdestvo Christovo. Iniziative in tutta Italia
Roma - 4 gennaio 2008
- Per alcune comunità di immigrati non sarà l’Epifania a
portare tutte le feste via. Russi, bielorussi, ucraini,
moldavi, armeni, georgiani, bosniaci e macedoni il 7 gennaio
aspetteranno il Natale. Questa differenza nelle date è
dovuta al fatto che in alcuni paesi la Chiesa ortodossa
segue ancora il calendario giuliano, elaborato
dall'astronomo greco Sosigene di Alessandria e diffuso da
Giulio Cesare.
Nel 1582 nella maggioranza dei Paesi cristiani questo
calendario è stato sostituito da quello gregoriano per
decreto di papa Gregorio XIII, ma alcuni ortodossi non hanno
adottato il cambiamento e tutt’oggi le festività religiose
conservano il "ritardo" di tredici giorni. Quanto al
calendario civile, ormai la tradizione occidentale è stata
adottata quasi da tutte le nazioni. Tuttavia, nonostante il
conto alla rovescia si faccia il 31 dicembre, il periodo
natalizio nei paesi che seguono il calendario giuliano si
conclude definitivamente il 13 gennaio, giorno del vecchio
Capodanno.
La maggior parte degli ortodossi anziché Babbo Natale
attende Nonno Gelo (in russo Died Maroz). Si tratta di una
versione appena ritoccata del più diffuso San Nicola, vesti
e tratti somatici sono pressoché gli stessi. Ma per la
consegna dei doni Nonno Gelo ha una aiutante (in russo
Snjegòrushka), una ragazza giovane e bella.
Il Rozhdestvo Christovo (il Natale) anche per gli ortodossi
è la festa familiare per eccellenza. Non mancano il
scintillante abete addobbato, i regali, le canzoni natalizie
e le ricche tavole di pietanze tradizionali. I piatti tipici
cambiano un po’ da paese a paese. Alcuni sono: l’insalata
russa e di barbabietole, il caviale, la kutya, una specie di
zuppa di grano e miele, simboli di speranza e felicità, lo
storione bollito in salsa di cipolle fritte, funghi e
carote, gli involtini di foglia di vite o di verza, fagioli
al forno, peperoni ripieni, i dolci fatti in casa come il
rotolo di papavero, i prianiki (a base di miele e spezie) e
altri a base di frutta secca e cannella.
Per quanto intimo e familiare anche questo Natale ortodosso
offrirà occasioni d’incontro per le comunità che lo
festeggiano. Domani a Verona ci sarà una cena dell’Avvento,
“Aspettando il Natale russo” alla Fontana. L’iniziativa,
organizzata in collaborazione con l'associazione culturale "Bejozka-Betulla",
prevede momenti musicali con canzoni popolari russe e
romanze russo-tzigane.
A Roma, la comunità ucraina ha organizzato uno spettacolo
musicale che si terrà il 13 gennaio nella Chiesa di San
Gaspare del Bufalo (zona Colli Albani).
Cagliari si prepara a festeggiare questo “secondo Natale” in
modo singolare. Centinaia di fedeli sono attesi come ogni
anno nella Parrocchia di Sant’Eulalia per i vespri natalizi
del 6 gennaio e per la messa del 7. Le celebrazioni, che
fanno ormai parte della tradizione non solo delle comunità
interessate ma della città tutta, quest’anno godranno della
partecipazione di religiosi venuti da Russia, Bielorussia e
Ucraina.
La solenne messa natalizia sarà celebrata da Padre Nikolay
Bolokhovskij, sacerdote della Cattedrale ortodossa di Santo
Spirito di Minsk (Bielorussia), e da Padre Serghij Borskij,
sacerdote russo dell’Eparchia di Korsun. I due prelati
saranno assistiti dalle monache ucraine del Monastero
femminile Ortodosso di San Nikolay di Gorodok (Ucraina) e
accompagnati dai canti delle bambine del Coro “Zernichka” di
Minsk, che indosseranno i costumi nazionali.
I festeggiamenti continueranno l’8 gennaio, alle 18, con il
concerto di Natale al Piccolo Auditorium di Piazza Dettori
con ‘Koliatki’ del gruppo artistico giovanile del palazzo
della Cultura delle Ferrovie di Minsk.
Oltre agli immigrati interessati, la festa coinvolgerà i 150
bambini bielorussi ospiti delle famiglie sarde nell’ambito
del Progetto Chernobyl.