Il popolo del ...........Fernandes
Dal Diario di
un obiettore di coscienza in servizio presso il Centro (1997) |
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Un vero e proprio presidio psico-sociosanitario, il "Fernandes" è,
composto da medici, psicologi, e sociologi che si adoperano per
“ri-disegnare” la geografia delle emergenze legate al territorio in cui,
negli ultimi otto anni, si è verificato l'approdo del più selvaggio e
crescente flusso migratorio proveniente dalle regioni del Nord-Africa e
dalle coste adriatiche d’Albania, Grecia ed
ex-Jugoslavia. |
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Quarantadue gli ospiti della struttura che accoglie giovani della
Sierra Leone, del Congo, dell'Algeria, dell'Albania, della Polonia, del
Ghan.a, della Tunisla, del Benln, del Senegal, tutti coinvolti ed
impegnati nel funzionamento dei servizi che il Centro mette a disposizione
non soltanto per coloro che nel Fernandes hanno trovato una vera e propria
dimora ma anche per i tanti "desaparecidos" di colore, slavi, italiani di
passaggio, ovvero, i vagabondi del terzo millennio "ciondolanti" per le
strade di Castelvolturno (e non solo), spinti nelle loro gambe e braccia
dalla sola inerzia della “sopravvivenza” |
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Si vuole (o sarebbe più corretto dire: si tenta) di offrire un
aiuto che tenga conto del disagio sociale di persone ormai
disabituate ad essere “prese in considerazione" ed a ricevere
una parola che sia rivolta proprio a loro, chiamandoli per nome:
Enrica, Charlie , Emanuel, Cletus, Taibow Damian, Edita, Anna, Habib,
King, Alfred, James, Frank, Nicholas, Andrew, Paul, Eximo, Limbo, Victor,
Leonardo, Wladimir, Elvira, Anita. |
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Già, Anita, una donna di trent'anni della Sierra Leone che da circa
dieci mesi e nostra ospite visto che nessun ente o istituzione
ha voluto prendersi . cura di lei e della sua "apparente
irraggiungibile solitudine". Molte persone hanno cercato di
creare un dialogo fissando i suoi scuri occhi assenti, ma il
solo costante risultato ottenuto è un rallentato ma deciso
voltafaccia: noi non destiamo il suo interesse e lei non vuole
interessare noi. |
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Da un eccesso all'altro.
Abbiamo parlato di Anita, chiusa, introversa, "sola", ma nel
Fernandes vive un ragazzo con tanta voglia di essere presente in
tutti i momenti ed in tutte le circostanze che costituiscono la
giornata degli extra-comunitari e degli italiani al Centro
Immigrati. Si tratta di Charlie, senegalese,
ex-tossicodipendente, che col canto, con la musica e con
l'artigianato vuole essere un monito per tutti: "proprio noi che
subiamo questo disagio dobbiamo cercare una soluzione: è nostro
dovere. I diritti li acquisteremo democraticamente essendo parte
integrante di una società che ci ha dimostrato di avere valori
universali.... non siamo qui per rubare il pane, non siamo
degli ingrati". |
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