ROMA – E l’Europa teme un milione di "nuovi romeni"
Un milione di nuovi romeni, liberi di girare e cercare lavoro in tutta
l’Unione europea.
È lo spauracchio che agita il Vecchio Continente da quando il presidente della
repubblica Traian Basescu ha chiesto al governo di Bucarest di modificare la
legge sulla cittadinanza. L’obiettivo è favorire le acquisizioni da parte dei
moldavi.
In particolare, sarà più semplice e veloce prendere la cittadinanza romena (e
quindi europea) per quanti l’avevano persa e per i loro discendenti fino al
terzo grado. I candidati non dovranno sostenere test di lingua e l’iter durerà
al massimo cinque mesi.
La maggior parte del territorio dell’attuale Repubblica di Moldova faceva parte
della Romania fino al 1940, quando dopo il patto Ribentropp-Molotov fu invaso
dall’armata rossa e diventò la Repubblica socialista sovietica moldava.
Sarebbero quindi in tanti ad avere i requisiti per (ri)diventare romeni, e lo
stesso Basescu ha parlato di un milione di domande in attesa.
Un cittadino moldavo che vuole emigrare lo farebbe comunque, ma di sicuro se ha
in tasca un passaporto comunitario ha la strada in discesa. Nessun Paese Ue gli
può chiudere le porte in faccia, al massimo può imporre delle moratorie
all’accesso al mercato del lavoro, ma queste possono essere solo temporanee.
Proprio l'Italia, che ha già una nutrita comunità moldava, potrebbe essere una
delle mete preferite dai nuovi romeni. "Le notizie, ancora da verificare, che
arrivano dalla Romania, destano preoccupazione nel governo italiano" ha
dichiarato ieri il ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi.
"Intendiamo consultare i partner comunitari su una questione che rischia di
avere un impatto sui rapporti tra la Romania e la Moldova, ma anche ricadute
sugli equilibri demografici dell'Europa e sui flussi migratori” ha annunciato il
ministro, aggiungendo che “chiederemo alle istituzioni europee di vigilare con
attenzione e di farsi carico di un problema che suscita preoccupazione nella
pubblica opinione".