DI VINCENZO AMMALIATO

l 18 settembre 2008 a Castel Volturno i 6 ghanesi non furono le uniche vittime innocenti di un sistema malato. A essere giustiziato dalla camorra fu anche il gestore di una sala giochi, ucciso anche lui da 4 balordi armati come in guerra. Un singolo uomo disarmato contro cui furono esplosi 60 colpi di kalashnikov e semiautomatiche, solo perché sospettato di essere un confidente della polizia. Ma pochi lo ricordano perché aveva dei precedenti penali e qualche parentela cosiddetta pesante. E sempre 10 anni fa, oltre agli eroi civili giustamente ricordati, Mimmo Noviello e Raffaele Granata, ci sono invece altre storie finite nell'oblio, come quella di Nando Milano, il 23enne ucciso con una raffica di mitra alla schiena. A morire in modo barbaro furono pure Alessandro Spada e Domenico Ciccarelli, freddati in un agguato in campagna mentre erano in auto con un bimbo di 10anni. Mirko Saru, romeno, invece, fu sparato in faccia e in petto; prima di quel momento per campare limmigrato rovistava pure tra i rifiuti. Sparato in testa mentre accudiva le bufale alle 5 di mattina fu il 70enne (settanta anni) Umberto Bidognetti, colpevole di essere il papà di un camorrista infedele (ricordo ancora quei stivali di plastica sporchi di fango e sangue). E poi i due albanesi trucidati a Destra Volturno, col volto sfigurato dal piombo affinché chi restasse vivo capisse chiaramente, qualora c'è ne fosse bisogno, chi effettivamente comandava sulla Domiziana. Ebbene, anche tutte queste persone sono vittime di uno Stato malato, di un territorio abbandonato dalle istituzioni allora come oggi, 19 settembre 2018. Io li ricordo tutti.... il gestore della sala giochi si chiamava Antonio Celiento e aveva 53 anni.